La storia di una donna che si suicida e alla quale viene impiantato il cervello del suo feto: Emma Stone si conferma un fenomeno
La storia di una donna che si suicida e alla quale viene impiantato il cervello del feto che aveva in grembo: l'attrice già premio Oscar è protagonista di "Povera creatura",
Una donna incinta si butta da un ponte, decisa a farla finita, ma non ha fatto conti con uno scienziato, Godwin Baxter, che invece ne recupera il cadavere. L’intento è ridarle una nuova vita, impiantandole il cervello del feto che porta in grembo.
Povere creature!, l’ultimo film del visionario e geniale regista greco Yorgos Lanthimos (lo vedremo dal 25 gennaio 2024 in sala, ndr), parte da questa scena per raccontare la storia di Bella Baxton, una donna-bambina, ricreata come nel Frankenstein di Mary Shelley, mente infantile, ma corpo sensuale, che ad un certo punto decide di scoprire chi è, e cosa può fare-dare nel mondo. Un film miracoloso, ironico, folle, eccentrico e divertente, moderno, nonostante l’ambientazione gotica e ottocentesca, che adattando il romanzo originale scritto nel 1992 da Alasdair Gray, sa effettivamente connettersi al contemporaneo, regalando alla Mostra di Venezia l’ennesima rivelazione
Una domanda campeggia: cosa farebbe una donna se partisse da zero?
Cercherebbe di vedere le cose da punti di vista diversi, proprio come fa la protagonista, ne scoprirebbe il valore, esplorerebbe le proprie pulsioni, cerebrali e sessuali. Bella, infatti, qui interpretata da una Emma Stone in stato di grazia (meglio di LaLaLand, per il cui ruolo vinse il Premio Oscar, e qui a Venezia, nonostante non sia presente, rimane tra le papabili alla Coppa Volpi), sembra non capire le sue reali possibilità. Assimila comportamenti, parole, linguaggi sempre più aggiornati, ma ad un certo qualcosa scatta, tutto questo non le basta. Inizia finalmente a essere più ragionevole. Succede quando un assistente del suo creatore se ne innamora: per farlo, decide che prima di sposarlo dovrà avventurarsi fuori dalle mura di quella casa, vedere cosa la circonda. Sarà un viaggio intimo e di formazione, da Londra a Lisbona, in cui si accompagnerà ad un abile e dissoluto avvocato, Duncan Wedderburn, lo stesso che dovrebbe redigere il contratto matrimoniale (interpretato dall’altrettanto bravissimo Mark Ruffalo), e col quale sperimenterà il sesso, il desiderio, il peccato, l’eccesso. Imparerà sulla propria pelle che però c’è molto di più da scoprire sull’universo femminile e maschile. Approderà pure un in bordello, diventandone la favorita, ma nello stesso tempo maturerà esperienza, consapevolezza, anche sul proprio corpo, sfidando il sistema, a discapito di uomini manipolatori, a caccia solo del loro piacere, a discapito di chi la credeva solo l’oggetto di una ricerca, e non ha fatto bene i suoi conti.
“Un progetto difficile da descrivere”, ha detto Lanthimos, che in realtà ben si colloca nel percorso istrionico del regista (basterebbe rivedersi pellicole come The Lobster o Il sacrificio del cervo sacro), in cui tornano argomenti noti, come le convenzioni sociali, dove si parla oltremodo di libertà, emancipazione femminile, della figura della donna nella società, di rapporto tra maschile e femminile. Bella- Emma Stone cerca infatti la sua identità, si evolve, ma per farlo deve vedere ogni prospettiva, senza vergogna e pregiudizio. Alla fine rinasce in meglio, uscendone come una protagonista indipendente, risoluta, sicura di sé. Non è un freak, o una povera creatura, bensì un essere meraviglioso, e ora lo sa.