Vanessa Gravina racconta la terribile malattia agli occhi: "Ho rischiato di diventare cieca". L'assurdo motivo

"I riflettori sul set mi hanno causato un’abrasione della cornea ed ho rischiato di diventare cieca. Oggi sono sensibile alla luce forte”

di Massimiliano Lussana

Se esistesse un dizionario dei sinonimi alla voce “fiction italiane”, il primo nome che si incontra sarebbe quello di Vanessa Gravina. Perché Vanessa è nel cast di tutte le fiction che hanno fatto la storia di questo genere in Italia, affiancando spesso il suo nome a Daniele Carnacina, produttore, sceneggiatore, autore e regista, il numero uno del genere in Italia. Vanessa c’è dalla “Piovra” a “Incantesimo”, da “Centrovetrine” all’attuale “Il Paradiso delle signore”, dove interpreta la contessa Adelaide di Sant’Erasmo, un personaggio quasi caricaturale, ma amatissimo dagli spettatori che si disperarono quando lei annunciò l’addio alla serie. Ma era solo un arrivederci, perché in quel momento doveva fare una tournée teatrale e infatti poi è regolarmente tornata nel ruolo.

Il fenomeno "Il paradiso delle Signore"

E basta vedere i tre minuti in cui la contessa-Vanessa risponde alle domande di una giornalista in una recentissima puntata del “Paradiso” per amarla perdutamente, con una crescita esponenziale, dovuta anche al tanto teatro vissuto e interpretato. Del resto, i fans del “Paradiso delle signore” sono così: quando si ipotizzò la chiusura della serie qualche anno fa, ci fu una ribellione dei tecnici, delle maestranze, ma soprattutto del pubblico che insorse: “Giù le mani dal Paradiso”. E furono talmente in tanti che la serie venne presto ripristinata e, da allora, è sempre andata avanti tranquillamente, con anche le prossime due stagioni già assicurate. In prima fila a difesa del “Paradiso delle signore” c’era proprio Vanessa Gravina che spiegò: “Sono molto dispiaciuta. E’ un prodotto di qualità che è passato dal 9 al 15 per cento di share, con due milioni di telespettatori. Considero la chiusura una grande ingiustizia! Teniamo testa addirittura alla grande Maria De Filippi. I costi ci sono, ma valgono la qualità e la resa della soap, premiata dal pubblico tutti i giorni, spero fino all’ultimo che “Il paradiso delle signore” venga salvato, lo meritiamo tutti”.

Già a 10 anni sul set

E se questa è la prima rivincita di Vanessa, la seconda è quella di affermare la dignità artistica delle fiction, lei che è anche attrice teatrale e cinematografica, che ha esordito nella pubblicità a sei mesi, nel Carosello di un passeggino, al cinema da protagonista a dieci anni con “Colpo di fulmine” di Marco Risi, per cui prese la nomination per il Nastro d’argento come migliore attrice esordiente. E poi il teatro, tanto teatro, a partire da Ibsen con Giorgio Strehler a 17 anni per arrivare alle tragedie e a Plauto e tantissimo altro.

La malattia degli occhi

La doppia rivincita di Vanessa è anche quella di un attrice nata bellissima, ma poi apprezzata anche e soprattutto per la recitazione, con un momento anche drammatico della vita, che raccontò: la malattia agli occhi, peraltro splendidi, per la precisione una lesione alla cornea: ”I riflettori sul set mi hanno causato un’abrasione della cornea ed ho rischiato di diventare cieca. Oggi sono sensibile alla luce forte”. Infatti, nel 1987, quando aveva solo 13 anni, ma già era reduce da tre dal grande successo di “Colpo di fulmine”, Vanessa, tanto per cambiare, era impegnata sul set con Andrea Roncato e Gigi Sammarchi nelle riprese di una fiction (anzi, forse allora, si chiamavano ancora sceneggiati o telefilm), per la precisione “Don Tonino”, dove interpretava Sara. E raccontò a “Ok Salute”: “Era stata una giornata particolarmente intensa sul set e avevo partecipato a tutte le scene rimanendo esposta a lungo ai riflettori di scena. Sul set avevo sentito più calore del solito, tanto da ritrovarmi con le guance arrossate una volta a casa. Poi, poco dopo essermi addormentata mi sono svegliata in preda a un dolore insopportabile agli occhi, come se avessi degli spilli sotto le palpebre”.

Ero terrorizzata, temevo di rimanere cieca

Vanessa non riusciva a mettere a fuoco, gli occhi si erano gonfiati e continuavano a lacrimare: “Ero terrorizzata, temevo di diventare cieca”. Sua madre l’ha portata subito al pronto soccorso, dove le è stata diagnosticata un’abrasione della cornea provocata da una disfunzione dei filtri dei riflettori. Nonostante la lesione non fosse profonda, la guarigione è stata lunga: “Sono dovuta restare bendata per tre giorni e ho dovuto usare una pomata antibiotica con il cortisone, ma prima di tornare a recitare sono passate tre settimane. E ho iniziato a sentirmi davvero bene solo dopo un mese”.

La Gravina è comunque rimasta più sensibile alla luce forte, sia del sole che dei riflettori a teatro, per questo spesso anche di sera indossa gli occhiali scuri e li aveva anche a Portofino, nonostante abbia uno sguardo magnetico. E, come in un cerchio che si chiude, su quel set c’era anche Andrea Roncato, qui premiato da Toti con il premio alla carriera, che in qualche modo fa il miglior riassunto dei “Portofino days” e del festival della fiction: “Un tempo quando dicevi che facevi serie per la televisione ti guardavano dall’alto in basso. Oggi, c’è la coda fuori di attori che vogliono farle….”.

Il mio sogno

In Piazzetta, per i “Portofino days”, primo Festival delle fiction voluto dalla Genova Liguria Film Commission di Cristina Bolla, dall’Agenzia In Liguria di Matteo Garnero e dalla Regione di Giovanni Toti, Vanessa Gravina racconta il suo sogno: “Mi piacerebbe moltissimo girare qui in Liguria, ho appena incontrato il vicesindaco di Portofino e mi sono proposta come cittadina onoraria, del resto mio nonno è genovese e quindi le mie radici sono qui”. Più di trent’anni dopo la prima intervista che le feci, il sorriso e la disponibilità di Vanessa sono quelle di sempre, ma anche l’orgoglio per il “suo” “Paradiso delle signore, ed è quasi la chiusura di un cerchio rispetto agli esordi nella Piovra. Se lì si raccontava l’Italia peggiore, “questo è un grande successo, una grandissima storia basata sui sentimenti, che racconta il bello della vita in Italia, della nostra cultura, della nostra tradizione e trasmette nel mondo valori positivi”.

L'aggettivo che usa più spesso

Ecco, “positivo” è l’aggettivo usato più spesso da Vanessa, abbinato a “costruttivo”. E lo scambio di sguardi con Daniele Carnacina porta a immaginare già “uno spin off del Paradiso” che sia ambientato in questa terra di Liguria: “Mi piacerebbe tantissimo venire a vivere qui” dice Vanessa, che è milanese, ma ormai è naturalizzata romana e comunque cosmopolita, proprio grazie al teatro, a suo agio in Romagna, come in Abruzzo, come ovunque. E il suo “qui” va inteso per Portofino e il Tigullio, “ma anche per il Ponente, che ha zone bellissime”.