Una Maria mai vista prima, pagana, ladra e sarda arriva al cinema: il finale a sorpresa
Si tratta del "Vangelo secondo Maria", il nuovo film di Paolo Zucca con Benedetta Porcaroli e Alessandro Gassmann, tratto dall'omonimo romanzo di Barbara Alberti che aveva fatto scandalo
"È una ragazza che ha bisogno di conoscere, scontrarsi con la vita, libera e struggente, una creatura bellissima che vorrei fosse vera". Lo racconta così il suo personaggio, Benedetta Porcaroli, l'attrice che la interpreta. Il 23 maggio con Vision Distribution arriva nelle sale una Maria di Nazareth mai vista prima. Il regista Paolo zucca l'ha voluta pagana, ladra, selvaggia e femminista e soprattutto una donna che vuole cambiare il suo destino. Il titolo è già tutto una provocazione: Vangelo secondo Maria, tratto dall'omonimo romanzo ribelle e coraggioso di Barbara Alberti, che lo ha anche sceneggiato assieme a Paolo Zucca e ad Amedeo Pagani. "Vorrei che fosse la mia migliore amica, non ci potevo credere quando ho letto la sceneggiatura - ha continuato Benedetta Porcaroli.
Maria e Giuseppe secondo Zucca
Il film racconta attraverso Maria, la condizione delle donne di quell'epoca in quella parte del mondo (ma oggi non è così diverso in tanti Paesi) a cui tutto è proibito, anche imparare a leggere e scrivere. Per Maria che sogna di scappare quanto prima su un asino come fanno i profeti per andare alla scoperta del mondo, questo destino le sembra un inferno. Rifiuta ogni pretendente finché non trova in Giuseppe (Alessandro Gassmann) un maestro di saggezza: il loro matrimonio è casto, mentre lui segretamente la istruisce, preparandola alla fuga. L'amore però arriverà anche per loro e quando stanno per abbandonarsi alla passione, l'angelo dell'annunciazione rovinerà tutto.
Il piano di Dio e quello di Maria non coincidono
Durante la conferenza stampa la domanda è sorta spontanea: potrebbe offendere i cattolici, chiede una giornalista: "Quello che posso dire è che non mi sono posta il problema, ho sentito solo la grande urgenza di raccontare questa storia. Mia nonna - sottolinea Porcaroli - è molto cattolica, tanto da farmi notare persino se mi si vede una spallina, quando ha visto film era del tutto tranquilla". Mentre la scrittrice Alberti sbotta: "Si offendano pure i cattolici, bisogna avere il coraggio di portare avanti le proprie idee, bisogna chiamare le cose con il loro nome. Questo casomai è uno schiaffo al femminismo piagnone e che guarda invece a quello di Mujeres Creando, il movimento femminista boliviano".
E Gassmann ci scherza su: "Ormai il ruolo di 'professore' mi si addice, fra un po' faccio sessant'anni ed è giusto fare questo tipo di ruoli. Per quanto riguarda Giuseppe, quello che mi piace di lui è che uno che si incazza, anche se poi la sua saggezza gli fa rivedere il tutto".
La Sardegna nel film
"Abbiamo cercato di evocare - spiega Zucca - attraverso lo straordinario patrimonio archeologico e antropologico della Sardegna, la comune matrice mediterranea di civiltà agro-pastorali antichissime". "Prima di tutto questa è una storia d'amore. Una passione asimmetrica, fragile, che nasce e si evolve in circostanze imprevedibili ed inedite. Un amore così tenace da sfidare il destino, la volontà divina, la morte" dice il regista che ha girato il film nei luoghi più antichi della cultura sarda usando anche il dialetto locale al posto dell'aramaico.
Barbara Alberti e il suo libro rivoluzionario
Ho scritto questo libro nel 1979 al solo scopo di far sorridere la Madonna. Viene sempre rappresentata come una serva assoluta che per destino dovrà solo piangere e partorire senza conoscere uomo. Insomma, l'indicazione che veniva data alle donne era piangere. Credo che noi donne possiamo essere qualcosa di più di una figurina del dolore”.
Barbara Alberti ha scritto questo libro più di 40 anni fa, eppure parla ai giorni nostri. Racconta una Maria inedita ma soprattutto racconta la versione di Maria che a pensarci è l'unica vera protagonista di questa storia. Una storia che diventerà una religione non sempre amorevole con le donne.