Loredana Bertè, la canzone per Borg, le notti con Andy Warhol, l'accusa a Baglioni: "Io vivo solo sul palco"
Il pubblico la acclama, lei non si risparmia nulla. I concerti diventano occasione per raccontare una vita da romanzo, tra cadute e risalite. Le notti con Andy Warhol e le dediche a Fossati e a Fedez fino alla richiesta: "Mi adottate? Così non scendo più giù"
A un certo punto, partono le note di “Movie”, un brano tratto dall’album “Made in Italy”, e il relativo video. E Loredana Bertè sfodera la sua classica risata e ricorda: “Pensate che questa cosa la fece Andy Warhol, tutto gratis, foto di copertina e video”. E parte il racconto di un’altra parte della sua straordinaria vita, qualcosa da romanzo a cui ogni sera si aggiungono altre tappe. “Ci conoscemmo a New York. Era il 1976 e io ero lì come madrina di tutti i negozi Fiorucci che aprivano nel mondo. A un certo punto arrivò Andy Warhol, nel negozio Fiorucci sulla 53ma strada: “Mi divertivo a sistemare e a fare i caffè e lui mi scambiò per la barista: mi chiese un cappuccino con la brioche. Per un mese ogni pomeriggio alle cinque si presentò lì. Fu lui a soprannominarmi “Pasta queen”. Insomma, inizialmente pensavano fossi una cameriera, una cuoca, io cucinavo bene per tutti e mi fecero entrare nella loro factory. Era un mondo incredibile, c’era Andy, arrivava Basquiat, andavamo in giro, facevamo di tutto e le nostre notti non finivano mai”.
Il pugno nello stomaco e il "finto suicidio"
E, in fondo, questo tour e forse più di tutti il concerto alla Basko Arena, che è il parcheggio di un supermercato, ma battezzato così diventa un posto glamour con settemila persone a cantare insieme a Loredana, diventa una cavalcata autobiografica, un riassunto della propria vita che inizia non a caso da “Amici non ne ho”, che è la più autobiografica delle canzoni della Bertè e che fu un pugno nello stomaco al ventre molle del Sanremo di quell’anno 1994, con Pippo Baudo e Cannelle a presentare una canzone con un testo scritto anche da lei che diceva, fra l’altro: “Con la foto di Guevara/Vado a letto la mattina/Incazzata come prima/Sparo in cuffia regolare/Solo l'internazionale/Per sognare sul finale” ed era una dichiarazione d’appartenenza nel primo anno del trentennio berlusconiano, e anche un attacco alla stampa su quello che venne descritto come il suo “finto suicidio”: “È opinione generale/Quella che non so cantare/E che vesto sempre male/Per la stampa nazionale/Mi suicido per campare/Come sponsor l'ospedale”.
Quando Baglioni mi ha fatto fuori da Sanremo
Insomma, non risparmia e non si risparmia nulla, Loredana. Ma c’è un altro Sanremo che Loredana non dimentica ed è quello del 2019 quando la sua canzone, “Cosa ti aspetti da me” di Gaetano Curreri, non arrivò nelle prime tre, nonostante le standing ovation ripetute dell’Ariston e un’interpretazione notevolissima, che lasciò il segno nella storia del Festival: “Sono voluta andare in gara anche se c’era Baglioni che presentava. E infatti, come era prevedile, lui l’ultima sera mi ha fatto fuori dalla terna delle finaliste che avrebbero potuto vincere il festival e mi ha messo quarta, fra le proteste del pubblico”.
Lo stupro a 16 anni
Ci sono sassolini, come questo con Baglioni e ci sono macigni come lo stupro subito, che l’ha segnata per anni: “Avevo sedici anni e un bastardo a Torino mi ha preso e mi ha violentata. Sono rimasta sconvolta e per sette anni non ho voluto vedere uomini. Poi ho incontrato Ligabue e mi sono detta che ogni sei ore c’è un femminicidio e non si può più tacere. E la canzone che abbiamo fatto insieme si chiama “Ho smesso di tacere”.
La canzone per Bjorn Borg
Non c’è una canzone che non sia autobiografica, che non tocchi parti della vita di Loredana e arriva anche “Mi manchi”, una canzone che scrisse in mezz’ora dopo una furibonda litigata con il suo ex marito Bjorn Borg: “Un tennista che m’ha fatto talmente incazzare che scrissi questa sul Baltico gelato. Ma, mi dico io, non potevo sposare un avvocato?”.
E il racconto della collaborazione con Ligabue è uno dei tanti passaggi dedicati ai tanti feat e alle grandi firme che hanno accompagnato tanti anni di carriera: a partire addirittura da Luigi Tenco da cui prese “Ragazzo mio”, riarrangiata da Ivano Fossati, che resta il capolavoro assoluto della sua carriera e che lei ama moltissimo, anche quando non la interpreta, come questa sera: “Vorrei cantarla sempre”.
La dedica per Fossati: "Ti amo Ivano"
E se l’omaggio a Enrico Ruggeri, non citato esattamente come accade a Fiorella Mannoia, è solo musicale con “Il mare d’inverno”, quello a Ivano Fossati, che amò per dieci anni sua sorella Mimì, oggi è felice con Mercedes Martini, straordinaria regista teatrale e donna di una simpatia contagiosa, e scrisse moltissimo per Loredana è dichiaratissimo: “Vengo sempre volentieri a Genova, anche per incontrarlo, ma ogni volta che vengo lui è in giro. Ti amo Ivano, anche se sei in vacanza, sei stato determinante per la mia carriera”.
Fedez lo adoro perché è una persona vera
E ovviamente non manca “Luna”, che ogni sera è per Mimì, così come non manca sul palco Aida Cooper, che ha accompagnato con i cori la sua carriera, e poi ci sono tanti classici: “E non finisce mica il cielo”, “Per i tuoi occhi”, “Dedicato”, “Non sono una signora” su cui lei ironizza sul passaggio generazionale “Ora vi faccio non sono una sciuretta”, “Figlia di (Loredana)”, la splendida “Ninna Nanna” con cui nacque il reggae in Italia, “E la luna bussò”, “In alto mare”, “Sei bellissima”, fino all’omaggio a Rino Gaetano con “Il cielo è sempre più blu”.
E poi in questo racconto di amicizie e collaborazioni ci sono i Boomdabash “con cui abbiamo fatto “Non ti dico no” che è stato un trionfo”, e poi Fedez “lo amo perché è una persona vera” e Franco 126, autore di spicco della scena indie, con cui ha firmato “Mare malinconia”. “Andate a vedervi su internet chi è questo. Mi ha cercato lui e sono ben felice che l’abbia fatto e che abbiamo fatto questa canzone”.
Io vivo solo sul palco
Dal primo all’ultimo minuto del concerto, che inizia con più di un’ora di ritardo per problemi tecnici, ma poi va avanti due ore e lei andrebbe avanti tutta notte, Loredana insiste su un concetto: “Io vivo solo sul palco e mi sposto da una città all’altra per arrivare sul palco, Faccio così, è la mia vita”.
Il pubblico ricambia entusiasta e vorrebbe che il concerto non finisse mai: “Io ci resto qui, mi adottate? Poi vado in una stanza d’albergo e mi sento sola, mentre qui sul palco mi sento a casa. Allora siamo d’accordo, mi adottate?”.