Botta e risposta di fuoco tra Serena Bortone e Anna Bernardini De Pace sull’antifascismo
Intervenendo sul caso della commemorazione fascista di Acca Larentia, la giornalista ha affermato che “dovremmo tutti dirci antifascisti”, suscitando la reazione dell’avvocata
Non è un periodo facile per il nostro Paese quello in cui in televisione si affermano frasi come “basta antifascismo”, lasciando intendere che sia un argomento trito. Evento che segue di poche settimane l’identificazione, da parte della Digos, di un giornalista che ha urlato alla Prima della Scala “Viva l’Italia antifascista”. Ma per fortuna gli anticorpi ci sono e un bel vaccino lo ha fornito al pubblico Serena Bortone, recentemente interessata dalle rivoluzioni registrate in Rai dopo l’avvento del governo Meloni. Considerata forse troppo “inclusiva”, la giornalista, autrice e conduttrice televisiva è stata trasferita dal pomeriggio su Rai 1 dove si era guadagnata un’importante fetta di pubblico con “Oggi è un altro giorno”, all'access prime time di Rai 3 con “Chesarà”, dimostrando comunque di non perdere mordente.
Lo scontro con Bernardini De Pace
Fra Serena Bortone e l’avvocata Annamaria Bernardini De Pace, nell’ultima puntata di «Chesarà» i toni si sono scaldati proprio sul tema dell’antifascismo e le ultime polemiche per i raduni con i saluti fascisti ad Acca Larentia. «Dovremmo tutti definirci antifascisti, la parola antifascisti dovrebbe essere unificante. Che dici Annamaria?». A questa domanda l’avvocata Bernardini De Pace è sbottata: «Basta parlare di fascisti e antifascisti. C’è la democrazia e ora siamo democratici. Ho capito, ma è stato sconfitto, basta. Il fascismo è stato sconfitto. Perché si deve continuare a tirare fuori questo argomento ogni volta? Erano mille persone su 60 milioni di italiani. Io mi meraviglio di te Serena che sei così libera».
“Sono libera proprio perché sono antifascista”
Ma Bortone ha replicato con forza: «Perché basta antifascisti? Magari basta fascismo. C’è la democrazia proprio perché il fascismo è stato combattuto e sconfitto. Però qui c’erano mille persone. L’argomento non lo tiro fuori io, ma chi scende in piazza e alza il braccio. Io di mio non ne parlerei. Purtroppo funziona così, se scendono in piazza con il braccio teso, io ancora mi indigno. Ti meravigli di me perché dovrei essere libera? Io sono libera proprio perché sono antifascista».
Elsa Morante e Vittoria Foa, per non dimenticare
Insomma, Bortone ricorda che in Italia abbiamo la democrazia proprio perché il fascismo è stato sconfitto, e in un periodo in cui l’opinione pubblica mostra spesso di avere la memoria corta, ogni occasione è buona. E fortunatamente non ci sono solo i casi di cronaca e gli approfondimenti giornalistici a farci da pro-memoria. In questi giorni sta infatti andando in onda su Rai 1 in prima serata la serie tv “La storia”, tratta dal romanzo di Elsa Morante, inserito tra i cento migliori libri di tutti i tempi. Se non si ha il tempo di leggere questo bellissimo testo, basta guardare la fiction per capire cosa fu il fascismo e perché è assai meglio l’antifascismo, anche oggi.
A questo proposito, ci aiuti sempre a ricordare cosa disse il partigiano e senatore Vittorio Foa a un senatore fascista: “Se aveste vinto voi, io sarei ancora in prigione. Siccome abbiamo vinto noi, tu sei senatore. Questa è una differenza capitale”.