Angelina sfiora Brad Pitt. Lady Gaga e Nicole Kidman tra eros e thriller: i 10 motivi per vedere Venezia
Ma anche Monica Bellucci plasmata dal suo amore Tim Burton, Yoko Ono e il doc su John Lennon, e un certo M che sta per Mussolini: dal 28 agosto ce n'è per tutti
Mostra di Venezia che lasci (quella degli 80 anni, festeggiati nel 2023), Mostra di Venezia che ritrovi, la numero 81. Ma lo stupore, la voglia di esserci, è quello della prima volta. Per il sottoscritto fu nel 1996, a 17 anni, secoli fa. L’appuntamento cinematografico, tra i più importanti e storici del calendario, consolidatosi ormai in termini strategici (più del Festival di Cannes) in vista Oscar, (ri)torna in tutto il suo splendore, in programma dal 28 agosto al 7 settembre.
Il Lido, luogo “sacro” e trainante per eccellenza, rinnova così un rituale antico e moderno, ricco quest’anno di star (assenti l’anno scorso a causa dello sciopero degli attori e sceneggiatori americani), ma che non rilasceranno interviste, appuntamenti, stile, sostanza. Un luogo, dunque, che è già di per sé un film, dove potersi immergersi attraverso storia e le storie, la tradizione generazionale, alternando nuove tendenze, i volti da scoprire ulteriormente (vedi la madrina di apertura e chiusura, l’attrice italiana Sveva Alviti), altri da riabbracciare (Isabelle Huppert, splendida Presidente di Giuria che assegnerà il Leone d’Oro), linguaggi innovativi, tematiche da approfondire, o i Leoni (2024) alla Carriera, Peter Weir e Sigourney Weaver. La Mostra si mette allora in Mostra per quello che è un appuntamento ormai sacro. Una bolla veneziana imperdibile e caotica (il bello è quello, cosa scegliere), fatta da anteprime mondiali (la sezione Giornate degli Autori o della Sic regala sempre sorprese) anche per le alcune serie televisive, addetti da tutto il mondo, giornalisti, studenti, produttori, fan, o curiosi indomiti, accalcati intorno al red carpet a caccia di selfie e autografi. C’è spazio per tutto e tutti, e succede in un fazzoletto di pochi chilometri, dal lungo Viale Marconi al Casinò, la Sala Giardino, la Sala Darsena, la leggendaria Sala Grande, lo storico Hotel Excelsior, il Lion’s Bar, ai baracchini-totem.
Ecco i 10 motivi per cui vale la pena esserci
1. Tim Burton e il “dispettoso” Beetlejuice Beetlejuice
A 36 anni dal film che lanciò attori come Michael Keaton, Winona Ryder, Catherine O’Hara, ecco il sequel che tutti (forse nemmeno lo stesso regista se lo aspettava) non avrebbero pensato si potesse realizzare. Ed invece eccoci. Un sogno visivo, irriverente, tra il presente e l’Aldilà, firmato ancora da quel genio qual è Tim Burton, che aprirà ufficialmente la Mostra del Cinema il 28 agosto alla presenza del medesimo cast, nessun assente, con qualche new entry, da Monica Bellucci a Jenna Ortega (protagonista della serie di Mercoledì, proprio diretta dal regista inglese). Lo spiritello porcello e irriverente Beetlejuice è pronto a “spaventare” e a farci divertire, in sala poi dal 5 settembre.
