Il sesso estremo di Nicole Kidman scandalizza Venezia
“Mi piace indagare le donne, ma Babygirl mi ha reso vulnerabile”: ha dichiarato l'attrice al festival de cinema dove è stata acclamata per la sua interpretazione
Nicole Kidman ama scansare barriere e tabù, è difficile trovare nella sua carriera qualcosa che non hai mai fatto. Il pubblico l’ha sempre riconosciuta per questo: alzare l’asticella dei personaggi e delle storie che interpreta, e provare a sperimentare, anche se questo la portava a svelare qualcosa di sé che forse non avrebbe voluto. Ma se l’occasione valeva, da Moulin Rouge! a The Hours, che la portò all’Oscar come ottima Virginia Woolf, lei ha sempre accettato.
Quando si perde il controllo
Babygirl, la pellicola diretta dalla regista olandese Halina Reijn, in concorso alla Mostra di Venezia 2024, era una di queste. Qui è Romy, una manager di una grande multinazionale specializzata in robotica, sicura di sé, tra famiglia e lavoro (è sposata con un regista teatrale, interpretato da Antonio Banderas, ndr), che ad un certo punto, però, perde il controllo nei confronti di un giovane stagista. La stessa persona che in fondo la salverà, raccogliendone il grido d’aiuto, e trasformando in realtà le sue fantasie e morbosità, anche torbide, che ha sempre voluto si concretizzassero. Un film che si rivela, diventando lo specchio per narrare anche dei (nostri) desideri, e di quello che vorremmo, e possiamo concederci.
Sesso e potere, in un un thriller erotico
“Il film”, racconta la stessa Kidman, “parla di sesso, desiderio, dei nostri pensieri intimi, segreti, di matrimonio, verità, potere, consenso. Il linguaggio nel sesso è così complicato, ma questa è soprattutto la storia di una donna, spero liberatoria, narrata oltremodo da una donna, vista attraversa il suo sguardo; era un materiale molto profondo.
Qui non si dà un giudizio, ogni spettatore farà la propria, e diversa, interpretazione”.
“Mi piace indagare le donne, gli esseri umani, i loro labirinti, in tutte le sfaccettature, l’ho fatto anche in altre opere. Ma in questo caso il film mi lascia molto esposta, vulnerabile, spaventata. Oggi lo consegniamo al mondo, durante riprese invece si era creata un’atmosfera molto intima. Siamo tutti un po’ nervosi nel mostrarlo per la prima volta,
spero non si veda, sto tremando, ma sono orgogliosa di andare avanti con questo tipo di cinema. Anni fa al Festival di Cannes dissi, cercherò di dare più peso e spazio alle donne registe, per cambiare le proporzioni. Lo sforzo va avanti”.
Il suo corpo (mai) visto come un’arma
«In realtà», racconta ancora Nicole Kidman, «io mi avvicino alle cose in maniera artistica, non penso a queste cose. Mi chiedo semmai come posso abbandonarmi al personaggio e senza censurare la mia regista. Lei mi ha fatto stare al sicuro. Non penso al corpo, ma a come devo raccontare storia, al mio mio rapporto me stessa. Non mi sono mai sentita sfruttata nel film. Volevo questa storia e mi sono impegnata nel raggiungere l’obiettivo”.