Un pugno nello stomaco: "Familia" avrebbe meritato di più a Venezia. Barbara Ronchi in lacrime

Lei denuncia il marito violento e le portano via i figli. Poi lui ritorna ma è dilaniato da gelosia e possesso. La storia vera che enra nelle viscere e avrebbe meritato il concorso

di Emanuele Bigi

Un pugno nello stomaco. Una storia straziante sulla violenza contro le donne e su una famiglia sgretolata da un padre violento. È impossibile non commuoversi con la storia di Luigi Celeste, la cui vicenda personale l’ha narrata nel libro Non sarà sempre così, scritto nel periodo vissuto in carcere e ora nel film Familia di Francesco Costabile, presentato nella sezione Orizzonti della Mostra del Cinema di Venezia. Senza presunzione: il film (nelle sale dal 2 ottobre) avrebbe meritato il concorso principale.

Familia e gli interpreti formidabili

Il regista del potente Una femmina si cimenta ancora con le dinamiche familiari. Ci regala un film drammaticamente realistico, toccante e recitato da un gruppo di attori eccezionale: Barbara Ronchi è Licia, moglie del violento Franco (Francesco Di Leva) e madre di due figli Luigi (Francesco Ghechi) e Alessandro (Marco Cicalese), costretta a denunciare il marito dopo averla più volte percossa. Nessuno però le aveva detto che le avrebbero tolto i figli. Qualche anno dopo Luigi frequenta un gruppo di neofascisti, mentre il primogenito è più centrato, nonostante l’odio che prova nei confronti del padre. Franco, uscito dal carcere, si rifà vivo, inizia a incontrare il più piccolo dei due, il più simile a lui, e lentamente si riavvicina a Licia, che lo accoglie ancora in casa, con la speranza che possano finalmente vivere come una famiglia normale. La felicità è solo apparente. Franco non è cambiato, è dilaniato dalla gelosia e dall’idea di possesso. Licia invece è dilaniata dal senso di colpa e dal terrore di denunciarlo di nuovo. “Se lo faccio mi ammazza questa volta”, confessa a Luigi. I suoi angeli custodi saranno la sua salvezza.

Un film viscerale sulla violenza contro le donne

Un film, tratto da una storia vera, che entra nelle viscere, che affronta un tema attuale come la violenza sulle donne. “Familia indaga in profondità le ombre di una famiglia che si autodistrugge e parla di una donna, vittima di violenza”, spiega Costabile. “Le vittime spesso trovano spazio nei tg, ma non vengono raccontate veramente. Chi sono? La forza del libro di Gigi sta nella capacità di restituire il vissuto di queste persone, e il cinema è uno strumento che permette di empatizzare con loro”. “Nel 2023 i bambini che hanno subito violenza indiretta frapponendosi tra i genitori sono stati 5mila. Un dato che fa rabbrividire”, dichiara Francesco Di Leva, “questo film lo devono vedere i ragazzi nelle scuole: perché per sconfiggere il male bisogna conoscerlo”.

Le lacrime di Barbara Ronchi

Barbara Ronchi è visibilmente emozionata quando parla di Licia, e al suo fianco Gheghi non riesce a smettere di piangere. “Quello che mi ha colpito di Licia è il senso di colpa che prova per non aver trovato l’uomo giusto che adempisse al ruolo di padre", spiega, "La posso capire: sente sulle spalle il fallimento di quando costruisci la famiglia con un uomo che non è degno di averla. E sono le istituzioni anche a farla sentire in colpa”, prosegue l'attrice di Rapito, “le istituzioni non l’hanno rispettata come donna e le hanno portato via i figli dopo la denuncia". Questo è anche un film “sulla violenza delle istituzioni che abbandonano queste donne al loro destino fino alle più tragiche conseguenze”, ha dichiarato il regista.

Il vero Luigi Celeste

A Venezia era anche presente il vero Luigi Celeste. “È stato un trauma vedere Familia”, racconta, “ha avuto su di me un impatto emotivo fortissimo perché ho rivisto parte della mia vita. Non sono riuscito a trattenere le lacrime in molte scene e credo che capiterà anche agli spettatori. Francesco Costabile ha creato un clima di tensione sorprendente, lo stesso che ho vissuto per una vita intera”.