Bimbo morto per otite: l’omeopata che lo curava credeva nella fine del mondo, non negli antibiotici
Come riferisce 'Il Corriere Adriatico', il dottor Mecozzi “era un fervente credente, seguace del gruppo di preghiera del Roveto Ardente” che riteneva il mondo sarebbe finito nel 2008
Francesco è morto a 7 anni sabato scorso, dopo due giorni di coma provocati dalle complicazioni di un’otite curata solo con farmaci omeopatici, i genitori hanno dato il consenso per l’espianto dei suoi organi che salveranno tre bambini e oggi, nell'ospedale di Ancona, è prevista l'autopsia. Questa è la cronaca, restano le domande quelle che si fanno tutti coloro che pensano che di otite forse non si possa morire nel 2017 in un paese civile. E una delle domande è: perché i suoi genitori, due commercianti di Cagli premurosi con Francesco come con gli altri due figli, hanno tardato tanto a portarlo all’ospedale, prima quello di Urbino, poi al presidio pediatrico 'Salesi' dove il piccolo ha trovato la morte?
Il nonno di Francesco denuncia l’omeopata Mecozzi
La risposta la dà il nonno di Francesco: 'Il medico omeopata che aveva in cura mio nipote da 15 giorni, ha spaventato mia figlia e il marito; entrambi erano come paralizzati dalla paura. Per questo hanno aspettato prima di ricoverarlo in ospedale ad Urbino”, ha detto al sito del Resto del Carlino di Pesaro Maurizio O.. “Mia figlia e mio genero si fidavano di lui, perché anche in passato aveva già curato il piccolo con gli stessi metodi. Ma stavolta non avrebbero dovuto farlo, perché nonostante il peggioramento delle condizioni negli ultimi giorni, le febbri alte, due visite in studio e un video realizzato quando stavo entrando in coma, il dottor Mecozzi , che tra l’altro li ha costretti a scegliere tra il pediatra e lui, l’ha scoraggiata dal portare il bambino in ospedale. E quando l’ha fatto – continua il nonno del minore – era troppo tardi. Ora voglio che paghi”.
L’inchiesta della procura
Il nonno di Francesco intende quindi denunciare Mecozzi. Non gli basta l’indagine della procura di procura di Urbino che ha emesso nei confronti dell’omeopata un avviso di garanzia per concorso in omicidio colposo. Stesso avviso hanno però ricevuto madre e padre del piccolo, un provvedimento col quale si intende valutare le loro responsabilità ma pure proteggere gli altri due figli della coppia.
Perquisita le casa del medico: sequestrati farmaci, ricettari, telefoni
La procura di Urbino ha disposto la perquisizione nella casa del dottor Mecozzi, 54 anni, di Fano (Pesaro Urbino), considerato un luminare della medicina omeopatica, con una nutrita clientela che riceveva in due studi medici, uno a Pesaro, l'altro a Fano. I carabinieri hanno sequestrato farmaci, telefoni, computer e ricettari. Il dottor Mecozzi, sul quale pende ora anche un’inchiesta interna dell’Ordine del medici, seguiva il bambino da tre anni. Francesco era uno dei suoi numerosi piccoli pazienti, anche se, non risulta che avesse una specializzazione in pediatria e a tutt’oggi i medici del Salesi non sanno quali prodotti abbia somministrato. Della malattia del piccolo, sottoposto alle prime vaccinazioni, ma non al richiamo, non era stata neanche informata la pediatra di base.
La figlia di Mecozzi: mio padre non può ricevere
Il medico ora è irreperibile, ha staccato tutti i telefoni e si è rifugiato nel suo casolare di Villa Betti, tra Monteciccardo e Mombaroccio, protetto dalla sua famiglia: moglie e quattro figli. In particolare la giovane figlia fa da barriera a chiunque cerchi di carpire notizie e o impressioni: «Mio padre non può ricevere, non rilascia nessuna dichiarazione. Quando deciderà di parlare sarà lui a farsi vivo. Ma ora non insistete, non è il momento. Abbiate la sensibilità di capire quello che è successo. Grazie». Queste le parole raccolte dal Corriere Adriatico che ha spulciato nel passato del dottore per tentare di capire che tipo sia.