2. L’intreccio – confronto tra gli ex Brad Pitt e Angelina Jolie
Il programma parla chiaro: loro non si incontreranno, perché posizionati nel calendario in giorni diversi. Eppure pensarli vicini, nemici e in lotta per i figli (ora), inseparabili (prima), suggestiona. Angelina Jolie sbarcherà al Lido quasi subito, in un biopic temporale tra i maggiormente affascinati da vedere, Maria, firmato dal regista cileno Pablo Larraìn (lo stesso che realizzò quelli su alcuni momenti di Jackie Kennedy e Diana Spencer) incentrato qui sugli ultimi giorni di vita della grande Maria Callas, contornata dai fidati assistenti italiani, qui interpretati da Pierfrancesco Favino e Alba Rohrwacher. Il Brad internazionale sarà in Wolfs – Lupi Solitari, fuori concorso, nel thriller che segna una nuova collaborazione con l’amico George Clooney, in cui saranno due killer. E per quel giorno immaginiamo il delirio.
3. Leni Riefenstahl, Yoko Ono e John Lennon
Il documentario come forma di studio, analisi e intrattenimento. Ne abbiamo di esempi, ne avremo anche qui. Due su tutti, Riefenstahl, diretto da Andres Veiel, incentrato sulla controversa regista del Terzo Reich e di Hitler. Un ritratto che, si annuncia, inedito, esplorandola attraverso documenti provenienti dal fondo Riefenstahl, filmati privati, foto, lettere e registrazioni, frammenti della sua biografia. Dall’altra parte Kevin Macdonald (insieme a Sam Rice-Edwards), che recentemente aveva realizzato un ulteriore racconto intimo e diretto su John Galliano, qui si tuffa indietro nel tempo per una coppia d’oro all’avanguardia e generazionale in ogni aspetto, John Lennon e Yoko Ono. In One to One: John & Yoko ci ritroviamo nella New York del 1972, con al centro il concerto di beneficenza One to One per bambini con bisogni speciali, l’unico realizzato completo da John Lennon dopo l’ultimo con i Beatles nel 1966.
4. Il cinema italiano pronto a stupire: da Amelio a Piazza e Grassadonia.
Il concorso principale avrà ben 5 titoli firmati da autori italiani, e, sulla carta, ce la possiamo giocare per i premi. Gianni Amelio, habitué della Mostra (Leone d’Oro per Lamerica) presenterà Campo di Battaglia con Alessandro Borghi, ambientato durante la Prima Guerra Mondiale, in cui è un ufficiale medico. Antonio Piazza e Fabio Grassadonia, autori coraggiosi e mai banali, ci condurranno invece in Iddu, il film (in sala dal 10 ottobre) in cui Elio Germano sarà Matteo Messina Denaro e Toni Servillo, un politico uscito di prigione, che cerca di collaborare per catturarlo. E poi ancora Maura Delpero con Vermiglio, Valerio Mastandrea (aprirà la sezione Orizzonti) al debutto in un lungometraggio con Nonostante, e chiaramente Diva Futura di Giulia Louise Steigerwalt, che narra dell’agenzia fondata da Riccardo Schicchi (interpretato da Pietro Castellitto) che lanciò nomi come Cicciolina e Moana Pozzi. Senza dimenticare il film di chiusura, L’orto americano di Pupi Avati, o Il tempo che ci vuole di Francesca Comencini.
5. Queer di Luca Guadagnino
Alberto Barbera, Direttore Artistico della Mostra, lo ha definito tra le cose (incredibili) di questa edizione. E da quello che sono le premesse, probabilmente lo sarà. Luca Guadagnino traduce in concretezza una sfida, adattare il secondo romanzo di William Burroughs, un diario personale, emotivo, ambientato in Messico e che parla di relazioni. Al centro un personaggio, un attore, come Daniel Craig, che lasciati i panni di 007, si trasformerà come non lo avete mai visto.
