Mai più bimbi in montagna senza protezioni: come preparare lo zaino e il decalogo per escursioni sicure
Per prepararsi al meglio ad affrontare le tanto amate vette, ecco dunque qualche utile e schematico consiglio pratico, su indicazione del CAI
Ha fatto il giro del web, proprio in questi giorni, il video di una coppia di genitori che intraprendono una via ferrata in montagna con due bimbi, di cui uno di pochi mesi in braccio, senza protezioni ed equipaggiamento. Nelle immagini, girate da un escursionista sulla ferrata Bepi Zac, in Trentino, si vede la coppia procedere in modo abbastanza incerto lungo il percorso attrezzato di cresta che dal passo delle Selle procede lungo le cime della Catena di Costabella. Sono state tante le reazioni di condanna apparse sui social, tutte inerenti al modo in cui si affronta la montagna e ai rischi che si possono correre. Si tratta di situazioni che possono e devono rappresentare uno stimolo e un incentivo a documentarsi e informarsi con cura, prima di intraprendere attività simili in quota.
I consigli agli escursionisti
Ne è convinto Antonio Montani, Presidente Generale del CAI (Club Alpino Italiano), che ci tiene a sottolineare alcuni dati importanti: “Dopo la pandemia dovuta al Covid abbiamo avuto un grande incremento delle persone che frequentano la montagna e, di conseguenza, anche degli interventi del soccorso alpino: siamo passati da circa 8000 a oltre 10000 all’anno, e di questi il 90 per cento riguarda escursionisti. Si tratta di un dato importante, perché camminare su un sentiero è un’attività che comporta in sé un certo rischio; anche uno di tipo turistico, alla base più facile, può presentare delle difficoltà. Quindi mi sento di consigliare in primis di informarsi il più possibile e di fare escursioni adatte alle proprie possibilità, vale a dire capacità tecniche, esperienze e allenamento. Anche le persone più esperte non sempre hanno le stesse abilità, può dipendere dal periodo.
Prima di tutto consapevolezza
Ognuno deve conoscere quale è il suo livello, approcciare con gradualità e poi, pian piano, crescere. Ci tengo anche a sottolineare che oggi si va in internet e si legge di tutto, ma attenzione, perché chi scrive le relazioni sui percorsi spesso è un esperto, e generalmente ha un’esperienza superiore alla nostra. Tant’è che noi diciamo sempre che è buona pratica telefonare ai rifugisti: tra i loro compiti c’è anche quello di informare sulle condizioni della montagna. Per esempio -e questo è un dato da porre assolutamente in evidenza- quest’anno in quota, pur essendo a luglio, c’è ancora parecchia neve, e quindi bisogna sapere quali sono le condizioni di accesso, altrimenti si rischia di ritrovarsi in difficoltà. Avere di fronte un canalone innevato che non si riesce ad attraversare, significa magari dover tornare indietro, fare più strada, iniziare a sentirsi stanchi mentre comincia anche a far buio, ed è in quei casi che aumentano molto le percentuali di incidenti. Un altro fattore da tenere presente è che i bambini hanno un’autonomia di camminata limitata e che, in generale, bisogna programmare le passeggiate secondo le capacità del più debole della compagnia. E’ una vecchia norma, ma sempre valida”.
La strumentazione necessaria
In più, è bene sapere anche che esiste un importante strumento digitale per le proprie escursioni in montagna: l’app GeoResQ . Scaricabile gratuitamente da tutti gli stores grazie ai fondi straordinari stanziati dal Ministero del Turismo a favore del Cai, può essere uno strumento di aiuto in caso di emergenza per agevolare il personale CNSAS/118 a effettuare un’eventuale attività di soccorso.
Il decalogo per la montagna
E allora, per prepararsi al meglio ad affrontare le tanto amate vette, ecco dunque qualche utile e schematico consiglio pratico, su indicazione del CAI: Per le tue escursioni in montagna, scegli itinerari in funzione delle tue capacità fisiche e tecniche, documentandoti sulla zona da visitare e dotandoti di adeguata carta topografica. Prima di partire, è bene programmare nel dettaglio la gita, cercando di immaginarsi già il terreno e le eventuali difficoltà. Occorre cioè sapere con esattezza, per quanto banale possa apparire, dove si vuole andare.
Se cammini in gruppo prevedi tempi di percorrenza in relazione agli escursionisti più lenti, nonché piccole pause. Non partire mai da solo. Di preferenza non intraprendere da solo un’escursione in montagna e in ogni caso lascia detto a qualcuno l’itinerario che prevedi di percorrere. Questa è la prima, intuitiva regola di sicurezza, anche se, a volte, un’escursione in solitaria può essere desiderata, come pure potrebbe derivare dalle circostanze. Comunque sia, è buona norma segnalare sempre la destinazione programmata ad altre persone, avendo ovviamente cura di non cambiare itinerario all’ultimo momento (eventualmente, fornire due possibili percorsi alternativi).
