Francesca Michielin: “La domanda che agli uomini non fanno e la discriminazione che ho subito a Sanremo”
Martedì 28 maggio Michielin ed Ema Stokholma condurranno la serata dei Diversity Media Awards, i premi che ogni anno vengono dati ai personaggi e ai programmi tv, radio e web che si distinguono per essere inclusivi
Francesca Michielin e Ema Stokholma, molto impegnate sul fronte dei diritti sociali, martedì 28 maggio condurranno la serata dei Diversity Media Awards, i premi che ogni anno vengono dati ai personaggi e ai programmi tv, radio e web che si distinguono per essere inclusivi. Sia per genere, età, etnia, disabilità. I riconoscimenti verranno consegnati al Teatro Lirico Giorgio Gaber di Milano, e saranno poi trasmessi su Raiuno il 28 giugno in seconda serata. In queste due interviste Francesca e Ema ci raccontano come hanno vissuto sulla loro pelle la discriminazione in quanto donne come musiciste e conduttrici e quanto lavoro ci sia ancora da fare per raggiungere una piena parità con gli uomini.
Francesca Michielin dice: “Sono felice di condurre con Ema i Diversity Media Awards perché questo progetto porta avanti un tema che mi sta molto a cuore sia come donna sia come musicista”. E aggiunge: “C’è ancora molta discriminazione nel mondo della musica nei confronti delle donne, come se una donna non fosse ancora considerata autorevole come un collega uomo: lo vedo nel cantautorato, nella musica strumentale, nel pop”. Sulla sua esperienza personale racconta: “Io sono stata fortunata perché mi sono fatta strada, ma ho visto il cambiamento sulla mia pelle. Questa situazione l’ho respirata in Conservatorio dove alcuni professori pensavano che comunque le donne non potessero arrivare dove arrivano gli uomini. Un esempio lampante della discriminazione per me è stata la conduzione di Sanremo 2022 quando ho fatto la direttrice d’orchestra per Emma (per il brano “Ogni volta è così”), a me hanno chiesto che titoli avessi per farlo, domande che ai colleghi uomini non fanno”.
Foto Ansa e Instagram
Francesca conclude: “Quindi c’è ancora molto lavoro da fare nella musica per dare spazio alle donne e più donne ci saranno più speranza ci sarà anche per le bambine che potranno sognare di ambire a posizione nella musica che in questo momento sono ancora a prevalenza maschile”. Su Sanremo aggiunge: “A Sanremo c’è ancora poco presenza femminile sul palco sia dal punto di vista della conduzione che della direzione artistica. Quando sento dire che se ci sono poche donne è perché non sono abbastanza brave, non ci credo, penso invece che non viene dato loro adeguato spazio. Perciò chi ha il potere di decidere, deve mettersi una mano sulla coscienza, capire che c’è un problema sistemico e lavorare di più sulla rappresentanza e sulla presenza delle donne”.
Ema Stokholma
Secondo Ema Stokholma “c’è ancora tanto lavoro da fare per arrivare alla parità. Credo che il nostro lavoro da conduttrici, da personaggi noti, sia anche abbattere questi retaggi culturali”. Della sua esperienza racconta: “Ho avuto esperienza di discriminazione - non tanto in tv o in radio - soprattutto quando facevo la dj. Siccome sono una donna mi dicevano che facevo finta di suonare, soprattutto mi denigravano sui social. Invece io questo mestiere lo pratico dal 2009. A un uomo non lo avrebbero mai detto, ma molti pensano ancora che questo sia un lavoro maschile. Mi arrabbio ancora quando mi scrivono queste cose però penso che le persone vadano educate, quindi rispondo a tono a chi mi scrive sui social, mettere in dubbio che una donna sia capace di fare qualsiasi cosa. Per questo è così importante che sia sia una manifestazione come quella dei Diversity e che vada in onda sulla Rai”.