Un fervente credente
Mecozzi, originario di Roma dove si è laureato in Medicina nel 1996, è assai noto fra chi ha fatto la scelta dell’omeopatia. In base alle ricerche fatte dalla cronista Simonetta Marfoglia, viene descritto da chi lo conosce come un uomo religiosissimo, “anche se da collocare in frange di confine con la chiesa cattolica. Tanto da aver fatto parte in passato di gruppi di preghiera improntati a un forte misticismo come quello del Roveto Ardente, da tempo sciolto dopo essere stato al centro di un’inchiesta giudiziaria partita da Varese e conclusasi con un’archiviazione per le accuse di truffa e circonvenzione di incapace. Le cellule erano note proprio per la forte impronta mistica… lunghe sedute di preghiera di gruppo con imposizioni delle mani da parte di figure carismatiche”.
Aspettava la fine del mondo
Il gruppo del Roveto Ardente, che aveva conquistato pure diversi professionisti locali, tra loro anche il medico Mecozzi, si era fatto notare per qualche stranezza come matrimoni tra seguaci celebrati coi partecipanti vestiti alla maniera di Camelot e dei cavalieri della Tavola Rontonda, e aveva attratto pure le attenzioni della Digos. Il gruppo aveva inoltre “annunciato la fine del mondo per il 2008 e in tanti ci avevano creduto. Anche lo stesso medico, che per un periodo aveva deciso di lasciare la professione, già avviata con un discreto successo, per lavorare come magazziniere alle dipendenze di una catena della grande distribuzione”. L’apocalisse poi non arrivò e il Roveto Ardente pare si sia sciolto dopo la morte della sua leader. Così Massimiliano Mecozzi riprese la sua attività di medico, almeno fino alla morte del piccolo Francesco.
Presidente dell’Ordine: mai segnalazioni sul medico
''Convocherò il dottor Mecozzi nella sede dell'Ordine, come prevede la procedura, poi deciderò se aprire un provvedimento a suo carico, che porterò in Commissione disciplinare. La Commissione opera secondo un ventaglio di possibilità, che vanno dall'avvertimento alla censura, dalla sospensione alla radiazione dall'Ordine dei medici''. Il dottor Paolo Maria Battistini, oculista di Fano, è il presidente dell'Ordine dei medici della provincia di Pesaro. Conosce bene Mecozzi, essendo stato segretario dell'organismo per 25 anni. ''So che all'Ordine non è mai arrivata alcuna segnalazione da parte di pazienti o familiari scontenti del suo operato, né alcuna denuncia''.
Mai iscritto all’elenco dei medici non convenzionali
Ora però il dottor Mecozzi è indagato per omicidio colposo. ''Non mi risulta - spiega Battistini - che il collega abbia mai trasgredito il codice deontologico, ma sarà la magistratura, alla quale assicuriamo piena collaborazione, a far luce su questa tragica vicenda''. Libero professionista, con una nutrita clientela in tutto il Pesarese, Mecozzi ''non ha mai voluto iscriversi nell'elenco dei medici che praticano la medicina non convenzionale, come l'omeopatia. Non so - spiega il presidente dell'Ordine - se per scelta personale o perché non aveva la specializzazione specifica''.
La cancellazione dall'Ordine dei medici e poi la riscrizione
Quattro anni fa Mecozzi ''aveva cancellato la sua iscrizione all'Ordine dei medici''. Era andato a lavorare come magazziniere, nonostante i tentativi di Battistini di dissuaderlo dal lasciare la professione. ''Cercai di convincerlo - ricorda l'oculista -, ma lui addusse motivi personali, e se ne andò''. Un anno fa la richiesta di reiscrizione, ''ovviamente accolta''. Poi la bufera di questi giorni, che rischia di travolgere anche l'intera branca dell'omeopatia, ''una disciplina riconosciuta, che non può essere criminalizzata. Anche se io - chiarisce l'oculista - preferisco la medicina tradizionale''. L'istruttoria dell'Ordine a carico di Mecozzi ''non sarà una vera indagine, che non ci compete. Finora peraltro non abbiamo ricevuto richieste di acquisizione di atti dalla procura di Urbino, anche se immagino che arriveranno, né esposti da parte dei familiari del bambino''.