L'addio di Massimo Bernardini, una lezione di stile: il discorso meraviglioso. Al suo posto Mia Ceran
"Adesso vado perché mia moglie mi ha aspetta da un pezzo", ha detto ricacciando le lacrime in tasca e con un sorriso "per sempre giovane" come il suo amato Bob Dylan
Andarsene con garbo. In questi tempi di video-occupazioni senza limiti e di addii sgraziati e rancorosi, suona come una rivoluzione. Quello che ha fatto Massimo Bernardini, conduttore, fondatore e anima di “Tv Talk” è davvero insolito e irrituale e merita di essere celebrato nel nostro “Tele-racconto” che per una volta somiglia a un “Fanta-racconto”, anche se è tutto vero.
"Adesso vado perché mia moglie mi aspetta da un pezzo"
Bernardini, giunta l’ora della pensione, ha scelto di andarsene, di lasciare la sua creatura catodica in un momento di massimo splendore, di dedicarsi alla famiglia, di stare con la moglie, di vivere. E tutto questo lo ha fatto con la stessa grazia ed educazione, serietà e leggerezza con cui per 23 anni, 542 puntate e oltre 5000 ospiti in studio, ha portato avanti l’analisi della tv e del linguaggio mediatico in quel fort apache della Tv di Stato che è “Tv Talk”, un piccolo grande programma di vero servizio pubblico in cui sono state raccontate tutte le grandi rivoluzioni televisive, analizzati i nuovi format e raccontati tutti i protagonisti, compresi quelli della tv commerciale. Da Fiorello a Maria De Filippi, da Antonella Clerici a Carlo Conti, da Renzo Arbore a Vanessa Scalera, nessuno è voluto mancare all’appuntamento con l’ultima puntata del sabato pomeriggio del 25 maggio condotta da Bernardini. Insieme con tutti i giovani analisti, con i brillanti complici Cinzia Bancone, Sebastiano Pucciarelli e Silvia Motta e con il patriarca della critica tv, il professor Giorgio Simonelli.
L'accoglienza a Mia Ceran
E perfino, ennesima dimostrazione di uno stile raro per non dire introvabile, con colei che dovrà prenderne il posto, Mia Ceran. Ad abbracciarla, a darle il benvenuto in studio, ad officiare il passaggio di testimone infatti è stato lo stesso Max Bernardini, con un sorriso che non ha mai voluto cedere alla commozione. Nemmeno quando ha fatto “l’inevitabile pippone” finale, come lo ha chiamato lui nell’estremo tentativo di non cedere alla retorica degli addii. Poche parole ma significative: "Ho deciso di lasciare Tv talk che ho contribuito a creare, allora si chiamava “Il Grande talk”, perché, è semplice in fondo, io a luglio compio 69 anni, da due anni sono in pensione, pensione di vecchiaia. Lo dice la parola, più chiaro di così".
Il bellissimo discorso di addio
"Sono quattro le ragioni per cui ho deciso di mollare. La prima è che è meglio lasciare un lavoro, una bella avventura, un programma con il vento in poppa, quando è ancora solida, apprezzata dal pubblico e “Tv Talk” lo è. La seconda è che sento che è un dovere per quelli della mia generazione passare la mano a colleghi più bravi, più giovani e che sono più in grado di me di interpretare il presente e Mia Ceran è una di queste. La terza può sembrare banale ma io ho una famiglia, soprattutto ho una moglie con cui sento di dover condividere più tempo di quanto ho fatto finora. E poi c'è il Vangelo che al capitolo 17 di Luca suggerisce una cosa molto saggia: "Dite: ‘Siamo servi inutili, abbiamo fatto quanto dovevamo fare'". Io lo interpreto così: la vita è più grande di noi e anche più grande delle nostre ambizioni, anche se sono le più appaganti che uno possa vivere. So però che al di là della mia decisione personale, “Tv Talk” che ha la sua caratteristica, alto e basso insieme, riflessione importante e leggerezza, continuerà la sua strada, rinnovandosi, cambiando ma senza perdere quel tocco speciale che abbiamo creato tutti insieme in questi anni. E insieme vuol dire con tutti i direttori che ci hanno permesso di lavorare in libertà, li cito tutti Emanuele Milano, Dino Moffo, Giovanni Minoli, Silvia Calandrelli, Daria Bignardi, Franco di Mare, Simona Sala, Angelo Mellone e i tanti dirigenti tra cui Mario Orsini e Massimiliano De Santis che sono qui davanti a me. Se ho continuato a fare compassione fino a oggi è stato soprattutto grazie al nostro formidabile gruppo di lavoro. Rinunciare a questa comunità per me è davvero la cosa più difficile. È stato un privilegio lavorare con voi e con il centro di produzione di Milano, il migliore. E in fondo spero di poter continuare in questo luogo, chissà".
Le parole di Bob Dylan per il congedo
Poi il congedo finale. A loro, a me e tutti gli spettatori voglio dedicare alcuni versi del mio amato Bob Dylan scritti 50 anni fa e tratti da “Forever Young”: “Che Dio ti benedica e protegga sempre / Che tutti i tuoi desideri possano realizzarsi / Che tu possa sempre fare qualcosa per gli altri e lasciare che gli altri possano fare qualcosa per te /che tu possa costruire una scala per le stelle e salirne ogni gradino / che tu possa restare per sempre giovane”. Adesso vado perché mia moglie mi aspetta da un pezzo". Le lacrime ricacciate nelle tasche della giacca e un sorriso largo e per sempre giovane.