Laura Betti e l'amore con Pier Paolo Pasolini: "Avrei voluto dargli un figlio". La storia
Attrice, cantante, regista, Laura Betti era una personalità molto conosciuta negli anni '70-'80 e non dobbiamo ricordarla solo per il suo amore verso Pasolini
Laura Betti è stata una delle donne più affascinanti e controverse della cultura italiana del secondo Novecento, forse poco, ma è grazie a lei che di Pasolini ci è rimasto tanto. A raccontarla, all'indomani dei vent'anni della scomparsa (Roma, 31 luglio 2004), è lo Speciale “Laura Betti, l'artista ribelle”, quindici puntate a cura di Silvana Matarazzo che Rai Radio Techeté le dedica a partire dal 24 febbraio. "Attrice, cantante, regista, Laura Betti era una personalità molto conosciuta negli anni '70-'80", racconta Matarazzo indugiando sui lati più controversi e affascinanti del suo carattere.
Gli esordi
Nata a Casalecchio di Reno, Bologna, il primo maggio 1927, Laura Betti iniziò come cantante jazz, dopo il cabaret con Walter Chiari ne I saltimbanchi. "Laura Betti - racconta la curatrice - debuttò a teatro nel 1955 con Il crogiuolo di Arthur Miller diretta da Luchino Visconti. Fu lui a consigliarle di abbreviare il cognome, da Trombetti in Betti". La carriera prese il volo negli anni '60 con Giro a vuoto, recital con testi di Ennio Flaiano, Giorgio Bassani, Camilla Cederna, Goffredo Parise, Alberto Moravia e Pier Paolo Pasolini. Al cinema la chiamano Fellini, Bertolucci, Bellocchio. "Era un'artista di gran talento - prosegue Matarazzo - e una donna capace, diremmo oggi, di fare rete".
Eccessiva, aggressiva e stravagante
"Come mi si può definire? Sono indefinibile. Sono tante cose. Non canto più, recito solo le cose che mi piacciono, possono anche essere un cordon bleu della cucina emiliana. Sono indefinibile, anche per me stessa", così parlava di sé. Come racconta lo Speciale, "era proverbialmente ostica, stravagante, eccessiva, aggressiva e deposta a tratti, capace di grandi amori e altrettanto accesi sentimenti contrari, coraggiosa oltremodo e con una sincerità assoluta che spiazzava. Eppure, la sua casa in via Montuoro, a due passi da Campo di fiori a Roma, era sempre frequentatissima da intellettuali, scrittori, registi. Anche perché era una cuoca divina".
L’amore impossibile per Pasolini
Soprattutto, nel suo salotto c'era spesso Pier Paolo Pasolini, che lei amò per tutta la vita di un amore impossibile. "Lui la chiamava la 'pupattola bionda' - prosegue Matarazzo - La volle in diversi film. E in Teorema le affidò la parte della serva Emilia, con la quale vinse la Coppa Volpi alla Mostra del cinema di Venezia del '68". Alla morte di Pasolini, la sua vita cambiò. Convinta che dietro quell'omicidio ci fossero mandanti più "alti", si trasformò in ricercatrice percorrendo tutta l'Italia, fino a Casarsa della Delizia, per raccogliere ogni scritto, testo e poesia di Pasolini, costituendo nel 1983 il Fondo a lui intitolato che dirigerà per vent'anni.
L’ Archivio Pasolini
Lo Speciale raccoglie materiali d'archivio, sue interviste, interpretazioni radiofoniche e teatrali come Lulù di Carlo Bertolazzi, La vedova scaltra di Goldoni, La grande Caterina di George Bernard Shaw che lei stessa riduceva, in particolare con la regia di Andrea Camilleri. Ad arricchire il ritratto, gli interventi per l'occasione di Renzo Paris, autore della biografia Madame Betti (ed. Elliot), ed Emanuele Trevi che in Qualcosa di scritto (ed. Ponte alle Grazie) ripercorre l'esperienza giovanile al Fondo Pasolini. Infine, Roberto Chiesi, responsabile del Centro Studi - Archivio Pasolini della Cineteca di Bologna, ricorda con commozione una donna sensibile, sofferente, dietro l'apparente durezza, animata da "una disperata vitalità", come recita una delle poesie di Pasolini che lei amava.
La giaguara
In una vecchia intervista pubblicata da cittapasolini.com Laura Betti, presentata come l’attrice e cantante un tempo chiamata "la giaguara" raccontò del suo amore per Pasolini, lei che per parecchi anni si è considerata la sposa di Pasolini e lo ha gridato con tutte le sue forze anche dopo l'assassinio. Laura Betti ha fatto di tutto per far esaminare e pubblicare i documenti dei processi pasoliniani in un libro il cui titolo dice già tutto: Pasolini: cronaca giudiziaria, persecuzione, morte, edito da Garzanti, (i cui guadagni sono andati alla biblioteca Alessandrina dell'Università di Roma).
I presentimenti su Pasolini
“Pier Paolo era assetato di vita - spiegava Laura Betti, ma negli ultimi tempi sentiva che avrebbe potuto accadergli qualcosa. Nel film "Salò" avremmo dovuto entrare anche io e Ninetto Davoli, ma lui non volle. È troppo pericoloso, mi disse. Che qualcosa sarebbe accaduto lo capimmo quando gli furono rubate le pizze del film...Fu una faccenda molto misteriosa”.
Laura Betti era convinta che “Pier Paolo è stato ucciso definitivamente in concorso da più persone, come è detto nella prima sentenza del processo contro Giuseppe Pelosi. La sentenza parla di ignoti. Ignoti ma ci furono”.
Io e Pasolini come marito e moglie
Ed ecco cosa diceva dell’unione con Paolini: “Eravamo sposati nel senso che ci sentivamo molto uniti, come marito e moglie... Pier Paolo avrebbe potuto avere un figlio. Io anche. Diciamo così: io avrei voluto dare un figlio a Pier Paolo”.
Difficile immaginare Pasolini padre, ma Laura Betti era convinta: “C'è stato un momento che credo lui avrebbe voluto averlo. Si parla degli anni del fidanzamento. Ma tutto questo glielo do col filtro dell'ironia: non è che non sapessimo che lui era omosessuale e che io bene o male facevo l'amore con altri. Si trattava di un amore poetico, platonico, burrascosissimo...”.
Mai stata gelosa Laura Betti? “Sì, di Maria Callas”, rispondeva lei.