Provvedi a un abbigliamento ed equipaggiamento consoni all’impegno e alla lunghezza dell’escursione e porta l’occorrente per eventuali situazioni di emergenza, con una minima dotazione di pronto soccorso. In montagna, inutile dirlo, occorre andarci ben equipaggiati, sia per ciò che riguarda l’abbigliamento, sia per i materiali tecnici (piccozza, ramponi, scarponi adeguati…). Come principio generale, è bene portare più del necessario e magari non usare tutto, piuttosto che aver bisogno. Informati sulle previsioni meteo e osserva costantemente lo sviluppo del tempo, che può fare la differenza tra una gita da favola e un’escursione da incubo.
Occorre ascoltare con attenzione i bollettini meteorologici, e valutare, anche durante la gita, l’evoluzione meteo. Valutare i rischi. Nel corso dell’escursione, occorre valutare i rischi presenti, specie in rapporto alle nostre capacità e a quelle dei nostri compagni. Attenzione, in particolare, ai percorsi protesi sul vuoto, ai passaggi di nevai, alle rocce facili da scalare ma difficili in discesa, alle ripide scorciatoie. Nel dubbio torna indietro. A volte è meglio rinunciare piuttosto che correre rischi. Studia preventivamente itinerari alternativi di rientro. Non sovrastimare le tue capacità. Occorre tenere ben presente, con onestà, i limiti propri e quelli dei compagni di gita.
Ricordare che, oltre agli ostacoli fisici, esistono quelli psicologici: un percorso facile per qualcuno potrebbe risultare difficilissimo per altri, magari anche solo per l’esposizione, o per una scarsa attitudine a camminare su terreno friabile. In caso di incidente, prima di tutto mantenere la calma, valutando le condizioni dell’infortunato.
Se possibile, non lasciarlo solo. Se il cellulare funziona, contattare il Soccorso Alpino, fornendo tutte le indicazioni utili a rintracciare il luogo dove ci si trova. Altrimenti il componente più esperto e allenato del gruppo deve scendere a valle, in modo da allertare i soccorsi, non senza aver prima ben memorizzato il luogo dove si trova il ferito. Rispettare la montagna. In montagna siamo solo ospiti. Comportiamoci quindi come tali, rispettando le culture e le tradizioni locali, lasciando la montagna come era e, soprattutto, come vorremmo trovarla, senza sporcare, rovinare, abbandonare rifiuti di qualsiasi tipo. In una frase: “Non lasciamo tracce del nostro passaggio”.
Come si prepara lo zaino?
Alla luce delle regole base, ecco anche qualche dritta, fornita da un gruppo di strutture specializzate nell’escursionismo, i Vitalpina Hotels Südtirol/Alto Adige, regione in cui oltre il 64% della superficie totale si trova al di sopra dei 1500 metri , in cui i boschi ricoprono il 50% del territorio e il paesaggio è attraversato da oltre 16mila km di sentieri segnalati. Una delle regole del galateo della montagna prevede che l’escursionista prepari lo zaino con tutto ciò che può essere utile. Avere tutto l’occorrente permette di affrontare anche le piccole emergenze che possono verificarsi durante la giornata.
Ecco cosa portare: borraccia d’acqua che poi si potrà riempire attingendo dalle fontane di acqua potabile che si incontrano lungo l’escursione.
Maglia di ricambio: quando si arriva in cima e ci si ferma per una meritata sosta meglio togliere gli indumenti sudati e sostituirli con qualcosa di asciutto. Crema solare, anche quando il tempo è nuvoloso: in alta quota i raggi del sole possono lasciare il segno. Non è male avere anche un berretto o una bandana per proteggere la testa. Cerata, anche quando il tempo è soleggiato: in montagna il tempo cambia in fretta ed è meglio essere attrezzati. Cerotti per le piccole emergenze. Cibo, come un pezzo di cioccolata o della frutta secca: è sicuramente positivo avere con sé uno snack per ricaricarsi.
Lampada frontale o torcia, che possono servire nel caso in cui il percorso preveda gallerie o si ritorni più tardi del previsto. Binocolo, non è obbligatorio ma può rivelarsi prezioso per osservare gli animali selvatici che si incontrano durante il cammino. Bastoncini da escursione, coltellino tascabile multiuso: possono sempre tornare utili. Sacchetto per i rifiuti.
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