Geolier, successo e fischi: chi è, l'amore travagliato e la strategia per vincere
Ha vinto la serata dei duetti ed è già primo in tutte le classifiche: storia di un ragazzo che da Secondigliano sta scalando il mondo
Sullo sfondo del cellulare ha la foto di Maradona stagliato sul cielo azzurro di Napoli, a Sanremo si è messo a fare il pizzaiolo e per festeggiare la vittoria si è concesso una spaghettata con gli amici Gigi D’Alessio, Gué Pequeno e Luché, “cardinale, arcivescovo e papa del rap”, come dice scherzando D’Alessio. Insomma, Geolier non dimentica da dove biene e questaè senza dubbio la sua grande forza. “La telefonata più bella? Quella di mio padre che mi ha detto: “Guagliò, simm’ primm”. Io gli ho detto: “Vabbò”. E lui subito dopo: “Hai mangiat’?. Ecco questo sono io e questa è la mia famiglia. Lo racconto giusto per rendere l’idea”.
Primo in tutte le classifiche
È lui, Emanuele Palumbo, in arte Geolier, l’artista del giorno. Il vincitore, fischiatissimo all’Ariston, della serata dei duetti ma anche il trionfatore su tutte le classifiche. A pochi giorni dal debutto sanremese, "I P’ ME, TU P' TE" scala le classifiche di Spotify, raggiunge il primo posto nella Top 50 Italia ed entra, unico tra i brani in gara a Sanremo, direttamente nella Top 50 Globale. Non solo. Il pezzo in napoletano che su Tik Tok è il più usato e condiviso è anche al primo posto nella Top 100: Italia di Apple Music. Insomma, comunque vada è già un successo. Ventitrè anni trascorsi a Secondigliano, nella sua amata Napoli, per sé ha scelto un nome che in francese vuol dire “secondino, guardia” e nonostante il successo che già da un anno lo ha eletto come nuovo re di Napoli, ha sempre mantenuto la barra dritta della sua carriera, deciso a non snaturarsi mai.
Non andrò mai a Sanremo se non potrò cantare in napoletano
Qualche mese fa, proprio a Tiscali Spettacoli e a Rockol diceva: “A Sanremo ci andrò solo se potrò cantare in napoletano. È quella la mia lingua, il napoletano dei rioni, quello che parlano oggi i ragazzi. Non potrei mai cantare in italiano”. E Amadeus, che ancora una volta ci ha visto lungo, pur di averlo all’Ariston ha cambiato il regolamento e ha permesso che per la prima volta in gara ci fosse un brano non in italiano. "La vittoria? Non ci penso, non perché sia scaramantico ma perché la vedo molto lontana. Nel caso arrivasse sarebbe per Napoli, per i ragazzi, per la mia famiglia. Siamo in tantissimi, se perdiamo, perdiamo un sacco di noi, se vinciamo vinciamo un sacco di noi. È più bello vincere quando hai tante persone con le quali condividere la vittoria. E la sconfitta fa meno male quando la dividi". Lui però ai voti, soprattutto a quelli del televoto, ci tiene parecchio e nelle sue Storie di Instagram, si mette pure a fare “il tutorial di come si vota”, in modo che tutti i suoi fans possano aiutarlo a fare il pieno di preferenze. Intanto la misura del suo successo prende le fattezze dello stadio Diego Armando Maradona di Napoli, dove ha appena messo a segno due sold out per il 22 e il 23 giugno e ha aperto la terza data, diventando il primo artista in assoluto, internazionali inclusi, a esibirsi per ben tre concerti nel monumentale stadio della città partenopea. Ma che musica fa Geolier? A spiegarlo è un musicista di razza come Gigi D’Alessio: “Lui è il vero rap. Ma è anche urban e pop. Lui è la musica di oggi, quella che ascoltano tutti e che non ha confini”. Il riscatto di Napoli è in atto da diversi anni e passa dalle immagini di “Mare Fuori” allo scudetto nel campionato di calcio. Mancava solo il tempio della musica. Ma ci sta pensando Geolier con un brano di una maturità e consapevolezza davvero notevoli per un ragazzo così giovane.
L'amore e la consapevoleza di riguadagnare il proprio spazio
Già perché “I’ p' me tu p' te” racconta la storia dolorosa e travagliata di una coppia che si scopre infelice nonostante l’amore, di due ragazzi che hanno bisogno di riguadagnare il proprio spazio vitale, ognuno per sé, di due innamorati che sono costretti ad arrendersi per smettere di farsi del male. E lo fa con la poesia. Proprio come recitano i primi versi della canzoni: Noi siamo due stelle che precipitano, /ti stai vestendo consapevole che ti devi spogliare / Pure il male ci fa bene / Abbiamo sperato di stare per sempre insieme /No no, come si fa / No no, dimenticalo / Per adesso, non posso farlo/Se non esistessi, avrebbero dovuto inventarti”. Una vecchia storia dal sapore nuovo e originale.