Dal rito cruento dell'autoflagellazione alla caccia all'uovo: gli eventi della Pasqua da non perdere
La Pasqua è racchiude in sé cerimoniali legati ai culti propiziatori e all’avvento della bella stagione. Ma è anche l'occasione per riunirsi attorno alla tavola, gustando piatti connessi alla storia, alla religione e al folklore locale
Messe, benedizioni, processioni, usanze popolari tramandate di generazione in generazione e fortemente legate ai riti della Settimana Santa, giochi che affondano le radici nei secoli passati…
La Pasqua è un momento davvero molto sentito che racchiude in sé riti ancestrali, cerimoniali legati ai culti propiziatori e all’avvento della bella stagione, significati di rinascita in senso lato, ancor oggi decisamente vivi anche quando ci si riunisce attorno alla tavola, gustando piatti connessi alla storia, alla religione e al folklore locali. Ecco un itinerario per scoprire alcune di queste tradizioni, immergersi in atmosfere uniche e soddisfare anche la gola.
Sardegna
La Pasqua è sempre un momento molto sentito in Sardegna, regione in cui la cultura aragonese ha lasciato tracce tangibili, dopo quattro secoli di dominazione. Lo si può vedere in particolare a Iglesias, durante i riti della Settimana Santa e sino all’11 aprile, che vedono protagonisti i baballottis, gli incappucciati, o penitenti, con vesti che rievocano i disciplinanti medievali, soliti a praticare l’autoflagellazione in pubblico come penitenza ed espiazione.
Le processioni che vedono impegnata la Confraternita della Vergine della Pietà del Santo Monte, la più antica della città, sono quattro: la Processione dei Misteri, dell’Addolorata, del Monte e del Descenso (venerdi mattina e sera). E poi sarà la volta di “Su incontru” e “S’inserru”, il martedì dopo Pasqua (visitiglesias).
Iglesias, Settimana Santa, protagonisti i baballottis, gli incappucciati, o penitenti, soliti a praticare l’autoflagellazione in pubblico come penitenza ed espiazione.
Pasqua in Bormio
Le radici dei Pasquali di Bormio affondano nelle antiche tradizioni contadine e, ancora oggi, richiamano la partecipazione di tutti gli abitanti. Si tratta di vere opere di falegnameria e ingegneria, a tema religioso, costruite dai bormini nei mesi invernali e suddivisi in base al quartiere di appartenenza: il Reparto. L’usanza risale probabilmente ad antichi riti pagani legati alla pastorizia e all’agricoltura di montagna, poi associati al giorno di Pasqua; alla fine del XIX secolo si introdusse la benedizione dell’agnello vivo e, da qui, nacque la gara tra i Reparti per adornare al meglio il proprio animale, sino ad arrivare ai Pasquali così come oggi vengono celebrati, portati a spalla per la città. A precederli la banda, poi i cavalli con le carrozze e, infine, le donne con gli anziani e i bambini, tutti in costume locale. A fine sfilata, vengono esposti in Piazza del Kuerc, dove rimangono per tutta la domenica e il lunedì di Pasquetta (bormio.eu)
Alto Adige
In Alto Adige è molto diffusa l’usanza di preparare la tradizionale cesta pasquale con pane e prosciutto, rafano, vino bianco e uova colorate, per poi portarla in chiesa per la benedizione alla messa di mezzanotte del Sabato Santo o a quella della domenica. A Merano la consuetudine è mantenuta viva, insieme con la colorazione delle uova il Giovedì Santo. A conclusione della festa, il Lunedì dell’Angelo è dedicato alle corse dei piccoli cavalli Haflinger, originari di Avelengo.
A Bolzano appuntamento con “Spring in the city”, il mercatino che dal giovedì santo al lunedì di Pasqua porta in Piazza Walther i sapori autentici del territorio e l’artigianato artistico. E poi, per i bimbi, laboratori creativi per cimentarsi nella creazione di decorazioni con materiali naturali.
Costumi tipici anche in Alta Badia, dove si fa un salto indietro nel tempo, sia in valle che sulle piste da sci. A Pasqua e Pasquetta si rivivrà infatti l’atmosfera di una volta e i vari rifugi presenteranno all’interno del loro menù e piatti della tradizione locale. A 2000 metri tutti in stile vintage, tra sciate retrò e prelibatezze locali (altabadia.org). E per vivere appieno l’atmosfera e godersi ancora le piste, sci ai piedi, nel comprensorio Dolomiti Superski, il più grande delle Alpi, si può approfittare sino al 10 aprile del Dolomiti Spring Days 4=3: 4 notti al prezzo di 3 o 8 al prezzo di 6; 4 giorni di skipass al prezzo di 3 o 8 al prezzo di 6; il tutto all’Hotel Col Alto di Corvara, da cui si accede comodamente agli impianti di risalita e alle piste.
Alta Badia. The Skicarousel Vintage Party © Freddy Planinschek
Friuli-Venezia Giulia
Tante e variegate le tradizioni del Friuli-Venezia Giulia, che ben rappresentano il crogiuolo di culture che arricchiscono la regione. ll giorno di Pasqua, dopo la messa, è consuetudine far benedire i cibi della merenda pasquale, un’usanza che prevede sempre il magri cuet o prosciutto cotto nel pane, di origine austroungarica, molto diffuso nella Venezia Giulia. In questo brunch ante litteram spesso è presente un piatto di gelatina di maiale decorato con una foglia di alloro, una preparazione che non trova riscontri in altri luoghi d’Italia ed è caratteristica del Carso, del Collio, di Gorizia e di Trieste. E non mancano gli appuntamenti di stampo religioso: il Venerdì Santo a Erto (Pn), in un anfiteatro naturale, si svolge, in abiti romani, la rappresentazione della passione e morte di Cristo, nata come voto religioso contro la peste del 1651.
