Nancy Brilli: “Il maschilismo nel cinema e il bullismo delle colleghe. Le mani in c..o che mi sono dovuta togliere"
"Mi auguro che una giovane attrice non abbia più a che fare con le tante mani al culo che noi ci siamo dovute togliere. Però ho anche visto il bullismo di certe colleghe con le più giovani: arrivavano a farle piangere, disgustoso". Il ritorno dell'attrice a Pechino Express
Nancy Brilli, 60 anni da compiere il prossimo 10 aprile, e le sue «varie vite, almeno quattro», ci svela, sono però l’ulteriore emblema di una donna, attrice, votata al cambiamento e padrona del suo destino (artistico e non), con all’orizzonte l’amato teatro (pure come produttrice), un prossimo debutto alla regia, in un cortometraggio, e tutto quello che in futuro la farà divertire.
Per il momento, però ce la godiamo, in coppia con l’attore-regista e amico Pierluigi Iorio, nella nuova edizione di Pechino Express, in onda dal 7 marzo su Sky, e che li porterà, contro altre sette coppie, in Asia, dal Vietnam al Laos, fino allo Sri Lanka, tra sfide estreme, rincorse (nel fango) e missioni, ma anche scoprendo ed esplorando meglio chi è.
Ho scoperto la capacità di superarmi
“Ne siamo usciti vivi”, scherza. “Non mi aspettavo quanto fosse sfidante questo gioco. Certo è un viaggio, una gara, ma mi sono divertita come una pazza, non pensavo soprattutto di essere in grado di fare tante cose. Qui ho riscoperto una certa energia. Sono 40 anni di carriera, per quanto mi riguarda, ma se guardo nel mio zaino simbolico ci trovo un sacco di cose, di esperienze, di vita. Tanta roba. Cosa ho scoperto maggiormente in un’avventura del genere ? La capacità di superarmi”.
E a scorrere il suo album fotografico si trova davvero “tanta roba”, per citarla: dal teatro al cinema, molta commedia, Maschi contro femmine, Ex, bravissima in Italia-Germania 4-3, o in Piccoli equivoci diretta da Ricky Tognazzi, e per il cui ruolo vinse un David di Donatello come miglior attrice non protagonista, e grandi collaborazioni, fin dall’esordio, con Pasquale Squitieri, al fianco di Claudia Cardinale, in Claretta, il primo film. Ma è anche grazie alla miniserie e serie tv di fine anni ‘90 e inizi 2000, se è riuscita ad entrare nelle case della gente, ad essere, e diventare, quel volto riconoscibile, rassicurante, ironico, elegante, che abbiamo potuto vedere in lavori come Il bello delle donne, o Commesse.
Il maschilismo nello spettacolo
“Il cinema mi ha delusa, ma Pechino mi ha fatto ricordare che ho coraggio: non aspetto più, voglio fare. Il maschilismo nello spettacolo è ancora presente, ma va meglio. Mi auguro che una giovane attrice non abbia più a che fare con le tante mani al culo che noi ci siamo dovute togliere. Però ho anche visto il bullismo di certe colleghe con le più giovani: arrivavano a farle piangere, disgustoso.”, come ha dichiarato a Chiara Maffioletti in alcuni passaggi e risposte, nella lunga intervista concessa, e rilasciata in esclusiva al Corriere della Sera, uscita il 6 marzo 2024.
Ho dovuto lottare per proteggere me stessa
“Ho dovuto lottare tantissimo per proteggere me stessa”, dice infine a noi di Tiscali, “perché è molto facile che ti vengano proposti gli stessi stereotipi. Magari ha avuto successo un ruolo e te lo propongono finché non crepi, hai 187 anni e devi fare ancora la pin up, no, non è possibile. Difficilissimo. Però, questo Pechino Express mi ha fatto proprio faticare.
Io ho faticato tanto, anche fisicamente, in questa lunga carriera. Pechino è stata una fatica fisica, psicologica, di comunicazione, devi avere a che fare con delle persone che ti vedono come un pazzo, sporco, fino ai piedi, che bussa alle loro porte, e devi far sì che ti accettino. È stato impressionante per me, essere, lo ripeto, in grado di fare questo”.