Sveva Casati Modignani, il maschilismo e l'inizio rocambolesco: "Quando mio marito mi accusò di non averlo fatto dormire la notte"
"Nei momenti di tranquillità ho iniziato a trascrivere le storie che da bambina mi raccontava il mio papà e la mia nonna. Un giorno mio marito mi chiese di leggere quelle pagine. Se mi fossi opposta avrebbe sfasciato la casa"
È l’autrice di maggior successo della letteratura rosa italiana da oltre 40 anni eppure rischiava di non poter esprimere il suo talento per la scrittura visto che fin da quando era ragazza la madre le precluse la possibilità di continuare gli studi all’università. Per lei, figlia femmina, il futuro era segnato e aveva i contorni delle quattro mura domestiche, come quello di tante altre donne destinate a essere soltanto casalinghe. A continuare gli studi doveva essere solo il figlio maschio, a testimonianza di una cultura maschilista diffusa e propagata dalle stesse donne che ne erano vittime e carnefici allo stesso tempo.
Mia madre non voleva che studiassi all'Università: solo il figlio maschio
Per fortuna il talento unito alla passione e alla caparbietà a volte si incarica di farsi beffe degli ostacoli della vita e Sveva Casati Modignani è riuscita comunque a diventare giornalista e poi a pubblicare il suo primo romanzo quando aveva 43 anni, “Anna dagli occhi verdi”. È lei stessa a raccontarsi nella terza puntata della nuova edizione di quello scrigno di storie al femminile che è “Le ragazze”, il programma condotto da Francesca Fialdini in prima serata su Rai3 ogni martedì dove donne di diverse generazioni, famose e non, raccontano la loro vita e inevitabilmente l’intrecciarsi di questa con gli avvenimenti più importanti del nostro paese. Un microcosmo condotto con garbo e con sincero interesse dalla Fialdini che si conferma ottima intervistatrice e narratrice di storie che hanno il merito di farsi paradigma di tante altre esistenze.
Mi chiese di leggere. Se mi fossi opposta avrebbe sfasciato la casa
Sveva Casati Modigliani, che oggi ha 86 anni, estrae da una scatola alcune fotografie salienti della propria esistenza e apre il cassetto dei ricordi. Milanese, figlia di un commerciante di vini che, a differenza della madre, fredda e capricciosa, la indirizza alla lettura, è particolarmente interessante quando racconta la genesi del suo primo romanzo. Allora aveva 43 anni ed era spostata con il giornalista Nullo Cantaroni. Sveva Casati Modignani aveva deciso di dare uno stop alla sua attività giornalistica dopo la nascita del primo figlio: “Stavo a casa e mi occupavo di lui. Nei momenti di pace tranquillità ho iniziato a trascrivere le storie che da bambina mi raccontava il mio papà e la mia nonna. Un giorno mio marito mi chiese cosa stessi scrivendo. Gli risposi : “Non lo so”. Allora mi chiese di farglielo leggere. "Se mi fossi opposta, avrebbe sfasciato la casa. L’indomani mattina ero un po’ in ansia, mi chiedevo “l’avrà òletto? Non l’avrà letto?”. Poi mi sento chiamare: “Disgraziata! Vieni su!”. Arrivo in camera e mi disse: “Non mi hai fatto dormire tutta la notte. Hai scritto una cosa bellissima”.
Il nome inventato per suggerire nobili natali
Con i libri è nato anche il nome Sveva Casati Modignani, scelto dall’editore della Sperling e Kupfer al posto del suo vero nome Bice Cairati, con l’intento di suggerire nobili natali. I primi tre libri furono firmati in coppia con il marito. Poi Sveva, anche in conseguenza della malattia che lo colpì, decise di fare da sola. E possiamo sinceramente dire che ha fatto benissimo.