Il dolore di Stella Di Mare, figlia del giornalista scomparso: "Cosa mi ha insegnato papà"

"Grazie per la fiducia incondizionata che avevi in me. Delle mie possibilità non mi hai mai fatto dubitare": la figlia di Franco di Mare, scomparso a 68 anni per un mesotelioma, e le sue parole toccanti

di Redazione

Al funerale di Franco Di Mare, giornalista, inviato di guerra, direttore di Rai3, ma soprattutto uomo di coraggio, le parole più belle sono state quelle di sua figlia. Stella Di Mare, nome fortemente voluto dal padre, ha letto il suo discorso per quel padre che un mesotelioma le ha strappato il 17 maggio, a soli 68 anni, ma che il destino le ha fatto incontrare in un orfanotrofio a Sarajevo durante la guerra nel 1992: "Il Dna che mi hai lasciato non è biologico ma emotivo. È personale ed è fatto di film che vedevamo insieme. È fatto delle storie scritte e lette bene. È fatto della cucina. Io cucino malissimo in confronto a lui, ma un po' mi ha insegnato".

Stella: "Hai spostato i miei limiti"

La storia del loro incontro era stata portata anche in tv da Giuseppe Fiorello nella fiction Rai L'angelo di Sarajevo. Il giornalista era lì per raccontare gli orrori della guerra di Bosnia-Erzegovina e all'indomani di un terribile bombardamento si era imbattuto in un gruppo di bambini tutti biondi, ammutoliti dalla paura, tranne lei: piccolo esserino dai capelli scuri, che invece sorrideva e gli si era letteralmente aggrappata al collo. Non senza combattere molto, Di Mare era riuscito poi a salvarla e portarla in Italia, adottandola. In questi giorni lei ha già annunciato che ora porterà avanti la battaglia del padre, perché quel male terribile che lo ha colpito venga messo in correlazione agli anni di servizio e all'amianto sprigionato (e respirato) dalle bombe al fronte. "Grazie per la fiducia incondizionata che avevi in me - gli dice oggi per l'ultima volta la ragazza -. Delle mie possibilità non mi hai mai fatto dubitare. I miei limiti me li hai sempre spostati in avanti, anche quando io mi incazzavo parecchio. Ma poi avevi ragione tu. Sapevi che potevo arrivare più in là. E io le tracce di tutto questo ce le avrò dentro".

In chiesa i vertici Rai

La foto è quella che lo ritrae con il giubbotto di pelle che usava da inviato al fronte, accanto c’è la rosa bianca posata dalla moglie Giulia Berdini, sposata due giorni prima di morire, dopo otto anni insieme. Ed è con un lungo applauso tra i "grazie" che la folla lo saluta a Piazza del Popolo. Franco Di Mare aveva commosso e colpito il pubblico, ospite di Fabio Fazio a Che tempo che fa, raccontando come un mesotelioma lo stava divorando, forse dopo essere venuto in contatto con l'amianto nei suoi anni di servizio per la Rai. A colpire era anche e soprattutto la denuncia di come, dopo anni di richieste, nessuno dagli uffici né dai vertici di viale Mazzini ("non quelli attuali)" avesse dato corso alle sue ripetute richieste di avere il proprio stato di servizio, indispensabile per provare a mettere in correlazione, almeno burocraticamente, la malattia e gli anni al fronte tra quelle bombe che, appunto, l'amianto lo polverizzano in aria. E ieri la Rai era schierata con i massimi vertici seduti tra i banchi della Chiesa, affollatissima, di Santa Maria in Montesanto, con l'Ad Roberto Sergio, il direttore generale Giampaolo Rossi e la presidente Marinella Soldi. 

"Porteremo avanti la sua battaglia"

La moglie Giulia, il fratello Gino e l'avvocato che ha seguito la vicenda, Ezio Bonanni, che è anche il presidente dell'Osservatorio nazionale amianto, hanno confermato le parole di Stella: "Porteremo avanti la sua battaglia", per trovare il "responsabile" ma anche perché quella di Di Mare venga riconosciuta come malattia professionale. La presenza dei vertici Rai alle esequie, commenta Bruno Vespa, "è un segnale doveroso". "Ora i vertici faranno chiarezza", dice Francesco Giorgino. "È giusto - dice Nunzia De Girolamo - che tutti quelli che oggi sono qui e in qualche modo rappresentano anche la Rai si uniscano per fargli vincere la battaglia". Intanto tra la folla si mescolano amici e colleghi Alberto Matano, Eleonora Daniele, Serena Bortone, Federico Ruffo, Paola Miletich, sua autrice storica, Giuseppe Fiorello, che ha portato la sua storia nella fiction L'angelo di Sarajevo. Tra le corone di fiori, quella di Sigfrido Ranucci con la redazione di Report e della Croce Rossa italiana. L'ultimo saluto è della moglie al termine dell'omelia: "Perdonami se oggi il dolore vince e non riesco a trovare la forza di sorridere - confessa commossa la moglie Giulia -. Mi hai insegnato ad affrontare la vita guardandola dal verso giusto, quello del bene, e anche se te ne sei andato fisicamente, ciò non potrà mai cancellare tutto il bello. Sei stato un compagno come si leggono nei libri, spero di averti reso felice".