Jolanda, il bullismo e il bello e il brutto di essere figlia di Ambra Angiolini e di Francesco Renga
"Fai schifo”, “Sei solo una figlia di”: questi solo alcuni dei commenti che riceve sui social. Ma a Jolanda piace scrivere e alla viglia dei suoi 20 anni racconta una storia che può essere di aiuto a tanti ragazzi
Jolanda Renga è la figlia dell'attrice e conduttrice Ambra Angiolini e del cantautore Francesco Renga. E come capita spesso ai figli dei vip, l'adolescenza non è mai una passeggiata. “Fai schifo”, “Non ti meriti quello che hai”, “Sei solo una figlia di”. Questi sono alcuni dei commenti che riceve sui social. Ma le piace scrivere e così ha pensato di raccontare, alla vigilia dei suoi 20 anni (li compie a gennaio) attraverso un romanzo la storia di una ragazza figlia molto amata di due genitori separati, come lei.
Studia allo Iulm: “Mi piace tutto quello che riguarda la scrittura, dalla narrativa alla sceneggiatura. Mi piace anche l’idea di scrivere testi di canzoni”. Il libro si intitola “Qualcosa nel modo in cui sbadiglia”: “La scrittura mi ha aiutata a rileggere determinati avvenimenti della mia vita e a capire che non avevo sempre sbagliato io, potevo essere meno dura con me stessa” continua Jolanda.
In cosa somiglia a mamma Ambra e papà Francesco Renga
Jolanda Renga ha un carattere forte e molte caratteristiche di mamma Ambra e papà Francesco Renga. "Ma penso di assomigliare di più a mia madre: sono determinata come lei, ci piace esporci per una giusta causa. Papà è più silenzioso, ama stare nella comfort zone. Però sono testarda come tutti nella mia famiglia”
Vorrebbe scrivere i testi per le canzoni di papà
Peccato però che il cantante però bocci la sua idea: “Io glielo dico sempre! Lui risponde sì, ma poi non se ne fa mai nulla. Quindi mi sono stufata, ora si arrangia” racconta al “Corriere della Sera”.
Da poco padre e figlia (vedete le foto nella gallery in alto) hanno duettato cantando Angelo il singolo del 2005, vincitore del Festival di Sanremo, dedicato proprio a lei. “Angelo, prenditi cura di lei! Lei non sa vedere al di là di quello che dà, e l’ingenuità è parte di lei… che è parte di me” recita il testo.
Determinata, testarda ma anche sincera e gentile
Jolanda si espone se crede in una causa, in tanti ricorderemo il suo video su Tik-Tok che fece scalpore in cui cantava “Sono Jolanda la figlia brutta…”. “Sui social si sentono autorizzati a dire cose cattive che di persona non ripeterebbero mai. Ma non volevo replicare in modo offensivo: non sono una persona maleducata. Nella prima ora avevo avuto poche visualizzazioni. Poi hanno iniziato ad arrivarmi messaggi e commenti bellissimi di ragazze, donne, ma anche papà. Persone che si sentivano come me e altre che non si erano mai sentite così” racconta sempre al Corriere.
Il bullismo a scuola
“Fin dalle elementari sapevo che era un’arma a doppio taglio essere la figlia di due persone famose. C’erano bambini che venivano da me e mi chiedevano: ma tu vivi in una villa? I tuoi genitori li vedi? Come se vivessi in un mondo parallelo e non fossi, come loro, una figlia con due genitori presenti, un fratello, la casa. E’ andata meglio quando mi sono trasferita a Milano con mamma: mi sono iscritta a una scuola privata e ho studiato restando a casa” confessa.
"Più che altro a scuola spesso sono stata esclusa: dicevano che ero la cocca degli insegnanti, che ero secchiona... Invece alle medie mi sono beccata la fama della spia, ma lo rifarei: una mia compagna veniva bullizzata, le dicevano che era lesbica, l’hanno spinta alla depressione. La convinsi ad andare insieme dall’insegnante".
Quando Jolanda difese mamma Ambra
Ad Ambra, dopo la fine della relazione con l'allenatore della Juve Allegri, venne consegnato il Tapiro e la figlia scrisse un post per dimostrarle il suo affetto: “Quella volta ho agito d’istinto, di pancia. Mamma è sempre stata la mia roccia e mi era dispiaciuto vederla tornare a casa abbattuta. Su due piedi ho pensato a cosa potevo fare per aiutarla e l’unico strumento che avevo a disposizione era il mio telefonino: ho scritto un post e l’ho pubblicato. Magari avrei dovuto pensarci di più, però sono felice che mamma mi abbia potuta sentire vicina”.