“Se Non Ora Quando” contro l’ipotesi di Berlusconi al Colle: “Simbolo stantio di maschilismo. Umiliazione per l'Italia”
“Intorno all'elezione del presidente della Repubblica allestita una brutta e avvilente pantomima”, scrivono le donne della celebre associazione femminista in una nota
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Con la confermata candidatura al Quirinale da parte del centrodestra di Silvio Berlusconi, sono tante le cittadine, ma pure cittadini, che esprimono stupore se non sdegno. È vero che il Cavaliere non ha ancora sciolto la riserva, ma prima che sia troppo tardi, il coordinamento nazionale dei Comitato “Se Non Ora Quando' ha deciso di esprimersi e prendere una posizione netta rifiutando la candidatura al Colle di Berlusconi e definendolo “simbolo stantìo maschilismo'. Non solo, l’associazione annuncia: 'Non lo accetteremo' perché 'non si torna indietro'.
Brutta e avvilente pantomima
'Finora - scrivono - ci siamo astenute da qualsiasi appello o dichiarazione. Eravamo persuase che intorno all'elezione del presidente della Repubblica fosse stata allestita una brutta e avvilente pantomima, condivisa da tutte le forze politiche, che non volevamo in nessun modo avallare. Ci aspettavamo che sarebbe prevalso lo spirito di serietà e responsabilità, oltre che di unità del paese, richiesto se non altro dal perdurare della pandemia. Così non è stato'.
Candidatura che è un’umiliazione per l’Italia
Mente le richieste di “una donna al Colle”, avanzata da più parti della società civile, sembrano destinate a restare disattese, una candidatura come quella del leader azzurro suona come una farsa. Secondo le donna del Coordinamento 'non è più possibile rimanere silenziose dinanzi all'umiliazione inflitta all'Italia e all'Europa, dalla ufficializzazione della candidatura di Berlusconi alla presidenza della Repubblica da parte dell'intero centrodestra. Sia chiaro: il problema per noi non è il desiderio di rivincita perseguito da Silvio Berlusconi che noi, dodici anni fa, mobilitando la maggioranza del paese in difesa della dignità delle donne e delle istituzioni della Repubblica, abbiamo mandato a casa, aprendo una nuova stagione per le donne italiane. No, il problema sono quelle forze, quei partiti che, candidando Berlusconi alla massima carica rappresentativa, inviano un terribile messaggio al paese, di rifiuto e cancellazione di quanto è stato fatto in questi anni. Pretendono, dichiarandosi veri 'patrioti', di prendere in mano un paese moderno, civile che sta compiendo sforzi per superare disuguaglianze, sacche di misoginia e non trovano di meglio che proporgli il simbolo del più stantìo maschilismo e delle più aspre contrapposizioni, altro che patriottismo! Non riteniamo accettabile che le donne italiane, dinanzi alla stupefazione del mondo intero, debbano assistere impotenti, nel migliore dei casi, all'allestimento di una patetica sceneggiata, nel peggiore al rischio di un'elezione così umiliante. E - concludono - non l'accetteremo'.