Pino Insegno, l'amicizia con la Meloni e il ritorno in Rai: "Così rispondo alle polemiche. Insinna? Ecco com'è andata"
Il conduttore nell'occhio del ciclone per il suo doppio ritorno in Rai: "Come è avvenuto il passaggio del testimone con Flavo Insinna? A me dopo 500 puntate nessuno disse niente"
“Come è avvenuto il passaggio di testimone tra me e Flavio Insinna? Ma non lo so e non è importante. Nessuno si è mai chiesto, dopo che ho fatto 500 puntate di un programma, (“Reazione a catena, ndr) perché non ci fossi più io. Per cui non è assolutamente un problema. In questo passaggio di testimone è importante che si continui a lavorare bene, senza nessun problema. Come non c’è stato nessun problema quando in un programma non ci sono più stato io”. Pino Insegno, consapevole di essere nell’occhio del ciclone da mesi, ce la mette davvero tutta per non spazientirsi davanti ai giornalisti che, alla presentazione dei palinsesti Rai (leggi qui), gli chiedono conto di questo suo grande ritorno nella Tv di Stato con ben due programmi, a settembre nell’access prime time di Rai2 “Il mercante in fiera” su Rai2 e , da gennaio, “L’Eredità” su Rai1.
Nell'occhio del ciclone per l'amicizia con Giorgia Meloni
La sua amicizia con Giorgia Meloni, della quale ha anche condotto l’ultimo comizio pre-elettorale, è vista da molti come il motore che ha messo in moto questo doppio ritorno in Rai, accompagnato da tante polemiche soprattutto sui social. Ma Pino Insegno non ci sta ed è ben deciso a farsi scivolare tutto addosso e a far parlare per sé da una parte la sua storia professionale e dall’altra i risultati che è sicuro di portare a casa. “Le polemiche? Non vedo polemiche. La polemica sarebbe rispondere. Anch'io leggo i giornali e mi diverto a sentire cose che non sono mai uscite dalla mia bocca. Ma devo dimostrare in campo quello che valgo. D’altra parte sono 40 anni che faccio questo mestiere. Quello che ho fatto finora è già tanto. Non è abbastanza perché voglio ancora farne. Ma non voglio invecchiare presentando “Domenica in” a 92 anni. Ma la mia storia è visibile a tutti. Ed è quella che parla per me. Le polemiche lasciamo stare. Ci sono abituato”. E con un sorriso a denti stretti aggiunge: “Sono pure della Lazio e so quanto sia difficile vivere in una città come Roma essendo della Lazio".
Rivendico la mia storia personale lunga 40 anni
In quanto alla sua storia professionale, Insegno la rivendica con forza: "Sono esattamente 40 anni, a giugno, dal primo provino. Garinei, Verde e Siena mi videro nell'Allegra Brigata e Bramieri ci scelse per fare il sabato sera di Rai1. Ora è il 2023, e mi sembra giusto ricordare anche le quasi duemila puntate con la Premiata Ditta”. Ma rivendicare la propria professionalità non vuol certo dire prendere sottogamba i nuovi impegni. Anzi. “Il mio segreto è affrontare gli impegni come se fosse sempre la prima volta. Si tratta di un modo rispettoso di porsi nei confronti del pubblico. Ho sempre cercato di fare del mio meglio e non ho mai sbagliato: anche allo Zecchino d'oro, e ne ho fatti quattro, ho centrato il record di ascolti. L'importante è fare bene il proprio mestiere, la gente ti vuole bene a prescindere, non è che uno lavora in teatro solo perché conosce il padrone del teatro".
Ecco i miei obiettivi
Perciò quando gli chiediamo di commentare il suo ritorno clamoroso, scandisce che di clamoroso non c’è nulla visto che “il preserale l'ho già fatto e non è passato molto tempo da quando ho condotto 500 puntate di “Reazione a catena”. E la prima serata di Rai1 la conosco bene... Ho fatto anche “Pronto chi gioca”, “Domenica in” e quest'anno raggiungerò le duemila puntate in tv". In quanto agli obiettivi chiarisce: “Quello del Mercante in fiera su Rai2 è portare l'attenzione su una rete che magari in questo momento non brilla: l'idea ci era venuta con il compianto Ludovico Di Meo, per provare a fidelizzare un pubblico alternativo al Tg1 e al Tg5. E il Mercante, che ha avuto successo sulle reti Mediaset, ci sembrava il format giusto. Siamo come una squadra che non lotta per lo scudetto o per le coppe, ma punta a fare un buon campionato". In quanto all’Eredità “l’obiettivo è quello di continuarne i fasti a cui Rai1 ci ha abituato”.