Karla Sofia Gascon la prima transgender verso l'Oscar: “Non piango più per ciò che mi dicono per strada”
"Sono vittima tutti i giorni di transfobia. Per fare un esempio pochi giorni fa, in un ristorante il cameriere per ben 3 volte mi ha chiamato 'signore'":
Karla Sofía Gascon è la prima donna transgender a conquistare Cannes e soprattutto la prima donna trans ad essere nominata agli Oscar per quello che si annuncia il film dell'anno, "Emilia Perez" (in uscita nelle sale a gennaio). "Non mi piace essere definita la prima attrice trans a vincere a Cannes, perché trans non è una professione, tuttavia comprendo la portata di tutto questo e se può contribuire all'inclusione nel cinema ben venga, di solito sono ruoli di prostitute".
Perché un narcotrafficante cambia sesso
L'attrice ha raccontato come è entrata nel cast di "Emilia Perez" e cosa l'ha fatta innamorare di questa storia che non è una commedia ma molto di più. "Ho chiesto al regista quale fosse il vero motivo di Emilia nel fare la transizione, perché questo era il punto più importante del film. Se si trattava di una commedia stupida e superficiale, con un narcotrafficante che cambia sesso solo per fuggire dalla giustizia, questo avrebbe cambiato il senso della storia. All’inizio non mi era molto chiaro, lo script aveva toni da commedia, quando abbiamo iniziato a girare la sceneggiatura era completamente diversa dalla mia primissima lettura. È cambiata nel tempo. Ma anche la pellicola uscita al cinema non è la stessa che abbiamo filmato, perché abbiamo girato per montare 4 sequel, ore e ore e ore e ore di girato. Durante la lavorazione ho dato dei consigli a Jacques e lui mi ha ascoltata. C’è una scena nella villa di Emilia Perez in cui Jacques voleva una pista di sci artificiale in giardino. Gli ho consigliato un videogioco da mettere in salotto, con gli sci incorporati. E gli è piaciuta come idea. Ci sono registi che si fissano con le sceneggiature, che non si smuovono. Jacques è invece la persona più intelligente che abbia mai conosciuto, un genio che ha realizzato un’opera d’arte. È riuscito ad ottenere il meglio da tutti noi. Sono felice di aver partecipato a tutta la realizzazione di Emilia Perez, ne ho anche approfittato perché ero una delle poche persone a parlare spagnolo e mi capivano poco!” ha raccontato a gay.it.
Quando è nata si chiamava Carlos e ha una moglie e una figlia
Karla Sofia Gascon, che è nata uomo a Madrid e si chiamava Carlos Gascon, ha una moglie e una figlia: si è sposata quando aveva 19 anni ma a 46 anni ha iniziato il percorso verso la transizione di genere. Oggi ha 52 anni: "Tutto quello che fai nella tua vita come persona ti aiuta a fare meglio il personaggio che andrai ad interpretare. Non avrei mai potuto fare questo personaggio all’età di 20 anni come sono riuscita a farlo oggi, a 52 anni. Non avrei vissuto il percorso che ho vissuto oggi, non avrei sperimentato tutto quello che ho sperimentato”.
Transfobia, in un anno 350 mila vittime
Solo nell’ultimo anno sono state oltre 350 le vittime di transfobia in tutto il mondo. “La tristezza di tutto questo è che ci stiamo abituando all’odio, alla gente che ti insulta costantemente, soprattutto sui social. Perché a me per strada nessuno mi dice niente. Il 90% dei messaggi che mi arrivano sono carini, sono complimenti, ma alla fine ti ricordi solo quelli cattivi, gli insulti. Al giorno d’oggi c’è una divisione tra oscurità e luce, proprio come in Emilia Perez. C’è tantissima gente che vive con l’odio, che diffonde odio, che si alimenta con l’odio. E poi c’è chi quell’odio se lo compra, perché è più facile trovare un nemico, un colpevole. Puntare il dito contro gli immigrati, i neri, le persone trans, additarci come contro natura. Ma io dico da sempre che queste persone dovrebbero guardarsi allo specchio e chiedersi quanto loro siano naturali, quanti cambiamenti hanno apportato al loro fisico nel corso della loro vita. Perché io in quanto persona dovrei giustificarmi per come sono, per quello che voglio fare della mia vita o del mio corpo? Chi sono queste persone per dire a me come vivere?”.
Anche Karla Sofia Gascon è vittima di transfobia
"Sono vittima tutti i giorni. Per fare un esempio, ero a Berlino pochi giorni fa, a tavola con altre persone. Il cameriere per ben 3 volte mi ha chiamato “signore”. E quando sono andata in bagno mi ha aperto la porta del bagno degli uomini. Non ho voluto piangere, perché da quando questo film è stato presentato a Cannes ho ascoltato tante cose buone ma anche tante cose cattive. Ho pianto tantissime volte e non voglio più piangere. Ma se volessi, succederebbe tutti i giorni. È stancante ma non posso litigare continuamente con tutti. Il mio lavoro parla per me, quello che ho fatto parla per me. Non devo chiedere scusa a nessuno, i premi che ho vinto, le nomination che ho ottenuto sono per il mio lavoro di attrice. Non per il colore dei miei capelli o perché sono una donna trans, come dicono queste persone che vogliono solo sminuirmi come attrice. So di essere la nemica pubblico numero uno di tantissima gente accecata dall’odio. Ti do un altro esempio. In Messico un tizio mi ha scritto “domani ti ritroverai in una fossa, morta e squartata, perché sei una m*rda”. E io gli ho risposto “vieni a dirmelo al Cinema, durante l’anteprima”. Quello che sta avvenendo negli Stati Uniti d’America, e non solo, mi mette al centro del pericolo, in quanto donna trans con una certa visibilità. Lo so. So che un giorno un pazzo potrebbe aggredirmi, spararmi, ma per me è lo stesso. Io sono quello che sono, sono Karla Sofía Gascon“.
Il film è una storia di riscatto con Selena Gomez e Zoe Saldana
Emilia Perez è un thriller sul narcotraffico, un western alla messicana, una storia di riscatto, un dramma familiare, un dramma personale e in più un film musicale travolgente. La storia, senza svelare troppo, parte dal Messico dove l'avvocatessa Rita (Zoe Saldana) viene arruolata per un curioso lavoro: aiutare un potente boss del cartello messicano della droga a ritirarsi dai suoi affari e sparire per sempre, lasciando figli e moglie (Selena Gomez), avendo in mente un sogno ossia diventare donna (Karla Sofia Gascon). Da lì una carambola di avvenimenti, un'altalena di situazioni ed emozioni travolgenti. Gascon poi racconta "In Emilia Perez di me c'è tutto e niente, la mia anima, la persona che è venuta fuori dall'oscurità, e però i fatti ovviamente sono quelli del personaggio, i confini tra le nostre due vite sono stati lievi, alla fine è stato quasi un rito di esorcismo". "Questo film è un'onda travolgente ha unito tante persone, innanzitutto quelle che sono marginalizzate, che non vivono con libertà, e le mette allo stesso livello degli altri, il film le porta via dall'oscurità, le illumina. Si è formata con Emilia Perez, e in questo è un film simbolico, una specie di esempio di lotta contro il male della società e questo è meraviglioso perché quando tu sei ai margini, per il sesso, il colore della pelle, la povertà, hai desiderio di luce".