A Pennabilli (Rn) il Venerdì Santo si svolge la “Processione dei Giudei” in cui si commemorano la Passione, la Crocefissione e la Morte di Gesù. È un evento che ha ottenuto il riconoscimento di manifestazione storica dalla Regione Emilia-Romagna: nel borgo medioevale, illuminato solo da fiaccole e bracieri, gli appartenenti alle Confraternite trasportano a spalla una seicentesca scultura, in cartapesta policroma, raffigurante la “Madonna addolorata”.
“I Percorsi del Sacro” fanno parte di un itinerario organizzato Melpignano (Le), nella Grecìa Salentina, con percorsi turistici che valorizzano beni, saperi e prodotti del borgo. L’iniziativa, nei giorni 8 e 15 aprile, consiste in una passeggiata di tre ore alla scoperta delle antiche cappelle, per lo più private e aperte per l’occasione, con guida, cantori e musicisti; al termine, degustazione della “cuddhura”, dolce caratteristico della Pasqua.
Per la gioia dei più piccoli
A Pasquetta, il 10 aprile, appuntamento con la Caccia al Tesoro Botanico dei Grandi Giardini Italiani, dedicata ai bimbi in età scolare, per stimolarli a capire le principali caratteristiche della vita delle piante, per avvicinarli in maniera gioiosa al patrimonio botanico, artistico e culturale custodito nei giardini del circuito. Sul sito grandigiardini.it tutte le info e i siti coinvolti, in dieci regioni, da nord a sud, dalla BAM di Milano alla Villa del Grumello.
Trentino
Nel weekend di Pasqua Caccia all’Uovo in Trentino: i partecipanti scopriranno, attraverso indizi e indovinelli, i segreti e le curiosità che si nascondono dentro e nei dintorni di Palazzo Scopoli-Casa del Cibo di Primiero. Goloso premio per tutti, soprattutto per chi scoprirà la parola magica pronunciata dal coniglietto Pasquale…
Caccia all'uovo… di drago il 9 e 10 nel medievale Castello di Gropparello (Pc), con i bimbi guidati dai personaggi del bosco che spunteranno lungo il percorso; e alla Rocca di Sala Baganza (Pr) Pasquetta con giochi e caccia a squadre nel rinascimentale giardino farnesiano davanti al castello.
All’estero
Trascorrere le festività pasquali a Malta significa fare un salto nel tempo in una dimensione di cui i locali si fanno orgogliosi portatori; ovunque si organizzano processioni, e le strade sono animate da musica, concerti di campane e rievocazioni storiche. Il Venerdì Santo si assiste alla Passione di Cristo in circa 20 villaggi dell’Arcipelago, tra cui Zebbug, che vanta la più scenografica. Durante questo cerimoniale si può ammirare la solenne processione di statue, ognuna rappresentante un preciso momento della vita di Cristo. Ai bambini è assegnato il compito di esporre ai piedi della statua del Cristo risorto il tipico dolce pasquale per farlo benedire: è la figolla, una pan di spagna ripieno di mandorle a forma di coniglio, agnello, pesce o cuore, consumato poi la domenica (visitmalta).
A inondare le vie dell’Istria croata nel periodo della Pasqua è il profumo della pinca (pinza), il caratteristico pane dolce farcito con uvetta, con un’incisione a forma di croce in mezzo e decorato con foglie d’ulivo; in molte località, come il borgo sul mare di Fasana, è diventato un rituale da condividere, e i tavoli vengono imbanditi in piazza nel giorno di Pasquetta. A Gimino si può sperimentare la cottura autentica delle pinze “sotto la campana” (peka in croato), che consiste nel coprire i cibi con una cupola di terracotta o ghisa, poi ricoperta di brace ardente. Un altro dolcetto tipico le jajarice, trecce di pane su cui viene inserito un uovo sodo e poi regalate ai bambini (istra.hr)
In Carinzia, sabato è il giorno della benedizione degli ingredienti per il pranzo di Pasqua. I cibi vengono posti in un cesto, decorato con i primi fiori primaverili e coperto con delle tovagliette di lino ricamate con motivi sacri e le iniziali della donna che porta il cesto.
La Pasqua viene annunciata alle prime luci dell’alba dagli spari di mortaretti (“Böller”), i bambini portano in chiesa per la benedizione alcuni ramoscelli legati insieme a formare piccole scope dal lungo manico. A queste cosiddette “Palmkatzerl” vengono appesi dolciumi e “Brezel” salati, da mangiare dopo la Messa.
Inoltre, si usa che nel giorno di Pasqua i padrini e le madrine di battesimo portino ai figliocci un regalo, che di solito è un “Reindling”, il dolce tipico carinziano, con un uovo colorato di rosso. E per il pranzo di Pasqua si cucinano prosciutti e würstel e si inforna la focaccia “Osterreindling”, con pasta lievitata, burro fuso, cannella e uva passa (carinzia.at)
Zurigo… in rosa. Nel centro storico della città svizzera alcune fontane vengono decorate da migliaia di boccioli di rose donati dalle chiese, creando sino al 10 aprile un effetto cromatico spettacolare. L’iniziativa fa parte del progetto "Ohne Dornen keine Rosen" (niente rose senza spine). voluto dalle Chiese della Città Vecchia, il cui scopo è quello di diffondere un segnale di speranza proprio durante la Settimana Santa e la Pasqua.