Vi ricordate Tiziana Rivale? Vinse Sanremo nell'83, sparì e poi scatenò polemiche sui social. Ecco cosa fa oggi
Diventò famosa nel 1983 quando vinse il Festival con la canzone "Sarà quel che sarà", ma poi fu l'oblio. Si tornò a parlare di lei per le polemiche sulle famiglie arcobaleno
Sanremo può portare molto successo ma quel successo può anche durare pochissimo. Il tempo di ritirare il premio e stop. Tiziana Rivale per esempio è stata una meteora della canzone italiana. Non perché abbia smesso di fare musica ma perché per anni è scomparsa al grande pubblico. Il suo vero è Letizia Oliva, nata a Formia il 13 agosto 1960. Diventò famosa nel 1983 quando vinse il Festival di Sanremo con la canzone Sarà quel che sarà. Ma la battuta d'arresto fu immediata. Non andò infatti all’Eurosong Contest come da tradizione della kermesse, la casa discografica infatti le preferì Riccardo Fogli. Patita di blues, le sue prime interpretazioni a 11 anni sono sulla scia di mostri sacri del calibro di Ella Fitzgerald, Frank Sinatra, Aretha Franklin. Vanta una collaborazione con Gino Bramieri in una serie di tour artistici a sfondo comico-musicale! Ricompare tra il 1997 e il 2003 come ospite fissa di Paolo Limiti nei programmi Ci vediamo in TV e Paolo Limiti Show. Nel 2019 le è stato assegnato il Disco d’Oro alla carriera a Città del Messico! Tiziana Rivale è anche insegnante presso la Star Rose Academy di Roma.
Quel tweet sulla maternità surrogata
Di recente viene sommersa dalle critiche per alcune posizioni postate sui social su omosessualità, maternità surrogata e partigiani. Dopo l’espressa volontà di Tiziano Ferro di avere un figlio con il marito, Victor Allen, lei scrisse: “I figli vengono partoriti dalle donne, da quanto è nata la vita sul pianeta“. In un'altra occasione parlando di coppie gay disse: “Dovrebbero baciarsi a casa propria, non importa se siano gay o meno“, riferendosi alla sindaca di Chicago e compagna. Non finisce qui. E' riuscita a far infuriare anche i partigiani: “Hanno fatto più danni della guerra stessa”, aveva scritto sotto un post dell’ANPI Brescia.