Speciale Cinema Roma 2024

Gabriele Muccino: “Balbettavo moltissimo, il giudizio degli altri mi atterrisce. I film mi hanno salvato la vita"

"Fino alla fine", presentato alla Festa del Cinema di Roma, è ambientato in Sicilia e si sviluppa in 24 ore. Al centro una turista americana (bravissima l’attrice Elena Kampouris), che arrivata a Palermo, conosce quattro giovani del luogo

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Gabriele Muccino fa 13. Il numero coincide col suo ultimo film “borderline e girato col brivido addosso, Fino alla fine, presentato alla Festa del Cinema di Roma (lo vedremo in sala dal 31 ottobre, distribuito da 01 distribution), che segna o conferma una deriva thriller del regista romano. Anche se, in realtà, “c’è sempre stata, anche ne L’ultimo bacio, ma mancava il morto”, dice. Una precisazione, lo sottolinea, “non sopporto che dal 2001 il mio cinema sia considerato generazionale”. E in effetti ha ragione. Muccino intercetta da anni relazioni, generazioni sì, ma narrandole sempre attraverso uno sguardo semmai universale, relazioni, famiglie, crisi, amore, amicizia, cambiamento, crescita. I temi, erano, e sono ancora tanti, ma lui ha provato a esprimerli attraverso il linguaggio migliore alla sua portata, tra cinema e la serie A casa tutti bene, superando pure l’ostacolo americano (ben riusciti i primi lavori, La ricerca della felicità e Sette anime), decidendo poi di tornare in Italia in maniera definitiva, e qui ricostruire altre storie.

Tutto accade in 24 ore

“Da quando vidi American Beauty, avevo voglia di esplorare il nero, scavalcare il muro e l’ignoto, sfondare barriere linguistiche potenti, perché quando ho fatto scelte sicure ho sbagliato”. Fino alla fine, presentato alla 19° edizione della Festa del Cinema di Roma ambientato ora in Sicilia, va in questa direzione, evolvendosi nell’arco di 24 ore. Al centro Sophie (bravissima l’attrice Elena Kampouris, da scoprire), una ventenne turista americana, al suo ultimo giorno di vacanza insieme alla sorella, la quale, una volta arrivata a Palermo, conosce per caso quattro giovani del luogo, in particolare Giulio (Saul Nanni), che letteralmente la travolge. l’inizio di un viaggio quasi di iniziazione, ai limiti, provando (e rischiando) a vivere nuove emozioni, sganciandosi dai tormenti e dolori del passato. Una pellicola, girata sia in inglese che in italiano (mai successo), uscirà nella seconda versione, a testimonianza di un progetto (senza avvalersi del doppiaggio) in cui la parola chiave, sua e del cast, è stata sfidarsi, “valicare una linea invisibile tra giusto e sbagliato, letico e illecito, tra bene e male. Il male è insito nella nostra paura”.

Muccino fa un bilancio 

“Ne ho viste tante”, dice. “La mia vita professionale è stata particolarmente ricca, anteprime in tutto il mondo. Eppure ogni film che fai è punto di partenza, hai a stessa ansia di prestazione, paura che non sia abbastanza, che la gente non vada a vederlo, o altro. Qui penso di aver fatto un buon film, sono sereno, senza presunzione, l’ho rivisto 250 volte. giudicato, perché mi metto stress, giudizio degli altri. Da adolescente balbettavo moltissimo, venivo giudicato, la mia valenza passava in secondo piano. Pensai di fare cinema per comunicare chi sono, cosa vedo, ma alla fine ricado nel giudizio degli altri che mi atterrisce come quando avevo 16 anni. Non sono mai uscito da questo schema. I film mi hanno salvato la vita. Quasi tutti rappresentano il mio modo di stare al mondo, io sono i film che ho fatto. Mi sono, come dire, mimetizzato nei personaggi. Con Fino alla fine ho spostato quel fatidico muro. Se mi sono pentito di qualcosa? Nel lavoro, fuori da esso, si applica a persone vicine, film fatti, a moltissime cose.Sai che è sbagliato, a volte non hai il coraggio di dire no, vai dietro ad un flusso, è un meccanismo che non puoi interrompere”

“Le donne? Più interessanti da raccontare”

Muccino, forse per la prima volta, mette in luce un personaggio femminile forte e stratificato, quasi inedito. “In pochi film le sanno raccontare bene, ci sono molto poco protagoniste. Raccontare una donna così borderline, come Sophie, complicata, e leader, mi ha permessoi di conoscere questa creatura, facendomi avvicinare a lei. Ma aver avuto una figlia ha spalancato il mio sguardo su questa percezione. Vorrei farne altri in questa direzione”.

19/10/2024
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