Da Maraini e Murgia a Littizzetto e Guzzanti: “È il momento di una donna al Quirinale. Inaccettabile rimandare”
Molte le donne del mondo della cultura e dello spettacolo che hanno sottoscritto la richiesta: 'Ci sono tante donne che per titoli, meriti ed esperienza potrebbero'
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Il dilemma Draghi, in bilico tra Quirinale e Palazzo Chigi, Mattarella Bis, Giuliano Amato, Pier Ferdinando Casini e addirittura il divisivo Silvio Berlusconi: sono questi i nomi che si continuano a fare per la corsa alla presidenza della Repubblica ma nelle ultime ora sono spariti quelli femminili che pure erano pochi. Non si sente più nemmeno quello della Guardasigilli Marta Cartabia o dell’inossidabile Rosy Bindi. E allora ecco un nuovo appello: 'Vogliamo dirlo con chiarezza: è arrivato il tempo di eleggere una donna' al Colle.
Le firmatarie
L’invocazione è diretta 'alle forze politiche chiamate a votare il prossimo Presidente della Repubblica' ed è firmata da Dacia Maraini, Edith Bruck, Liliana Cavani, Michela Murgia, Luciana Littizzetto, Silvia Avallone, Melania Mazzucco, Lia Levi, Andrée Ruth Shammah, Mirella Serri, Stefania Auci, Sabina Guzzanti, Mariolina Coppola, Serena Dandini, Fiorella Mannoia. Ci sono in Italia donne che per titoli, meriti, esperienza ed equilibrio possono benissimo' salire al Quirinale, anche se 'non è questa la sede per fare un elenco di nomi', aggiungono.
Inaccettabile rimandare ancora
'Tra poco - è scritto ancora nell'appello - sarete chiamati ad eleggere il Presidente della Repubblica, e crediamo sia giunto il momento di dare concretezza a quell'idea di parità di genere, così tanto condivisa e sostenuta dalle forze più democratiche e progressiste del nostro Paese. Vogliamo dirlo con chiarezza: è arrivato il tempo di eleggere una donna. Si parla di democrazia dei generi ma da questo punto di vista l'Italia è una democrazia largamente incompiuta, tanto più rispetto a paesi come Germania, Gran Bretagna, Austria, Belgio, Danimarca, Islanda, Norvegia, Finlandia. Eppure sappiamo che ci sono in Italia donne che per titoli, meriti, esperienza ed equilibrio possono benissimo rappresentare l'intera nazione al massimo livello. Non è questa la sede per fare un elenco di nomi ma molte donne hanno ottenuto stima, fiducia, ammirazione in tanti incarichi pubblici ricevuti, e ci rifiutiamo di pensare che queste donne non abbiano il carisma, le competenze, le capacità e l'autorevolezza per esprimere la più alta forma di rappresentanza e di riconoscimento. Questo è il punto. Non ci sono ragioni accettabili per rimandare ancora questa scelta. Ci rivolgiamo a voi, fate uno scatto. L'elezione di una donna alla Presidenza della Repubblica sarà la nostra, e la vostra, forza'.
Una donna dopo 12 uomini
Era il 1990 quando Nilde Iotti, che era stata la prima donna eletta alla presidenza della Camera, sottolineò che i tempi erano maturi per una presenza femminile al Colle. Da allora, però, nonostante gli appelli, le campagne, i comitati, le donne non sono mai entrate veramente in partita o ne sono uscite subito. Quest'anno il toto-nomi circola da settimane, da Marta Cartabia a Emma Bonino, da Maria Elisabetta Casellati a Anna Maria Tarantola, da Rosy Bindi a Fabiola Gianotti, da Letizia Moratti ad Anna Finocchiaro. E' davvero la volta buona?
Una donna purchessia?
Luciana Castellina non ha 'mai creduto alle quote rosa' ed è convinta che 'dire genericamente 'una donna al Quirinale' possa rischiare di semplificare, di banalizzare la questione di genere che è molto più complessa'. 'Capisco però il valore simbolico di questa proposta: dunque ben venga, senza crederci troppo', sottolinea la giornalista e scrittrice, già parlamentare e eurodeputata, colonna della sinistra italiana, 92 anni. 'L'importante è individuare il profilo giusto e poi avanzare una proposta'.
Quella giusta
Al Colle, Castellina vedrebbe bene 'Rosy Bindi: è bene che sia qualcuno che ha lavorato per un partito, che ha esperienza politica sul territorio. Ci sono tante donne con queste caratteristiche, l'importante è scegliere quella giusta'. Gli utenti social si dividono. C'è chi plaude all'idea e chi sottolinea che un'operazione politica seria per portare una donna al Quirinale dovrebbe partire da due elementi: un nome e un cognome.