Paola e le lezioni di Vecchioni, Chiara e la conversione all'ebraismo: fenomenologia delle regine dell'estate

Una storia musicale iniziata quando avevano vent’anni, e oggi che ne hanno 50, la Fenomenologia di Paola e Chiara si è fatta più complessa

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Uno arriva e pensa di andare ad ascoltare Paola e Chiara e di trovarsi in un semplice concerto, fatto di tormentoni estivi e di musica leggerissima, che più leggera non si può.

E invece si trova dentro un’esperienza quasi mistica, un rito con tutti i suoi elementi. Come ha teorizzato una filosofa del giornalismo di cui ho enorme stima una “Fenomenologia di Paola e Chiara”. Con connesse domande quasi ontologiche: “Chi è prigioniero di chi? Noi di loro? O loro di noi?”.

Ed effettivamente è una lunga storia, praticamente coincidente con il trentennio berlusconiano, anche sociologicamente e antropologicamente, e iniziata quando avevano vent’anni e già il titolo del primo disco diceva tutto: “Ci chiamano bambine”. Un disco uscito dopo due anni da coriste degli 883 scoperte da Claudio Cecchetto, straordinario talent scout che in quegli anni vantava - oltre a Max Pezzali e Mauro Repetto (quello che ballava dietro) - anche Sandy Marton, Jovanotti al suo esordio, Fiorello, Sabrina Salerno, Taffy, Amadeus, Tracy Spencer e tutti quelli con cui siamo cresciuti in quegli anni.

 
 
 
 
 
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Perché è una storia, generazionale, assolutamente generazionale, quella di Paola e Chiara.

Nata con “Amici come prima”, quando sembravano legate alla scuola irlandese e a sonorità celtiche poi evoluta verso un pop nazionalpopolare che con “Vamos a bailar” ha trovato l’erede di “Sarà perché ti amo” o di “Mamma Maria”. E la citazione dei Ricchi e Poveri, a Genova, a casa di loro quattro, è doppiamente azzeccata.

Ora quelle ragazze sono cresciute e le notizie sulla loro vita privata sono basiche: Chiara, quella bionda, ha cinquant’anni; convertita all’ebraismo, poi sposata a Cipro, poi di nuovo libera e attualmente vive fra Milano e Los Angeles.

Paola, invece, diplomata al liceo classico dove ha avuto come professore di latino, greco e italiano Roberto Vecchioni, è fidanzata da 15 anni con un fotografo di moda.

Insieme, poi, si sono ritagliate il ruolo di icone della comunità gay, di cui difendono i diritti. E che è diventata la loro seconda vocazione.

Il concerto

Insomma, per rispondere a questi quesiti non c’è niente di meglio che sentire le due dirette interessate, le sorelle Lezzi, ed assistere al loro concerto in piazza della Vittoria a Genova in occasione di Ocean Race, la regata più estrema del mondo che è arrivata in Liguria dopo aver girato tre continenti. Il titolo della rassegna era “A vele spiegate” ed è Paola a raccontare i dubbi che avevano prima di iniziare a cantare: “Pensate, ci avevano detto che a Genova siete un po’ freddini”.

La prova al contrario avviene proprio con le migliaia di persone in piazza, che cantano ogni nota delle canzoni delle due sorelle senza sbagliare un verso e, pure, non siamo al concerto di De Gregori. Eppure, e qui arriva la prima risposta alle nostre domande, è come se i nostri neuroni – i miei per primi – fossero in qualche modo occupati dai ritornelli di Paola e Chiara e non sia possibile in alcun modo sfuggire da questa schiavitù.

Tutti sanno tutto, c’è gente che si è fatta centinaia di chilometri in treno per essere qui e seguirle con le lettere argentate gonfiabili delle feste di compleanno: una P e una C, ovviamente. Presente ovviamente il mondo dei Pride, di cui in qualche modo sono le beniamine assolute, nuove icone dopo Raffaella Carrà.

E a questo punto sono loro a raccontarsi al pubblico, mettendosi a nudo. Per la verità, a parlare, è quasi sempre Paola, la mora, la sorellina minore (di un anno solo), ma che è estroversa e chiacchierona quanto Chiara, la bionda, è riservata e taciturna: “Diciamolo chiaramente, non saremmo state qui senza di voi”. “Siamo tornate e li abbiamo ritrovati tutti e anche di più e quindi siamo felicissime”

Dalla piazza arriva un boato ed è chiaro che il riferimento è alla separazione del 2013 perché “Non si può avere sempre lo stesso entusiasmo entrambe, a un certo punto uno non è che smette di crederci, ma non ce la fa più” avevano raccontato all’epoca.