6. Joker: Folie à Deux
Quando la Warner Bros accettò di inviare Joker nel concorso principale nel 2018 forse non si aspettava il successo stratosferico di allora, Leone d’oro come miglior film, Oscar poi a Joaquin Phoenix, mattatore di stagione, per una pellicola, quella di Todd Philipps, diventata ormai di culto e rivoluzionaria. Ora arriva il sequel, con un hype già alle stelle, Joker: Folie à Deux che passerà il 4 settembre, ed in sala dal 2 ottobre. Si riparte dalla fine, quando Arthur Fleck è internato nel manicomio-penitenziario di Arkham. Il trailer, uscito da tempo, è solo un ingrediente tra i tanti, per una esperienza che sicuramente varrà il prezzo del biglietto. Phoenix, e con lui Lady Gaga, new entry, amore di Joker, e musa, nei panni di Harley Quinn, saranno al Lido. Il resto è tutto da scoprire. Eccovi servita la ricetta perfetta.
7. Pedro Almodóvar
Il cineasta spagnolo sconfina il proprio paese e realizza il primo vero lungometraggio internazionale. The Room Next Door, prodotto anche da Anthony Vaccarello, Direttore Creativo di Yves Saint Laurent, vedrà nel cast Tilda Swinton e Julianne Moore, protagoniste di una storia d’amicizia e riconciliazione, in cui una lavora come scrittrice di romanzi semiautobiografici mentre l’altra è una reporter di guerra. Anche qui grandi aspettative.
8. Babygirl, The Order, The Brutalist
Tre (altri) film inseriti nel concorso, che porteranno una pioggia di star. A partire da Nicole Kidman nel thriller erotico Babygirl, dove interpreta una manager intenta e coinvolta nella relazione con il suo giovane assistente. Da lì si passa ad Adrien Brody, chiamato a impersonare un visionario architetto in The Brutalist di Bradley Corbet, fino a The Order, con Jude Law (nei panni di un agente dell’FBI) e Nicholas Hoult. Titoli da segnarsi in agenda, anche quando usciranno prossimamente in sala.
9. Le serie-evento: da Disclaimer a M. Il figlio del secolo. E ancora Kevin Costner
Due titoli su tutti, ma tanta altra carne al fuoco, e gli episodi da vedere uno dietro, d’un fiato. Si parte da Disclaimer, la serie di/in onda (dall’11 ottobre) su Apple Tv, firmata da Alfonso Cuaròn, basata sull'omonimo best-seller di Renée Knight, che porterà a Venezia un cast delle meraviglie, a partire da Cate Blanchett. Joe Wright, traendo dal romanzo di Antonio Scurati, narrerà la figura di Benito Mussolini in M. Il figlio del secolo, produzione Sky, in quello che già si preannuncia tra i racconti imperdibile, con Luca Marinelli nei panni del Duce. E ancora il colpaccio di avere Kevin Costner che, dopo Cannes, sbarca a Venezia, presentando il capitolo 2 della sua sfida (eterna) con il genere western, Horizon: An American Saga, e la serie di Thomas Vinterberg, Famiglie come la nostra.
10. Leoni d’Oro per Peter Weir e Sigourney Weaver. E c'è pure Nanni Moretti
Come ogni anno la Mostra omaggia due grandi del cinema. Per l’edizione numero 81 saranno il regista australiano di The Truman Show e L’attimo fuggente, Peter Weir. Una giornata speciale, la sua, contornata da una Masterclass e dalla proiezione di Master&Commander – Sfida ai confini del mare. L’altro nome sarà quello di Sigourney Weaver, attrice simbolo della sua generazione, pioniera oltremodo nel rappresentare molto nell’orizzonte (epico) femminile grazie al personaggio di Ripley visto nella saga di Alien, o allo splendido ritratto di Dian Fossey in Gorilla nella nebbia, o al recente viaggio vissuto in Avatar. Chi ama il cinema non può non trovare spazio per rivedersi magari il restauro de La notte di Antonioni, de L’oro di Napoli di Vittorio De Sica, di Ecce Bombo di Nanni Moretti, dalla proiezione di Pusher di Nicolas Winding Refn, che a Venezia presenterà anche un nuovo cortometraggio, fino ai documentari su Carlo Mazzacurati e Gian Maria Volontè.
Che la Mostra abbia inizio...