Giordana Angi: "La mia favola con Sting, il lavoro dietro le quinte ad Amici e la strada più improbabile"
"Lo so che non è un pezzo estivo, che non è un up tempo, ma è quello che sento in questo momento": in questa frase c'è l'identità, la coerenza e l'originalità di un'artista rara
“Lo so che non è un pezzo estivo, lo so che non è un up tempo, lo so benissimo, ma è quello che sento in questo momento e quindi ho deciso di ripropormi con questo brano”. In questa tenera ma decisa rivendicazione della sua identità, coerenza e originalità c’è tutta Giordana Angi. Lei e il suo limone che finalmente è rifiorito, lei e i suoi animali, lei e la tranquillità della sua casa ad Aprilia. Diventata famosa in quella fucina di talenti che è “Amici di Maria de Filippi”, si è affermata come una cantautrice di rara sensibilità, ha scritto per altri artisti come Tiziano Ferro, Nina Zilli, Alessandra Amoroso, Fiorella Mannoia ed è perfino riuscita a colpire una leggenda della musica come Sting. Insieme hanno duettato sulle note di “For Her Love” da Giordana riadattata in italiano come “Il nostro amore”. E insieme hanno girato il mondo perché Sting l’ha voluta ad aprire il suo tour. Un’esperienza straordinaria che Giordana fatica a raccontare tanto è stata intensa. O meglio che lei racconta in quel diario perenne della sua vita che scrive perché non saprebbe fare altrimenti e che poi finisce in musica. È il caso di “Strade”, il nuovo singolo che ha appena pubblicato con Warner.
Giordana, sei tornata con un pezzo molto bello che parla delle scelte, che tutti noi ci troviamo a fare ogni giorno. Ogni strada in effetti è una scelta. Ci sono alcuni passaggi che mi hanno colpito, in particolare quello in cui dici che la strada che sembrava la più improbabile, era quella giusta per te. È stato davvero così? E in quale situazione?
“Intanto ti ringrazio tantissimo per questa cura nell'ascolto perché tramite le tue parole mi rendo conto che ogni persona, come è bello che sia, interpreta e acquisisce, qualora ascolti la canzone, a modo proprio la musica e il testo che gli arriva. Questa è una prospettiva che per esempio io non avevo considerato, nel senso che questa canzone per me nasce quest'estate, nasce perché ho avuto la possibilità, l'onore di aprire i concerti di una giovane promessa come Sting. Scherzo naturalmente. Così ho potuto vedere paesaggi e attraversare strade che non avrei mai pensato di attraversare. E queste luci, questi tramonti, come spesso mi accade nella vita, nel bene, nel male, poi finiscono nella scrittura. Io scrivo sempre, per me è fondamentale. Poi quando sono tornata a casa ho riletto gli appunti. Avevo tanta nostalgia di casa. Le strade che stavo percorrendo erano lontane ma erano anche quelle che mi avrebbero riportato qui. Casa è ad Aprilia, nella mia città, dove in parte sono cresciuta, perché sono cresciuta tra la Francia e l'Italia, visto che mia mamma è francese e mio papà è romano. Sono tornata dal mio cane, dai miei amici, dalla mia famiglia, dai miei cugini, dalle mie piante, dal mio limone che finalmente è sbocciato e mi ha reso pazza di gioia. Ecco, mi mancavano queste cose, le piccole cose della vita, e quindi quando ho riletto questo testo, l’ho trovato autentico”.
Mi piace la rivendicazione della tua originalità e semplicità, senza per forza curarsi di ciò che funziona nel mercato discografico. Quanto è difficile percorrere la strada della coerenza con se stessi, rispetto a ciò che sarebbe più conveniente?
“Io amo la musica. Da quando avevo 11 anni è la passione della mia vita. Prima ero molto sportiva, giocavo a calcio, stavo sempre in giardino con i cugini, giocavo a tennis. Poi a un certo punto io, mia madre e mia sorella siamo andate a vivere in Francia, nel passaggio tra la quinta elementare e la prima media. Ed è stato un passaggio delicato e faticoso perché già di base lo è sempre quando cambi scuola. Ma nel mio caso c’era anche una lingua nuova da imparare a scrivere ed è stato tutto nuovo, comprese le abitudini quotidiane. In Francia si sta a scuola fino alle 5 del pomeriggio e io mi sono dovuta un po' reinventare perché a calcio non c'era possibilità di giocarci. Così a un certo punto nella mia stanzetta avevo un lettore cd che mi ha fatto scoprire il potere della musica e la gioia di scrivere testi. La musica è diventata la mia bolla e tornata in Italia ci ho aggiunto l’amore per la poesia, per Alda Merini e per i cantautori. Da quel momento la musica non mi ha mai lasciato, è il mio centro. E la scrittura è diventata diventata il modo per capirmi, il mio specchio, il modo per esprimermi, perché faccio sempre fatica ad esprimermi. Sto imparando, però. Mi sono anche iscritta finalmente all’università in filosofia: ho dato il primo esame e sono contentissima. Piano piano, faccio tutto, nel senso che cercherò di arrivare fino alla laurea, perché è proprio una cosa che mi fa bene al cuore e alla mente. Il fatto è che io sono tante cose, quindi a volte faccio fatica a metterle tutte insieme. Gli studi avevo dovuti lasciarli per tanti motivi, mi sono dedicata alla musica e ho cercato di andare avanti per avere qualche riscontro. Vengo da una famiglia, normale, umile, e quindi sentivo anche un po' la responsabilità di aiutare e di lavorare. Tutto questo per tanti anni, fino a quando poi è arrivato Amici. Quindi per ritornare alla domanda, per me è importante scrivere, è importante la musica e il resto viene di conseguenza”.
