Riccardo Milani e Paola Cortellesi, la coppia d’oro del cinema e della tv cui Morandi fece da Cupido. Così è nato il loro amore
“Quando scriviamo una sceneggiatura – dice Paola - siamo a un passo dal divorzio perché litighiamo pure sulle virgole”. A casa hanno camere separate ma il loro sodalizio è stabile
Sono la coppia d’oro del cinema e della televisione italiane, Riccardo Milani e Paola Cortellesi, sposi dal 2011, con lei che sta dominando le classifiche degli incassi con lo splendido “C’è ancora domani” e lui che arriva nelle sale con un evento speciale, “Io, noi e Gaber”, un docufilm dedicato a Giorgio, gigante dei nostri tempi, sempre trent’anni avanti sui tempi, come solo Pier Paolo Pasolini e Leonardo Sciascia lo sono stati, dando un senso alla parola “intellettuale”.
Riccardo e Paola sono stati a presentare i rispettivi film a Genova nei giorni scorsi e nessuno dei due ha pubblicamente citato l’altro perché, pur avendo lavorato spesso insieme, hanno carriere assolutamente autonome una dall’altra.
Eppure, anche non citandosi, basta parlare un’ora con entrambi per capire perché sono sposati da oltre dieci anni, dopo altri dieci di fidanzamento: sensibili, dolci, gentili, riservati, ironici e autoironici, soprattutto mai scontati e con voglia di ragionare, sempre.
Insomma, Dio li fa e poi li accoppia
E allora raccontiamola questa storia, iniziata nel 2003 sul set di “Il posto dell’anima”, il racconto con la regia di Milani sulle vicende di un paese dove vivono gli operai di una multinazionale americana che chiude. E rischia di mandare in pezzi non solo il lavoro, ma anche vite e famiglie. A raccontare la loro resistenza contro la chiusura sono Silvio Orlando, Michele Placido, Claudio Santamaria e per l’appunto Paola Cortellesi: “Per ‘Il posto dell’anima’ – raccontò il regista - volevo una protagonista forte, che parte dal paesino per cercare lavoro. Era un film più drammatico di altri e mi serviva uno sguardo anche malinconico.
L’avevo vista fare cose divertenti in tv, ma sentivo in lei qualcosa di amaro. La vidi a casa di Gianni Morandi, faceva le prove di uno spettacolo in giardino. Aveva i sandali, arrivò sudata, coi piedi sporchi di terra. Finge di arrabbiarsi se lo racconto”.
Gianni Morandi, cupido della loro storia
E proprio Gianni Morandi è uno dei Cupidi di questa storia anche oggi: è amico di entrambi, è uno dei testimoni che racconta Gaber a Milani, con la sua empatia assoluta che traspare anche dal grande schermo, con la Cortellesi e Lorella Cuccarini ha condotto “Uno di noi”, lo show del sabato sera abbinato alla Lotteria Italia 2003, e sul film ha scritto un post commentatissimo: "Cara Paola, ho visto il tuo film. L'ho trovato straordinario in tutti i sensi. Tu, al di sopra di tutto, come attrice e di più ancora come regista. La ricostruzione di quel dopoguerra, gli ambienti, le facce degli attori che hai scelto…. Mi sono commosso in tanti momenti, Anna ed io abbiamo pianto, pure di gioia! Anche Valerio è bravo, l'ho odiato…Penso che sia un bellissimo film che tutti dovrebbero vedere! Ripenso a quando ti ho conosciuta, vent'anni fa e sono orgoglioso di aver percorso un bel pezzo di strada insieme a te. Sei una donna formidabile, ti voglio tanto bene. Gianni".
Insomma, se c’è un minimo comune multiplo e un massimo comune denominatore contemporaneamente fra Riccardo e Paola, questo è Gianni Morandi.
Il resto ce lo mettono loro, accomunati dalla sensibilità. I due hanno raccontato anche i rispettivi film quasi specularmente, spiegando che non li avevano visti preventivamente. Riccardo: «Non sapevo nemmeno la storia del film di Paola, salvo che era in costume. Ho visto il film finito».
