Isabella Rossellini straordinaria in "Conclave": “Come mi sono salvata dalla depressione”

“Per la maggior parte della mia vita sono stata considerata solo la figlia di Ingrid Bergman e Roberto Rossellini, la moglie di, la musa di, ma ora il riconoscimento va a me, per quella che sono". E ora punta all'Oscar

Foto Ansa e Instragram

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Che Isabella Rossellini sia sempre (stata) un simbolo senza tempo, generazione e spazio, una donna onnivora, curiosa, lo dice la sua carriera di attrice, regista, modella, icona, curiosa di tutto e degli altri, desiderosa di conoscere. La qualità che colpisce, oggi, maggiormente, è la sua modernità, un mix di trasversalità e memorie. In lei convivono mille sfumature di donna e artista, una naturalezza nel trascinarti, da vera appassionata, dal cinema ai suoi amati animali, dagli studi all’università, alla voglia di mettersi in discussione dietro la macchina da presa.

Il motore della mia vita è la curiosità

Qualche giorno fa a Lucerna, agli EFA (European Film Awards) ha ricevuto non a caso il premio alla carriera 2024. “Per la maggior parte della mia vita”, ha detto, “sono stata considerata solo la figlia di Ingrid Bergman e Roberto Rossellini, la moglie di, la musa di, ma ora il riconoscimento va a me, per quella che sono. Il motore della mia vita è la curiosità, e il carburante è stato ridere, divertirmi, cose che sicuramente ho imparato dai miei genitori, mia madre, svedese, attrice, e mio padre italiano, regista. In famiglia copriamo dal nord (della Svezia) al sud (Italia) dell’Europa”. Un premio che l’ha messa (per la prima volta) a riguardarsi indietro, a “cosa ho visto e sentito, a volti di persone piene di talento, nella vita, lavorativa e non, che mi hanno accompagnato. Da loro ho imparato. E così vedo i volti dei miei figli, Elettra, Ingrid e Roberto, talvolta tristi, quando la mamma andava via per lavorare, e invece mi avrebbero voluto a casa. Ma se non fosse stato soprattutto per il lavoro di altre donne che mi hanno aiutato, babysitter, o Lena, non avrei avuto una carriera. Questo vale per ogni donna che ha una carriera”. “La curiosità”, ha sottolineato, “mi ha salvato dalla depressione, è la stessa che mi ha permesso di andare all’università, laurearmi con un Master in Conservazione ed Etologia, studiando la scienza del comportamento degli animali, raccontati poi in alcuni cortometraggi”.

Carriera unica, ora vicina all’Oscar

Da Velluto Blu e Cuore selvaggio diretta da David Lynch (suo ex marito), a La morte ti fa bella di Zemeckis, col personaggio memorabile di Lisle von Rhoman, depositaria dell’elisir di lunga vita, fino al bellissimo ruolo ne La Chimera di Alice Rohrwacher, Isabella Rossellini si è sfidata negli anni, senza aver paura di nulla. “Amo il mondo del cinema e della moda” diceva poco tempo fa, ma sono diventata contadina, per ignoranza e ottimismo, creando una fattoria organica senza saperlo. Ho imparato più lì che all’università”. “Le donne sognano di essere giovani. “In passato però se avevi 40 anni non lo rappresentavi, dissero. Io non volevo essere eternamente giovane, ma elegante sì. Oggi ho ritrovato tutto, il successo, le riviste di moda, il cinema, la regia, ogni cosa è tornata al suo posto, non me lo aspettavo”.

In "Conclave" è straordinaria

 Ora, a 72 anni, prova a raccogliere l’ennesima sfida lanciatele dal regista Edward Berger in Conclave (in sala dal 19 dicembre), nei panni di Suor Agnes, per il quale ha già ottenuto la nomination ai Golden Globe come miglior attrice non protagonista, speranzosa di entrare poi nella cinquina pure all’Oscar. Un film che ci riporta nei meandri del Vaticano attraverso un thriller affascinante, adattando il romanzo di Robert Harris, ambientato in un momento cruciale, quanto drammatico: la morte del vecchio Papa, spirato, forse, per un attacco di cuore, nella residenza di Santa Marta, a Roma. Da lì l’organizzazione del protocollo di rito, trasportare via il corpo, sigillando la stanza, e iniziare le pratiche riguardo al conclave per la successione. A occuparsi di tutto, Thomas Lawrence (interpretato da un sontuoso Ralph Fiennes), chiamato a curarne la regia. Uno straordinario affresco (nel cast anche Stanley Tucci, John Lithgow e Sergio Castellitto) in cui si innescano tensioni, intrighi, lotte interne, divisioni tra conservatorismo e liberalismo, tra passato e presente, e quel potere della fede, diviso ancora tra ambizioni e rivalità. Ed è proprio qui che la Rossellini lascia ancora il segno.

19/12/2024
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