C’è anche una notevole novità che ti riguarda, perché sei entrata a lavorare con la Warner. Che cosa cambia dal tuo punto di vista?
“Sono felicissima di avere un contratto discografico che mi permette di divulgare le canzoni che faccio. Il mio centro rimane la musica. Per tanti anni, prima che approdassi ad Amici, le mie canzoni sono rimaste inascoltate. Ho avuto tanti contratti per un singolo e poi niente più, non funzionavo. Dicevano semplicemente “next one”, cioè “andiamo avanti con il prossimo. Era un continuo ricambio".
Hai avuto paura di non avere più la forza di insistere? Ti stavi demoralizzando?
“Mai rispetto alla musica perché io non mi aspetto che la musica generi denaro. Per me la musica non è denaro, per me la musica non è commercio".
Però ti aspetti di essere capita, ascoltata, cantata in qualche modo?
“Questo mi piacerebbe tantissimo. Nel momento in cui condivido una parte di me sarebbe bellissimo avere la risposta del pubblico, la soddisfazione che quell’emozione sia condivisa anche dagli altri. È il sogno più grande”.
Tornando a “Strade”, è più difficile imboccare quelle professionali o quelle sentimentali?
“Io sono un dubbio vivente. Ho sempre dubbi. Non lo so, ti dico la verità. Semplicemente vivo tutti i giorni quello che la vita mi mette davanti. Lo accolgo e vado a istinto. Oggi ascolto tutto, sento tutto, prendo, lo faccio mio, cerco di riflettere, soprattutto sulle decisioni importanti. Ma poi cerco di lasciare sempre lo spazio al cuore”.
Ti sei trovata fianco a fianco con una leggenda della musica come Sting, avete cantato, avete duettato, avete registrato insieme un brano, avete girato un videoclip, vi siete esibiti dal vivo. Che emozione è stata? Che cosa ti ha colpito in lui?
“È difficile spiegare quello che ha rappresentato e rappresenta per me. Mi sono emozionata tantissimo. Non potevo pensare mai nella vita di duettare con lui. È successo tutto per caso: qualche anno fa mi ha chiamato questo produttore americano, che ancora non ho ben capito perché abbia chiamato me, per collaborare con me. Passano dei mesi e lo richiamo e lui era ancora intenzionato. Da lì nasce tutto un progetto anche in altre lingue. Io avevo tradotto e riadattato un brano di Sting e questo produttore che è anche il manager di Sting glielo fa ascoltare. E Sting mi ha chiamato per cantarlo con lui a Roma, all'Auditorium. E poi da lì, è stato tutto naturale. Io ero a disposizione e lui mi ha continuato a chiamare fino a che a un certo punto abbiamo deciso di registrarla. E io non è che ci ho capito tanto, ancora adesso non ho capito. Forse è anche per quello che mi sono messa la foto qua dietro, come a dire 'quarda che è tutto vero'. La cosa più bella è stato avere un pass con su scritto “all access”, mi guardavo le prove e i concerti interi. E prima di esibirmi con lui vivevo un’ansia perenne. Un’esperienza bellissima fatta di momenti che non scorderò mai”.
Hai raggiunto una grande popolarità quando hai partecipato ad Amici. Che cosa rappresenta per te quell’esperienza? Segui ancora “Amici”? Che effetto ti fa vedere quei ragazzi così giovani in cerca di una strada?
“Amici per me è stato importantissimo perché venivo da anni complicati in cui le mie canzoni non venivano ascoltate da nessuno. Ho cercato di dare voce a questo sogno e ho provato a entrare ad Amici più volte ma sono sempre stata scartata finché non mi hanno preso. Trovarmi a 25 anni a studiare gratuitamente, ad avere dei vocal coach straordinari ,dei professionisti che mi aiutavano, è un qualcosa che non ha prezzo. Da lì poi ho avuto un contratto più stabile. L’anno dopo però ci fu il Covid e per me è stato un momento molto delicato: mi sono chiusa, i miei concerti sono stati annullati. Poi proprio ad Amici mi hanno dato la possibilità di lavorare dietro le quinte con i ragazzi. E ho continuato a lavorarci fino all'anno scorso, quando sono partita in tour. Ho ripreso anche quest’anno. Per me è un onore lavorare con questi giovani artisti e con tutti i professionisti del programma. C’è la gioia di poter aiutare nel mio piccolo. Per me Amici è quasi una casa e Maria è una persona fantastica, incredibilmente sensibile e intelligente. Quindi quando sono lì ho occhi e orecchie aperte e cerco di continuare ad imparare".
Qual è la strada che vuoi prendere ora? C'è un obiettivo, un sogno?
“A parte studiare filosofia, sono felice dei piccoli grandi traguardi che ho raggiunto come essere umano. In questi anni ho lavorato su di me anche attraverso la terapia. Ho messo un po’ di ordine. E affronto con serenità le cose delle vita, dando importanza ai legami, alla natura, alle mie piante, al mio cane. Le piccole cose. E ovviamente alla musica, che ci sarà per sempre”.