Ma, per l’appunto, c’era il pubblico, come hanno raccontato a poche decine di chilometri da qui il giorno del ritorno  sul palco del teatro Ariston di Sanremo per il Festival del 2023, con “Furore” che è quasi un riassunto della loro musica. E anche qui il racconto di Paola e Chiara è stato travolgente di emozione, con dieci anni raccontati in poche parole nelle interviste sul ritorno: “La scorsa estate semplicemente, tramite dei video virali, ci hanno chiesto se fosse possibile una nostra reunion, e noi abbiamo iniziato a ripensare a questa idea. Abbiamo seguito il corso naturale delle cose, nel senso che non abbiamo pensato direttamente a come ci saremmo potute sentire a rientrare nella grande discografia della musica italiana, ma abbiamo semplicemente seguito l’onda di quello che accadeva con le persone che ci volevano, complice una certa sonorità del 2000, il desiderio di una sorta di revival, volevamo semplicemente divertirci. Quando poi è arrivata la conferma di Amadeus per il Festival di Sanremo, a cui non pensavamo, abbiamo realizzato che stava realmente accadendo e stiamo vivendo tutto questo come un evento inaspettato di cui siamo contente. No, siamo rimaste sorprese, credo non sia mai scontato per nessun artista che il pubblico sia così caloroso e desideroso di vederlo sul palco ancora insieme. Nel nostro caso penso sia stata l’assenza che ha giocato un ruolo importante e anche l’amore e la devozione che abbiamo seminato negli anni, insieme alla coerenza.

Nel nostro lasciarci nel 2013 la gente ha percepito da parte nostra il dolore e la sofferenza di questa storia interrotta, e nonostante abbiano sofferto anche i nostri fan, hanno profondamente rispettato la nostra coerenza nel prendere determinate decisioni e non tornare indietro un secondo dopo. Nel frattempo credo abbiano anche apprezzato che non abbiamo azzardato con ritorni strani o trasmissioni televisive che non avrebbero rappresentato a pieno il nostro mood artistico, rispettando la nostra storia fino in fondo: credo che la gente abbia capito questa cosa e ci abbia restituito tanto affetto”.

E proprio il pubblico  ricambia cantando tutte le canzoni, strofa per strofa e, persino per chi non conosce tutte Paola e Chiara minuto per minuto, scopre di conoscere tutte le canzoni: l’ultimo singolo “Mare caos”, “Viva el amor”, ovviamente “Furore”, “Festival”, “Fino alla fine”, “Kamasutra”, “A modo mio”, fino ovviamente a “Vamos a bailar”.

Chiara è minuta e taciturna, Paola è diventata ancora più donna, fisicamente imponente e quasi una dea matronale dell’antichità, una Cleopatra 4.0. E il ricordo va a addirittura 26 anni fa, quando erano bambine e non donne: “Vi ricordate “Amici come prima”? Era il 1997, il tempo vola. Chi c’era di voi? Noi cambiamo ma in modo flessibile, seguiamo dolcemente il flusso della vita, anche quando la vita ci mette un po’ al muro. Questo è cambiare pagina”.

Il pubblico è trasversalissimo, intergenerazionale, di ogni età, di ogni provenienza, di ogni look, e si riconosce anche nei riferimenti generazionali di Paola e Chiara. Ad esempio, quando presentano il batterista che si chiama Terence, Paola ricorda: “E sapete perché si chiama Terence? Dai che potete arrivarci….”. Dalla platea arriva subito la risposta: “Bravissimi, Terence come il personaggio di Candy Candy, con cui siamo cresciute tutti. Ed è per questo che oggi siamo così”.

Ed è come se ci fossero due Paola e Chiara: quelle di oggi, molto sciure che ti aspetteresti anche a fare le spese con le sportine che sono sul palco a cantare, e quelle patinatissime dei video alle loro spalle, quasi ologrammi delle Paola e Chiara attuali. C’è molto clima anni Ottanta-Novanta dietro, con i ballerini a torso nudo, molto fassbinderiani (“avete visto come sono notevoli questi ragazzi?” li apprezza Paola) e con le coreografie di Luca Tomassini. E poi tutto il mondo del Pride, di cui sono paladine, e decine di cartelli sexy, che Paola legge divertendosi moltissimo: “Ti fumi una siga con noi?” e ride: “Ragazzi il fumo fa male”, divertitissima.

Il resto è “Per sempre”, la raccolta dei successi di Paola e Chiara con una serie di ospiti straordinari: Elodie, Federica Abbate, Jovanotti, Ana Mena, Max Pezzali, Emma, Gabry Ponte, Levante, Noemi, Cosmo e tantissimi altri.

In più, da pochissimi giorni, “Lambada”, il nuovo singolo insieme a Boomdabash. Cioè le regine dell’estate con i re dell’estate, superlativo di superlativo.

L’assalto al titolo di tormentone dell’estate è partito.

05/07/2023
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