Natale in tv: i film imperdibili a cominciare da "Il Grinch" che piace tanto a Fedez

Il Natale televisivo, quello che scalda il cuore, diverte, emoziona e ci fa tornare indietro bambini, diventa ogni anno un appuntamento sacro

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Piccoli lord, “grandi dittatori”, cioccolatieri inventivi, bambini abbandonati a casa proprio durante le feste, o addirittura Santa Claus in cerca di sé stessi (e della propria identità) o da boicottare, veicoli di nuovi miracoli e desideri inesplorati, le atmosfere (immortali) di Disney e Pixar. Insomma il Natale televisivo, quello che scalda il cuore, diverte, emoziona e ci fa tornare indietro (adulti compresi) bambini, diventa ogni anno un appuntamento sacro, a cui è impossibile rinunciare, vivendo insieme a chi si ama. Una poltrona per due di John Landis, con Eddie Murphy, Dan Akroyd, Jamie Lee Curtis, apre le danze proprio la Vigilia del 24 dicembre su Italia 1, non si scappa, è addirittura riuscito in sala per qualche giorno, insaporendo i fan. Per il resto i palinsesti, e così le piattaforme (Netflix, Disney+), già traboccano di appuntamenti, traghettando seguaci e nottambuli, piccoli e grandi, verso pure la notte di San Silvestro e dell’Epifania. Difficile fare una selezione, seppur ci siano dei titoli a quali non bisogna rinunciare.

I 5 classici (con qualche altra curiosità) da rivedersi:

1) Il Grinch (o Jack Skeletron), contrapposti alla “pattuglia” Disney (Pixar) e di Miyazaki. Chi ha detto che a Natale bisogna essere per forza felici? Ci pensa Jim Carrey, il mattatore perenne nei panni de Il Grinch la figura verde e pelosa, poco consolante, inquietante, malinconica (chi non lo è in certi casi...), a rovinare (apparentemente) le feste, pronto a ricredersi nei confronti di chi in questa celebrazione ci crede davvero. Un film (l’anno prossimo compirà 25 anni) diretto da Ron Howard, il regista delle meraviglie e per ogni genere. Ma a fare danni ci pensa anche il Jack Skeletron, Re delle Zucche e del Terrore di Nightmare Before Christmas, stufo di spaventare solo il 31 ottobre, ritrovatosi per puro caso nella Città di Natale, il luogo dove regnano gioia, colore, luce, dove (aiuto!) vuole sostituirsi a Babbo Natale. Natale vuol dire, soprattutto, grandi e recenti classici animati. La scelta è sterminata: La carica dei 101, Balto, Gli Aristogatti, Cenerentola, Biancaneve e i sette nani, Toy Story, Cars, Mulan, Luca, Aladdin, La bella e la bestia, a cui aggiungere tutto il mondo di Hayao Miyazaki, partendo dall’ultimo capolavoro Il ragazzo e l’airone. Parola chiave: continuare a sognare, anche partendo da un incubo a colori.

2) Da Mamma, ho perso l’aereo a Mamma, ho riperso l’aereo: mi sono perso a New York Una doppietta filmica e mitica, protagonista Macaulay Culkin, che da allora rimane “incastonato”, incapace di crescere per diverse generazioni, grazie a un sorriso da mascalzone e furbetto: il segno dell’immortalità filmica. Un racconto (il primo) di culto firmato da John Hughes, e che si rinnova, nonostante si sia visto decine di volte, là dove veniva dimenticato dalla propria famiglia, prima di partire per le vacanze, ritrovandosi a difendere la propria casa con invenzioni geniali, e a “combattere” due ladri maldestri (uno era Joe Pesci). Nel secondo (con un Donald Trump guest star, rieletto Presidente USA), New York diventava, suo malgrado, la base per disperdersi, e ritrovare vecchi nemici. Il finale è lieto e dà il consueto messaggio: meglio riappacificarsi prima, piuttosto che rimanere arrabbiati.

3) Il piccolo Lord Ricky Schroeder è da sempre Il piccolo Lord. Un gioiello vero, in cui di fatto lo spirito natalizio fa capolino solo nel finale, in quella tavolata succulente e accogliente, nella quale, però, tutti prendono posto, servitù e ricchi, dal Conte di Dorincourt (un sontuoso Sir. Alec Guinness), finalmente sollevato nel trovare il suo erede in Lord Fauntleroy, trasformandosi da vecchio burbero, in un nonno premuroso. Un uomo che così si (ri)apre alla vita e al perdono, guardando al futuro attraverso uno sguardo nuovo.

4) Da Frank Capra a Chaplin, fino a Charles Dickens e i suoi fantasmi. La vita è una cosa meravigliosa di Frank Capra è una lezione filmica, senza tempo, in cui il protagonista, George Bailey (James Stewart), dopo aver aiutato tutti, rinunciato a sogni e ambizioni, si ritrova al limite del baratro, disperato, al punto da decidere di farla finita per sempre, suicidandosi proprio la viglia di Natale. In suo soccorso arriva un “Angelo Custode di Seconda Classe” (visto che non ha ancora le ali), ma ben determinato a compiere il suo dovere, salvandolo dagli abissi dell’inferno. Sir. Charlie Chaplin (ri)diventa (ma bisogna aspettare per forza Natale?) un volto a cui guardare sempre, con gioia, riflessione e divertimento: morì proprio nella notte tra il 24 e il 25 dicembre 1977, scolpendo il tempo. Da allora scocca l’orologio e si fanno comunque intere maratone: Il grande dittatore, Il monello, Luci della città, La febbre dell’oro, Il circo, o Tempi moderni. Infine, l’immancabile Canto di Natale di Charles Dickens, un romanzo tra i più letti, coi suoi fantasmi dei Natali passati, presenti e futuri, in grado di aiutarci a capire chi siamo (stati), o come potremmo essere. La versione più divertente, quella con Bill Murray in S.O.S. Fantasmi, la più pirotecnica, quella diretta (e piena d’effetti ed effetti) da Robert Zemeckis in A Christmas Carol.

5) Willy Wonka nei suoi tre “strati” di cioccolato. Willy Wonka, il cioccolatiere più famoso della letteratura, inventato da Roald Dahl, dal 1973, ci riempie di dolciumi e invenzioni. Per alcuni rimarrà nelle sembianze di Gene Wilder, nella pellicola originale e intoccabile, Willy Wonka e la fabbrica di cioccolato, per altri è Tim Burton, con Charlie e la Fabbrica di Cioccolato, dando un estro moderno a Johnny Depp, rinnovando l’immaginario. Per i teenager forse è solo Timothée Chalamet nel musical Wonka.

24/12/2024
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