Giuseppina Torre: “Perché suono con le mie scarpe sul pianoforte”

"Mi sono sposata a 32 anni, e a ripensarci avrei dovuto cogliere dei segnali che invece ho sottovaluto. Quando vado nelle scuole a parlare lo ripeto sempre: ragazze, allarmatevi di fronte a determinati comportamenti": la storia della pianista e compositrice

di Redazione

Giuseppina Torre negli anni si è distinta per la sua musica a tal punto da conquistare il pubblico di tutto il mondo. Nel suo passato però c'è una storia di dolore e di violenza domestica di cui ha recentemente parlato all'Adnkronos. Ed è stato solo attraverso l’arte che ha avuto la forza per superare questa brutta fase della sua vita e di rinascere. "Il pianoforte è il mio più grande confidente, sono sposata con lui, nella buona e nella cattiva sorte. La musica è stata la mia isola felice perché grazie a lei, mia compagna di vita, sono riuscita a uscire da questo vortice. Ho raccontato tutto in musica e attraverso essa riesco a essere ispirazione per altre donne vittime di violenze". E lancia un appello: "Devono sapere che non sono sole, non devono stare in silenzio, solo attraverso la confidenza si può uscire da una situazione tossica famigliare. Mentre il silenzio è il grande complice di queste storie drammatiche"

Le scarpe rosse sul pianoforte

"Mi piace pensare che le mie note possano essere un veicolo per trasformare le cose. Il cambiamento è un viaggio e io lo percorro attraverso la mia musica e con le mie scarpe rosse". La pianista e compositrice, inizia così ogni concerto, appoggiando accanto ai tasti il simbolo dei femminicidi. "La musica parla e i simboli fanno arrivare a tutti un messaggio forte. È come dire: io, Giuseppina Torre, ci sono. Noi, ci siamo. Voglio scuotere le coscienze, far capire che dobbiamo cambiare la prospettiva e il nostro atteggiamento se vogliamo finalmente mettere fine alla violenza. Le scarpette rosse sono un simbolo di cambiamento e movimento. Coinvolgo gli spettatori, attraverso la musica, in un viaggio nel labirinto del cuore, per ritrovare le proprie emozioni. Tante volte le soffochiamo o ce ne dimentichiamo. Grazie alle note possiamo lasciarle venire a galla, tirar fuori i ricordi a cui sono legate. Per cambiare dobbiamo fare i conti con le nostre emozioni. Durante i concerti racconto sempre le composizioni e quel flash emotivo che le ha scatenate". Il 7 dicembre suona al Teatro Mazzacorati 1763 di Bologna: in scaletta i brani tratti da "The Choice", il suo ultimo ablum.

La sua storia

"Mi sono sposata a 32 anni, e a ripensarci avrei dovuto cogliere dei segnali che invece ho sottovaluto. Quando vado nelle scuole a parlare lo ripeto sempre: ragazze, allarmatevi di fronte a determinati comportamenti".
Per esempio "La violenza psicologica che si tende sempre a non considerare perché non lascia segni visibili. Ma scava dentro l'anima e crea una tale assuefazione che non ti accorgi più di essere continuamente umiliata. Quello che è anormale diventa normale. All'interno di un rapporto tossico si è come drogati. Fin quando non arriva la violenza fisica, e allora ti rendi conto che non hai scelta: o soccombi o reagisci e denunci".

La scelta di denunciare

"Quando si decide di denunciare, bisogna essere consapevoli che da quel momento in poi si attraverseranno anni pesanti, in balia di tutti. All'epoca mi sentivo poco protetta. E devi sapere anche che arriverà molto probabilmente un'altra forma di violenza, quella economica. Una delle ragioni per cui le donne troppe volte non denunciano. Io ho avuto. Lui è stato condannato ma ci sono voluti sei anni".

I brani che parlano di questo percorso

"Su questo tema ho composto "Gocce di veleno", dal titolo del libro di Valeria Benatti. Il veleno è la violenza psicologica che ti paralizza. In "Golden cage" parlo della gabbia che a volte non abbiamo la forza di aprire. E "Never look back", dall'album "Life book" è un invito a guardare avanti senza voltarsi indietro, ho metabolizzato il passato e vedo davanti a me un orizzonte sereno".

Il messaggio che cerca di trasmettere 

Ai giovani cerca di trasmettere questo messaggio: "Parlo delle emozioni, di educazione all'empatia. È necessario ora più che mai provare a scardinare una cultura e un'ideologia che sono alla base della violenza. Continuo a credere che possiamo cambiare il presente per un futuro in cui le donne possano vivere libere da violenza e paura"

La sua carriera

La sua carriera ha origine a Vittoria, in provincia di Ragusa, dove la pianista e compositrice è nata, cresciuta e ha intrapreso gli studi musicali. "Suono dall'età di sette anni, mio padre mi portò, al teatro di Vittoria, al concerto del pianista Aldo Ciccolini e quando uscii da lì, dissi: da grande voglio fare la pianista. Nel 2015, ad un concerto, ho suonato a un pianoforte autografato da Aldo Ciccolini. L'ho considerato un segno del destino". Negli Stati Uniti ha ottenuto numerosi riconoscimenti, tra cui i Los Angeles Music Awards (“International Artist of the Year” e “International Solo Performer of the Year”), gli Akademia Awards di Los Angeles (“Ambiental/Instrumental”) e i 5th I.M.E.A. Awards del 2018. Dall’onorificenza di Cavaliere dell’Ordine “Al Merito Della Repubblica Italiana, conferitale dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, fino al concerto per Papa Francesco, Giuseppina ha suonato numerosi concerti. Reduce da una tournée in Corea del Sud, abbiamo scambiato quattro chiacchiere con lei in occasione dell’uscita del suo nuovo disco “The Choice”, uscito qualche settimana fa, composto di 10 tracce strumentali. Sul cavalierato racconta: "Un grandissimo onore. Ho fatto tanti concerti di beneficenza per sostenere il "Telefono Rosa" e altre associazioni, e in alcuni casi per aiutare direttamente le vittime. Come è stato per Irene de Arcangelis, la donna di Pozzuoli incinta bruciata dal marito: tutto il ricavato del concerto è stato donato a lei per sostenere le cure. Ma vado anche in giro nelle scuole per parlare ai ragazzi di queste tematiche".