Miriam Leone è Oriana Fallaci: “Quando ha clamorosamente fallito con Marilyn Monroe, ma firmato il successo"

“Dava fastidio in un mondo di soli uomini che fosse una testa pensante, libera, capace di dire la verità. Era un’eroina romantica e ha sofferto molto di non aver avuto successo nel privato"

di Andrea Giordano

Le follie talvolta pagano, e sono proprio quelle a segnare la carriera di un attore o attrice. Miriam Leone è ormai una stella consolidata del grande (soprattutto) schermo e moda, gli inizi (Miss Italia) sono praticamente rinchiusi nel cassetto delle memorie, visto quanta strada ha fatto, divisa tra cinema, tv, teatro. Ma è in particolare una persona profonda, acuta, studiosa, nel verso senso del termine, quando deve prepararsi.

La sfida Oriana

Interpretare Oriana Fallaci era una sfida a cui avvicinarsi in maniera appassionata, mentalmente, nello spirito. Ci voleva un progetto, in questo caso seriale, per convincerla a buttarsi, a regalarsi un ruolo dell’ulteriore svolta. 
La giornalista l’ho interpretata, quindi in qualche modo mi sono messa anche nei vostri panni”, scherza. Miss Fallaci, la serie, presentata nei primi episodi alla Festa del Cinema di Roma, non delude le aspettative. Diretta da Luca Ribuoli, Giacomo Martelli e Alessandra Gonnella, uscirà prossimamente in Italia sulla Rai, prodotta da Paramount Television International Studios e Minerva Pictures in associazione con Redstring. 

Una Fallaci inedita

Scrittore (voleva farsi chiamare così), giornalista, mosse i primi passi di gavetta nella redazione del settimanale L’Europeo, nella quale venne relegata però al cinema (si era stufata), mentre invece voleva occuparsi di politica. Anticipò i tempi. Avvenne partendo per l’America, a Los Angeles, col famoso “fallimento”, la mancata intervista a Marilyn Monroe, inseguita per giorni, quando la star ruppe con gli Studios, ma mai intercettata. Un tentativo impossibile, niente scoop, che la portò a farsi notare (incontri, tentativi, perseveranza) dalla stessa stampa americana. Tornò in Italia, e scrisse lo stesso un reportage (in prima persona) su quell’avventura: fu un successo.

Giornalista di guerra

“Quella della giornalista era una giacca che le stava stretta”, ci racconta Miriam Leone. “In realtà lei ambiva alla letteratura, è stata un’intellettuale del Novecento, attraversando tutte le guerre, dalla Seconda Guerra Mondiale all’11 settembre 2001, testimone in Vietnam. Una combattente, una giornalista che in qualche modo è sempre stata in guerra, un fronte, per tirare fuori la libertà e la libertà che c’è nell’essere umano, quasi sempre taciuto per ipocrisia. Indagare la verità fa saltare troppe cose. Lei era una donna estremamente libera, non si è mai sposata, è stata una grandissima intellettuale in un mondo di soli uomini ed è riuscita a trovare la sua femminilità".

Sfida (imperdibile) e Miriam Leone da applausi

Girato completamente a Roma, ricostruendo la New York glamour anni ‘50, Los Angeles, Milano, Firenze, la serie, un po’ nello stile La fantastica signora Maisel, mette al centro una figura quasi inavvicinabile, che però Miriam Leone rende vera (per quello che si è visto finora, gli episodi saranno otto in totale) e quanto mai contemporanea.

Dava fastidio che fosse una testa pensante e libera

“Oriana doveva farsi largo, riuscire a essere credibile”, ci dice la Leone. “Si mette dunque la giacca, con l’esperienza di Hollywood, comincia a diventare più forte: è questo, credo, che abbia dato fastidio più di lei, che fosse una testa pensante, libera, capace di dire la verità. Per me è stata una grandissima sfida, mi sono buttata nel progetto con tutta me stessa, ci siamo messi in gioco. Oriana non faceva sconti a chi aveva davanti, volevamo renderle onore. Ma qui c’è anche l’aspetto tragico, drammatico, privato, dove non ha avuto il successo, come invece nel lavoro. È stato un grande monito, quello di non dedicare tutto il mio tempo e le mie energie alla carriera, ma di conservare parte della mia anima ed energia anche per la mia vita privata. Oriana ha sofferto molto di non aver fatto questo, lo raccontiamo nella serie”.

Le ansie e le paure

“Miss Fallaci” racconta ancora, “mi ha rubato l’anima. È il racconto di formazione di una giovane ragazza, tra i 20 e i 30 anni, che cerca se stessa, di affermarsi nel suo lavoro. Scrivere per lei diventò una ricerca ossessiva. Siamo andati a cercare immagini di quel periodo, è stato un lavoro quasi da archeologo, anche perché non ci non ci sono video, abbiamo provato ad intercettare come parlasse, i look, frequentando l’America, con una frangettina stile Audrey Hepburn. Un progetto avventuroso e rischioso, una sorta di 
La fantastica signora Maisel: ma qui c’è l’Oriana che non ti aspetti. Speriamo di aver riconsegnato una freschezza e ispirare nuove generazioni a poter realizzare i propri sogni, ma nella serie si parla dei suoi timori, ansie, depressioni, paure, urla, dolori privati molto faticosi, ingiustizie, conquiste. Era una femminista solitaria e un’eroina romantica”.