La psicologa di Miss Italia, Flaminia Bolzan: "Come diventare la versione migliore di sé"
"Il senso di Miss Italia oggi? Aggiornarsi e aiutare le ragazze a svincolarsi dallo stereotipo della “bella che non balla”. Perché Patrizia Mirigliani ha voluto un'Academy
L’Academy è la grande novità di questa edizione di Miss Italia ed è frutto di un concorso attuale, formativo, social e fiero delle sue radici e della sua modernità. Si svolgerà dal 9 al 15 settembre, al termine delle prefinali di Miss Italia, a Numana (An) nel “De Angelis Resort”.
“Ho ideato questa iniziativa - dichiara Patrizia Mirigliani - per dar vita ad un incontro tra le ragazze e alcune professioniste distintesi nel loro settore di attività e che sono quindi ‘portatrici di esperienze’. Per le Miss è un’occasione di conoscenza irripetibile”. “Vogliamo far capire loro - aggiunge Mirigliani - che la vita offre molte possibilità e che non dobbiamo rassegnarci davanti alle difficoltà e alle delusioni. Non dobbiamo fermarci se a 30 anni non abbiamo trovato la strada giusta e non ci siamo realizzate. Bisogna combattere e ricominciare da capo. Saranno proprio le donne scelte come Coach a illustrare con le loro esperienze questa linea”. Vi partecipano le 40 ragazze che aspirano alla corona Miss Italia 2024 e che rappresentano tutte le regioni.
L'intervista alla coach psicologa
Tra le coach c'è la Dottoressa Flaminia Bolzan, classe 1987, psicologa e criminologa, che ha conseguito un Dottorato di Ricerca in Scienze del Movimento Umano e dello Sport presso l’Università di Roma Foro Italico.
È Docente Universitaria a Contratto e insegna, inoltre, in numerosi master e seminari a indirizzo psicologico e criminologico. Già consulente tecnico in alcuni tra i casi di cronaca nera più rilevanti nel panorama nazionale, tra cui l’omicidio di Luca Varani, ha svolto consulenza anche per diverse produzioni televisive e spesso è ospite di TG e programmi tv e radiofonici, come Porta a Porta, È sempre Carta Bianca, La Vita in Diretta, Unomattina. Nel 2018 ha pubblicato il suo primo romanzo, Turchese. Nel 2024, per Rizzoli, L’Atlante dell’amore.
Quale messaggio vuole far arrivare alle ragazze?
"Parlerò alle ragazze dell’importanza di perseguire obiettivi in linea con il loro sistema valoriale, spiegherò l’importanza dell’agire scevre dai condizionamenti sociali. È fondamentale, a mio avviso, che anche attraverso l’esperienza, ognuna di loro possa introiettare il concetto della costruzione della propria identità che non deve essere condizionata dai modelli degli altri. Il mio messaggio è quello che, se lo si desidera, si può lavorare in maniera costante per diventare la versione migliore di sé".
La salute mentale è ancora un tabù. Come si combatte questa idea?
"Parlandone e parlandone ancora. Il disagio psicologico, così come la malattia psichiatrica ha sempre rappresentato un qualcosa da “nascondere”, ma oggi, anche grazie al lavoro di divulgazione di tanti professionisti le persone stanno progressivamente scardinando il pregiudizio di rivolgersi ad esempio ad uno psicologo e iniziano a sentirsi maggiormente a proprio agio nel comunicare anche quelle difficoltà che prima sembravano tematiche da occultare. È importante continuare su questa direttrice e spiegare che anche la patologia psichiatrica può essere trattata e non conduce all’esclusione".
Quanto ha influito sulla crescita delle giovani l'esperienza del lockdown?
"Il covid ha modificato la modalità di stare in relazione, ha amplificato la dimensione del virtuale e ha limitato soprattutto nella fase del lockdown quella della corporeità. Per tanti ragazzi questo ha costituito uno scoglio difficile e certamente il virus ha implementato paure e ansie, ma anche condizioni depressive. I ragazzi si sono trovati a dover fronteggiare un’angoscia pervasiva spesso senza disporre degli strumenti per poterla comprendere e gestire".
Il malessere degli adolescenti e la loro fragilità è poco ascoltata dagli adulti?
"Più che poco ascoltata è poco riconosciuta a mio avviso e talvolta banalizzata. Agli adulti come me vorrei dire che è importante parlare “con” i ragazzi e non “ai” ragazzi. Noi ci dimentichiamo troppo spesso degli adolescenti che siamo stati e ogni tanto invece dovremmo proprio fare lo sforzo di ripercorrere le tappe che ci hanno condotti dove siamo per provare a rielaborare le emozioni dell’epoca in modo da poter aiutare i ragazzi a esprimere le loro. Dovremmo avere una genuina curiosità nei confronti del loro mondo e non approcciarlo in maniera giudicante".
Quale è il senso di Miss Italia oggi?
"Miss Italia più che un modello è dal mio punto di vista una tradizione. È lo sforzo della famiglia Mirigliani e in particolare della Signora Patrizia di portare avanti un concorso che cerca di anno in anno di adeguarsi ai tempi che viviamo. Oggi Miss Italia si “aggiorna” rilevando l’importanza di una formazione che aiuti le ragazze a svincolarsi dallo stereotipo della “bella che non balla”, credo sia proprio questa la vera sfida: coniugare la bellezza con la creatività e con lo sviluppo di competenze personali e professionali in linea con i desideri di ogni ragazza".