Il vescovo e Vasco: due rockstar di "parrocchie" diverse ma con con un bel progetto comune

Nicolò Anselmi, vescovo di Rimini, e Vasco Rossi si sono scambiati delle lettere in cui hanno parlato di come aiutare le popolazioni alluvionate della loro regione

Il vescovo e Vasco due rockstar di parrocchie diverse ma con con un bel progetto comune

Leggi più veloce

Chiunque abbia avuto la fortuna di conoscere, almeno per un giorno, Nicolò Anselmi, vescovo di Rimini, e Vasco Rossi, sapeva già prima quanto fossero simili nella loro diversità.

Perché Vasco è Vasco e Nicolò è Nicolò, una rockstar della chiesa, sempre attento ai giovani, alle loro esigenze, alle loro storie, all’ascolto, soprattutto.
Fin dai suoi primi passi in parrocchia a Quinto al Mare, nella parrocchia di origine del cardinale Lercaro, vescovo tradizionalista di Bologna, e poi con la convivenza con l’allora presidente della Cei don Angelo Bagnasco, come vescovo ausiliare, perfetti insieme nella loro assoluta complementarità e nella loro diversità totale – quasi uno spot di come si può essere agli estremi opposti - fino a essere inscindibili, entrambi indispensabili alla Chiesa.
Insomma, se c’è qualcuno che ha vissuto in pieno Genova, dai quartieri borghesi ai vicoli di Fabrizio De Andrè,  alle prostitute, ai trans, ai giovani, ai mondi di cui nessuno parla, è proprio don Nicolò.
Ecco, credo che condividere le parole di don Nicolò, vescovo di Rimini, e la sua lettera aperta a Vasco Rossi che a Rimini ha aperto il suo tour estivo con la data zero sia condividere una filosofia di vita.
 
Ha scritto il vescovo genovese di Rimini:
 
"Caro Vasco,
mi permetto di darti del “tu” perché, pur senza averti mai incontrato personalmente, ti sento quasi come uno di famiglia. Sono anni che, con amici e ragazzi, cantiamo le tue canzoni intorno al fuoco, sulla spiaggia, sotto la luna, fra le tende. Mi chiamo Nicolò, e sono il Vescovo di Rimini. Sono nato a Genova, ho vissuto nel centro storico, e insieme alle tue canzoni spesso le chitarre intonavano le note del concittadino Fabrizio De Andrè. Volevo darti anch’io il benvenuto nella nostra città. Hai scelto di iniziare a Rimini il tuo tour. Migliaia di giovani e adulti ti attendono, alcuni accampati da giorni fuori dallo stadio. Su molti di loro tu eserciti un’influenza potente".
"In questi giorni tanti ragazzi e giovani si sono generosamente coinvolti nell’aiutare le popolazioni alluvionate della tua, nostra, regione. Sono venuti da tutt’Italia, tanti anche da Rimini: molti di loro li conosco personalmente. Hanno spalato fango, lavato mobili, distribuito pasti, spostato rottami e detriti. Alla sera erano esausti ma felici; hanno servito, faticato, aiutato, amato chi si trovava in situazioni di grande difficoltà e di lutto. Tutto il mondo ha visto la loro bellezza interiore".
"Permettimi ora di dire una “cosa da prete”: questi ragazzi e giovani hanno manifestato la forza e la capacità di amore di Gesù che è dentro di loro, che è dentro tutti, credenti e non credenti, di ogni religione. Se puoi, incoraggiali – magari anche dal fronte del palco dello stadio Romeo Neri – a continuare così, a essere generosi sempre, attenti verso chi soffre, verso i malati, verso chi è straniero e fatica a inserirsi, disponibili a tenere compagnia a un anziano, ad aiutare un bambino in difficoltà con lo studio, a stare vicino a chi si sente solo e vuoto".
"Se vuoi, invitali a non spegnere mai quel desiderio d’infinito che si trova nel cuore di ogni uomo, lo stesso che abita sulle “Dannate nuvole”. Se puoi, suggerisci loro a non aver paura di una “vita spericolata” e ad “andare al massimo” nell’amore verso gli altri, gli esclusi, i fragili, verso tutti. Chi vuol “trovare un senso a questa vita” lo può trovare nel rendere felici gli altri. Perché chi dona la sua vita la trova, e c’è più gioia nel dare che nel ricevere. Grazie di cuore".
Firmato: Monsignor Nicolò Anselmi, Vescovo di Rimini
 
Ma anche la risposta di Vasco - che ha al suo fianco la Ferrari della comunicazione applicata alla musica, che è Tania Sachs, rockstar anch’essa – merita di essere letta:
 
“Caro Don Nicolò,
grazie per la tua bellissima lettera, mi hanno fatto molto piacere le tue parole così piene di umanità. Ancora di più leggere che abbiamo in comune De Andrè e Genova, “Creuza de ma’”, il porto di mare che da sempre accoglie gente da tutto il mondo. Che include, mai esclude. Come l’Emilia-Romagna, questa terra fantastica e sorridente, ora ferita. Ma si rialzerà.
Io sono qui per portare un po’ di gioia, di carica, di solidarietà, i miei due concerti saranno “dedicatissimi” a questa terra che io amo, ci sono nato e so che si rialzerà.
Io non sono un gran parlatore, mi esprimo con le canzoni. La mia “combriccola” è diventata un “popolo” sì, ma sempre tutta di gente a posto con dei valori, hanno dei sogni. E poi il duro scontro con la realtà. Io mi limito a raccontare loro quello che ho imparato, che “le stelle stanno in cielo, i sogni non lo so, so solo che son pochi quelli che s’avverano”. A me credono perché sanno che sono sincero e dico solo la verità. Che la realtà è meno dura di quello che uno immagina, meglio affrontarla, guardarla in faccia. Senza naturalmente mai rinunciare a “una vita spericolata”, come le star al Roxy Bar. Guai smettere di sognare.
Mi dicono che tutti ti amano qui a Rimini, che sei un prete, un uomo… Un Vescovo di mare, navighi anche tu tra le debolezze dell’uomo, anche tu come Don Gallo, costruisci ponti, non muri.
Per me Rimini è come essere a casa, mi ci sono sempre trovato bene.
Benvenuto, ben arrivato bentrovato, caro Don Nicolò… e grazie per il tu”.
Firmato: Vasco Rossi.
 
Ovazione dei ragazzi al concerto di Rimini. E anche a quello di Bologna.
Da uno scambio come questo, con Nicolò e Vasco che usano le parole delle canzoni per raccontare questa storia, davvero ne usciamo tutti migliori.
Così lontani da Bruce Springsteen, Boss sì ma stavolta della mancanza di sensibilità, che a Ferrara non ha speso nemmeno una parola per ciò che stava succedendo a pochi chilometri da lì.
E questo ci ha fatto più male perché ciò che amiamo in Springsteen è il racconto degli ultimi, di Steinbeck, del fantasma di Tom Joad, con o senza Tom Morello e le sue chitarre distorte.
E invece Nicolò e Vasco.
Uno cattolico, l’altro laico.
Uno quasi anagramma dell’altro, Vasco e vescovo.
Entrambi umani.
16/06/2023
logo tiscali tv