Leo Gassmann: "Il mio impegno contro il bullismo". E lancia una proposta provocatoria
"Da anni frequento il centro contro il bullismo e ho potuto toccare con mano situazioni molto delicate, come quelle di chi si toglie la vita perché non riesce più a sopportare il dolore che gli viene causato. Ma tutti noi possiamo fare molto"
“Frequento il centro contro il bullismo dall’ultimo anno di liceo e quindi ho potuto toccare con mano delle realtà molto delicate: ci sono anche ragazzi che si tolgono la vita perché non sono in grado di sopportare il dolore che gli viene causato. Il centro offre assistenza legale, cure e protezione a tutte le vittime di bullismo. Ed è per autofinanziarci che ogni anno facciamo un grande spettacolo”. Leo Gassmann parla con trasporto e consapevolezza di un problema che purtroppo è sempre più diffuso e rispetto al quale si adopera da anni: sarà lui ad aprire e a chiudere le danze di “Bullo Pan”, il musical che andrà in scena sabato 27 maggio all’Auditorium grazie ai ragazzi di “Bulli Stop – Centro Nazionale contro il Bullismo”. “Per me è una grande famiglia, ci vado spesso e chiunque può scrivere e rivolgersi a loro.
"Bulli Stop" è la nostra piccola isola fatta di generosità
“Bulli Stop” è come una piccola isola, una realtà generosa e piena di luce in un mondo che fa sempre più paura”. Il giovane cantautore che abbiamo visto qualche mese fa a Sanremo e che a breve sarà in tour in Italia, racconta ciò che ha imparato su un tema così importante come il bullismo: “Intanto è trasversale anche all’età perché le vittime dei bulli non sono soltanto i ragazzi ma anche gli adulti. Ed è veramente triste rendersi conto di questo perché in genere pensiamo che crescendo le cose possano cambiare e invece non cambiano affatto".
In questa gallery, alcune immagini di Leo Gassmann (23 anni),figlio di Sabrina e di Alessandro Gassmann e nipote del grande Vittorio. Credit Ansa
Il mio consiglio a chi è vittima dei bulli
"Un consiglio che potrei dare alle ragazze e ai ragazzi è quello di parlare, di raccontare che cosa succede loro. In genere quando subiamo una situazione pensiamo che accada solo a noi e invece purtroppo sono situazioni comuni e parlandone ci si sente meno soli. E a chi sta accanto alla vittima di un bullo vorrei dire di proteggerla. Perché il fatto è che spesso ci mettiamo a filmare con il telefonino piuttosto che agire, purtroppo ci è stato insegnato così. Non è una critica a chi fa queste cose ma se ci fosse qualcuno che ci insegna ad avere il coraggio di agire, dobbiamo essere consapevoli che quella nostra azione o reazione potrebbe cambiare la vita a una persona, magari schiacciata dalla solitudine. Solo così secondo me avremo la possibilità di salvare tante vite umane”. In questa intervista concessa a Milleunadonna Leo Gassmann parla anche delle sue esperienze personali: “Quando frequentavo il liceo, mi è capitato di assistere a scene di prepotenza e ho sempre agito. Io direttamente non sono stato preso di mira. Forse è perché ho sempre fatto sport e lo sport in genere ti dà maggiore forza mentale e ti aiuta a rispettare tutti, compagni e avversari”.