Speciale Venezia 2024

Lady Gaga fa innamorare Joker e fa impazzire Venezia: il finale sorprendente

Il film racconta l’incontro di due personaggi alla deriva, ma uniti dall’amore e dagli ideali di rivoluzione: Joaquin Phoenix è al solito straordinario, ma è lei la chiave di svolta

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Follia a due, non più a senso unico. Il personaggio di Joker è pronto a fare il grande passo (indietro o in avanti, questo lo si capirà), ma intanto trova l’amore (insperato) nel sequel del film, uscito nel 2019, e che proprio a Venezia vinse il Leone d’Oro di miglior film, portando mesi dopo il suo protagonista, Joaquin Phoenix, ad alzare la statuetta dell’Oscar. Sembrava ieri, ed invece cinque anni dopo, Joker: Folie à Deux di Todd Philipps (in sala dal 2 ottobre, distribuito da Warner Bros, ndr), segna il ritorno, ancora una volta in concorso, di quel protagonista tormentato e maledetto da un destino, il cui finale, è da scrivere. Allora fu successo, oggi (ecco la sfida) bisogna attendere. Nel frattempo giovani, giovanissimi, fin da due giorni sono rimasti fissi intorno al red carpet, proprio per potersi avvicinare ai due protagonisti, Phoenix, e la new entry, Lady Gaga che si presenta con un copricapo a dir poco eccentrico .

Un dramma psicologico, pronto a stupire definitivamente

Il film racconta l’incontro di due personaggi alla deriva, ma uniti dall’amore e dagli ideali di rivoluzione (del primo), costretto, suo malgrado a scontare ciò che avvenne nel primo capitolo, come dire. In quella Gotham immaginata, desiderosa di cambiare e trovare un proprio leader da seguire, Arthur Fleck, provava a sorridere lo stesso alla vita da da aspirante comico e clown, afflitto da una risata isterica e patologica, che lo rendevano diverso agli occhi del mondo. Mondo, che in cambio gli dava indifferenza, dolore e frustrazione. Da vittima bullizzata, divenne assassino (non a caso, ma per sopravvivenza), elevandosi in maniera ossessiva e allucinata a leader di un popolo di futuri adepti e ribelli. Nello scoprire l’altro sé, Joker, e quella maschera, trovò anche una ragione nuova, il coraggio di non piegarsi. Uccise a sangue freddo, madre compresa, dando il via a un movimento rivoluzionario nelle strade, alla fine fu preso. Si riparte da questo momento, nel carcere di Arkham, dove Arthur Fleck ha smesso (apparentemente) di reagire. È un detenuto modello, noto per quanto fatto, ma preda dell’ironia dei secondini, vive la medesima sofferenza interiore.

Lei è ossessionata da Joker

Un giorno qualcosa cambia: è una donna, Lee Quinzel, (auto)ricoverata in un’altra area dell’edificio: lei sa chi è lui, e ne è come, a sua volta, ossessionata, al punto da farsi avanti, diventandone alleata, e poi “compagna” romantica. Tutto avviene nei giorni antecedenti all’udienza che lo dovrà giudicare colpevole o incapace di intendere e volere. Arthur è lì, diviso tra cos’è, e cosa vorrebbe essere, e il Joker pronto a riemergere. Ma forse, ora, prenderà coscienza... Joker: Folie à Deux, scandito da brani e musiche (non è musical, ma in certi casi ci si avvicina), è ancora la parabola visionaria e moralmente oscura di un uomo alla ricerca di una sicurezza, e che non vuole più sentire disperazione.

Joaquin Phoenix straordinario

 Joaquin Phoenix è al solito straordinario, dimagrito ancora di molti chili, e che qui si avventura pure nel canto. Ma la chiave è Lady Gaga, la futura Harley Quinn dei fumetti, che ne erediterà il carisma e la (folle) missione “Cinque anni fa essere a Venezia» ha detto il regista, Todd Phillips,« fu un punto di lancio evidente. Oggi siamo più nervosi di allora, le aspettative sono tante. La musica fa da transizione tra ieri e oggi, è vero. Ma era già presente nel primo film, quando Arthur in certi momenti danzava, lo faceva per esprimere quello che sentiva, qui è un personaggio a tutti gli effetti, molto significativo per comprendere i diversi stati d’animo dei protagonisti. Onestamente non so perché arrivo quel successo, sono sorpreso di quanto e come le persone ne siano state attratte. Forse perché rifletteva la società del momento. Joaquin era restìo, ne parlammo a suo tempo, scherzando. Concordammo che il progetto dovesse essere audace, restituissi allo spettatore qualcosa di inaspettato”.

Lady Gaga, (ancora) chiave di svolta

Quando arriva lei, sia sul palco, o sul grande schermo, sia in A Star is Born, o qui, qualcosa muta per sempre. È il fascino di una donna dei nostri tempi, di un’attrice, compositrice, in controtendenza e anticonvenzionale. “Il primo film mi toccò profondamente”, ha sottolineato Lady Gaga. “Il motivo per cui ho iniziato a fare musica fin da piccola per raccontare delle storie. A fare la differenza è il modo in cui ci riusciamo, può aiutare le persone a star bene, a fuggire. A 20 anni, è vero, volevo cambiare mondo, il cinema può farlo. La musica, poi, qui, consente di esprimere qualcosa, se la scena e dialogo non sono sufficienti. Per me è stato necessario dimenticarmi come respirare, la tecnica e cantare, ai fini di rispecchiare il personaggio. Arthur aveva dentro di lui questo, io ho contributo a questa visione”.

05/09/2024
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