Il tumore e la retorica del guerriero. Lo sfogo di Andrea Rizzoli: "Mi scuserà il monsignore ma sono tutte put...ate"
"Un guerriero è chi scende in battaglia con delle armi, ma chi è malato non ne ha. Si affida alla medicina, che non ha fatto grandi passi in questo campo, e all'amore delle persone che stanno accanto per le cure"

Un saluto commosso e composto quello ad Eleonora Giorgi (leggi qui)che, soprattutto nell'ultimo anno di vita, è riuscita a entrare nei cuori di milioni di persone (leggi qui) grazie alla forza e al sorriso con cui ha affrontato il tumore. Verità, sincerità e nessuna retorica. E le parole che più di tutte sintetizzano questo atteggiamento sono quelle del figlio Andrea Rizzoli che si è lasciato andare a questo sfogo:
"Questo ultimo anno è stato particolare, mai avremmo pensato di poterla perdere così giovane, ma quando c'è stata la diagnosi sapevamo che non sarebbe stato facile sconfiggerlo. A volte si dice che i malati di cancro intraprendono una lotta, sono dei guerrieri, mi scuserà il Monsignore ma sono tutte puttanate. Un guerriero è chi scende in battaglia con delle armi, ma chi è malato non ne ha. Si affida alla medicina, che non ha fatto grandi passi in questo campo, e all'amore delle persone che stanno accanto per le cure. Oppure si affida alla fede e lei ne aveva. Quando ha deciso di rendere pubblico questo percorso è stato scioccante, perché chi sta male tende a chiudersi, vivere la malattia come fosse una vergogna. Per Eleonora non c'era speranza di guarire ma aiutare gli altri, mettendo in piazza il suo dolore in modo pubblico, senza guadagnarci alcunché, non cercando visibilità. Lo ha fatto perché dal primo giorno in clinica, ci siamo trovati davanti un bambino di sei anni. È stato molto toccante, ci siamo chiesti se avesse lo stesso male suo e non lo sapevamo. Ciò che so è che da quel momento ha deciso di vivere ogni momento col sorriso e ha riempito la vita di chi le è stato accanto con gioia".