Paola: “Il film di Riccardo su Gaber non l’ho ancora visto”. E quando le dico che è bellissimo e che io parlando con lui l’ho paragonato a un capolavoro fra i documentari come “Ennio” che Giuseppe Tornatore ha dedicato a Morricone, Paola sgrana gli occhi: “E lui che ti ha detto? Ci avrà mica creduto? Fosse vero significherebbe che ho sposato un mostro”, con risata contagiosa.
Le vite parallele
Ci vorrebbe un Plutarco per raccontare le vite parallele di Riccardo e Paola. Anche perché parlano pochissimo del loro privato e non sono mondani e lui ha recentemente raccontato:
“Non ci portiamo il lavoro a casa, non frequentiamo feste, terrazze e salotti. Andiamo alle anteprime solo degli amici e a teatro paghiamo il biglietto».
E quando lavorano insieme, spesso e volentieri litigano sia nell’elaborazione della storia, battibeccando simpaticamente come Sandra e Raimondo davanti ai loro colleghi:
“Quando scriviamo una sceneggiatura – ha raccontato Paola - siamo a un passo dal divorzio perché litighiamo pure sulle virgole”.
E insieme hanno lavorato spesso: con “Il posto dell’anima”, per l’appunto. E poi “Piano, solo”, “Scusate se esisto!”, “Mamma o papà?”, “Come un gatto in tangenziale”, “Ma cosa ci dice il cervello” e “Come un gatto in tangenziale -Ritorno a coccia di morto” (e di questi ultimi quattro Paola è stata anche co-sceneggiatrice insieme a Riccardo. Ma anche a Giulia Calenda e Furia Andreotti che insieme a lei hanno scritto la sceneggiatura di “C’è ancora domani”) e in tivù un episodio di “Tutti pazzi per amore”.
Insomma, raccontano:
“Lavorare insieme porta qualche incomprensione, per noi sono molte. Ci mandiamo anche al diavolo. Però c’è molta differenza tra set e casa: a casa c’è un’atmosfera più malinconica e noiosa…“.
Anche se il parallelo con Sandra e Raimondo, in realtà la Cortellesi lo lascia per Valerio Mastandrea, con cui fu fidanzata da ragazza e che oggi è uno dei suoi migliori amici, oltre che il coprotagonista di “C’è ancora domani”. I due, nel video de “La descrizione di un attimo” dei Tiromancino, di cui lei è stata anche regista, giocano a rifare le sigle dei programmi storici di Vianello e Mondaini, “ma mi sa – ride lei – che oggi Sandra e Raimondo siamo proprio io e Valerio”.
Ed è bellissimo il racconto delle serate di mamma Cortellesi a leggere un libro per ragazzi alla loro figlia Laura, con il racconto della nonna che faceva la sarta perché aveva fatto l’avviamento come toccava alle ragazze, ma soprattutto tanti altri episodi di un’Italia color seppia in cui uomini e donne erano divisi da un abisso di diritti e l’undicenne Laura che chiede: “Ma davvero mamma l’Italia era così?”.
La casa con le camere separate
Nel vortice di riservatezza che circonda Paola e Riccardo, sappiamo che il loro appartamento ha camera da letto e salotto divisi da un portone, e che la coppia ha comprato insieme una sedia da cinema in un mercatino a Pescasseroli, in Abruzzo. Ed è proprio in Abruzzo che i due potrebbero abitare, a giudicare dalle interviste del regista. Che ha confessato le sue passioni: “Mi piace cercare di avvistare orsi, lupi, cervi”.
E forse non è un caso se “Il posto dell’anima”, il film galeotto sul cui set si sono innamorati, è stato girato quasi tutto in Abruzzo: a Vasto, nella località al mare di Punta Penna, a Cupello, a Pescasseroli nel Parco Nazionale d’Abruzzo e a San Sebastiano dei Marsi e poi a Schiavi d’Abruzzo nel Parco Nazionale della Maiella.
Il cerchio si chiude.