Tv e potere: "Report" sulla Rai e "Striscia" a Mediaset fanno saltare il "banco"
Il potere in tv e il potere sulla tv: siamo proprio sicuri che tutto sia governato dalla politica? Ecco alcuni esempi positivi di trasmissioni indipendenti
Ma osservate un po’ la tv di questi ultimi giorni: “Report” torna in maniera prepotente sul testamento di Berlusconi, il caso Mangano, gli affari off-shore del presidente scomparso, l’ingombrante Marta Fascina. Nelle stesse ore in cui infuria la bufera su Antonio Ricci che in un batter d’audio ha mandato in pezzi la famiglia Meloni. E, poi, dicono che la politica controlla la televisione, che non c’è immagine o parola che non sia etero-diretta dal governo, dai partiti, dalla maggioranza. Dicono che la Rai sia tutta in mano a Meloni e a Fratelli d’Italia, che Mediaset gioca “di sponda” con il governo. Che, insomma, l’occhio di RaiSet ci sovrasta tutti.
Le inchieste di Ranucci fanno imbufalire Forza Italia
E, beh, ovviamente in larga parte è così. Ma, in questo schema, descritto con fiumi di inchiostro da una certa stampa ideologica, poi si aprono delle falle, dei buchi nelle maglie. E’ il caso di “Report”: dopo mesi passati a strapparsi le vesti per la fuoriuscita dalla tv di Stato di Fazio, Annunziata, Littizzetto, ora ci troviamo con la trasmissione di Sigfrido Ranucci che prima (domenica scorsa) fa imbufalire Ignazio La Russa andando a indagare sui suoi parenti in Sicilia e poi (ieri) fa andare su tutte le furie gli esponenti di Forza Italia andando a ravanare nelle proprietà e nelle inchieste del defunto Berlusconi con tanto di inseguimento di Marcello Dell’Utri. E tutto questo in onda su quella televisione di Stato descritta come il male assoluto e governata da estremisti di destra travestiti da manager.
I buoni ascolti di Report
Certo, si dirà, ci mancherebbe che chiudessero o cercassero di silenziare pure “Report”. Però, i fatti sono che al programma è stato dato più spazio rispetto agli anni scorsi e che, nonostante il diretto concorrente Fazio vada fortissimo sul canale 9, Ranucci sta ottenendo buoni ascolti, diversamente dalle previsioni di chi sosteneva che lo spostamento alla domenica era stato pensato apposta per danneggiarlo. E, soprattutto va notato che i vertici Rai, almeno finora, non danno ascolto alle proteste dei politici: domenica una raffica di esponenti di Forza Italia chiedeva di fermare i servizi perché erano in concomitanza con le elezioni suppletive nel collegio di Monza.
“Ancora una volta - ha replicato il conduttore a tutte le accuse che gli sono piovute addosso - la Rai si è dimostrata un luogo di libertà, almeno per quello che ci riguarda”.
Ricci, la scheggia impazzita
Passando a casa Mediaset, a Cologno sono ben abituati alla “scheggia impazzita” Antonio Ricci, ciò non toglie che i fuori-onda di Giambruno abbiano avuto un effetto deflagrante fuori e dentro l’azienda. E sono fioccate le ricostruzioni secondo cui dietro le mosse di Ricci ci fosse una vendetta di Forza Italia contro Fratelli d’Italia (rea di escludere il movimento fondato da Berlusconi dalle scelte decisive di governo) o un ricatto o dietrologie simili. Certamente avallate dalle parole di Giorgia Meloni che ha adombrato sospetti di complotti contro di lei. Invece, l’ad di Mediaset Pier Silvio Berlusconi ha spiegato alla premier che addirittura “non sapeva nulla” dell’esistenza dei video di Giambruno, “altrimenti ti avrei informata”. E Ricci, appunto, ha rammentato a tutti di non essere il “ventriloquo” di nessuno. Tantomeno dei politici.
Insomma, siamo tutti dominati e controllati dai potenti. Ma, qualcuno, per fortuna, meno di altri.