Serena Rossi: "Noi napoletani non ci facciamo scalfire dalle cattiverie"

Protagonista di "SereNata a Napoli", uno show che è una dichiarazione d'amore per la sua città, svela: "Il napoletano incassa, lo fa con l'ironia giusta. L'ha dimostrato in tantissime occasioni. Siamo abituati, non ci fa neanche più male"

videointervista a Serena Rossi

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“Il napoletano incassa, non reagisce, lo fa con l'ironia giusta. L'ha dimostrato in tantissime occasioni. Siamo abituati, non fa niente, non ci fa neanche più male”. Serena Rossi sfodera un sorriso mentre risponde a tono all’inevitabile domanda sulle cattiverie contro Napoli e i napoletani che si sono riversate sui social all’indomani della forte scossa di terremoto che ha colpito di recente i Campi Flegrei, cattiverie di cui il rapper Geolier si è pubblicamente lamentato. Lei no. Però, da napoletana doc condanna quelle frasi di odio: “Non ho mai subito pregiudizi direttamente. Ma le cattiverie a quei livelli sono veramente tremende”. Ora Serena Rossi porta sul palco uno spettacolo che è una vera e propria dichiarazione d’amore alla sua città. Si intitola “SereNata a Napoli” con un gioco di parole sul suo nome ed è un mosaico di storie, canti e leggende che affondano le radici nella terra incastonata tra il Vesuvio e il mare. I suoi misteri, la filosofia, la religione e soprattutto la musica.

Che cosa ti affascina di Napoli e cosa ti accomuna alla tua città?

“Napoli mi affascina e mi ammalia da sempre. Non so se succede perché sono napoletana o no, forse sarebbe successo comunque, perché è una città veramente misteriosa, aperta, contraddittoria, luminosa, piena di buio, piena di storia, piena di contaminazione, è una città fatta di accoglienza. Sono tutti aspetti che me la fanno amare e che mi hanno fatto venire la voglia poi di portarla in scena e di raccontarla. Io mi sento molto napoletana, sono molto napoletana, credo, non so se sono misteriosa. Forse. Qualcuno me l’ha che sono misteriosa, quindi potrebbe essere, anche se in realtà credo di essere una persona estremamente aperta. E poi forse in questo spirito di generosità: ecco, credo di assomigliare a Napoli nella generosità d’animo, questo me lo voglio riconoscere”.

C'è qualcosa di Napoli che invece non condividi?

“Ci sono tante cose di Napoli che non mi piacciono, che mi fanno arrabbiare, ma che poi perdono puntualmente perché in amore, si perdona sempre. Forse una furbizia che a volte un po' mi dà fastidio e a volte anche un po' un piangersi addosso senza volersi prendere troppo le proprie responsabilità. Questa è una cosa che un po' mi fa arrabbiare”. 

Vivi da diverso tempo a Roma, com'è stato per te lasciare Napoli?

“Non è stato semplice perché ha coinciso con il mio diventare grande. Lasciare il nido per arrivare in una città grandissima, molto più grande, quindi piena di gente, molto caotica. È stato difficile da quel punto di vista perché comunque Napoli è la mia realtà, la mia quotidianità, la mia infanzia, la mia famiglia. Insomma mi sono sentita un po' sola appena sono arrivata a Roma. Però è stato uno stimolo a mettermi in gioco. Magari a Napoli a volte davo per scontate certe dinamiche nei rapporti. Invece a Roma me le sono dovute conquistare. Quindi alla fine è stato doloroso, però formativo”. 

Attrice, cantante, conduttrice, doppiatrice: qual è la Serena Rossi a cui non rinunceresti? 

“Alla Serena Rossi mamma e moglie, senza dubbio. E figlia e sorella”.

Qual è la canzone tua e di tuo marito Davide Devenuto? Anche in questo caso, centro Napoli?

“No, la nostra canzone d'amore non è napoletana, però ce n'è una che è diventata nel corso del tempo la nostra canzone e che canterò anche nello spettacolo. Si intitola “passione” e quando la canto penso a lui”. 

Da “SereNata Napoli” che cosa ci dobbiamo aspettare?

“È un viaggio all'interno di questa città, si parte da lì ma si arriva ovunque, è un viaggio anche all'interno di se stessi, è una serata fatta di musica, di parole, di immagini, di colore, di emozione, di riflessione, di divertimento e di commozione. È una serata un po' magica”.

19/03/2025
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