Sonia Bergamasco e la magnifica ossessione per Eleonora Duse: “Io con lei ci parlo, per me è viva, è presente"

“Penso sia stata una persona molto difficile, nevrotica, ma anche simpaticissima e divertente. Avrei voluto conoscerla": il debutto di "Duse, The Greatest"

di Andrea Giordano

La forza della propria parola, e quel tono ricco, impregnato di esperienza, rende Sonia Bergamasco ancora più affascinante da ascoltare, quanto vederla all’opera, magari a teatro, uno dei “set” nel quale si è sempre differenziata. È un attrice, poetessa, musicista, e regista, capace di dare senso ai dettagli, ne cura ogni aspetto, sia che reciti sia che diriga, incarna un rigore (anche quando si tuffa nella commedia) ed eleganza dal quale imparare sempre. La sfida, ora, si estende anche ad un “debutto” cinematografico dietro davanti alla macchina da presa, in Duse, The Greatest, il suo primo documentario, scritto, sceneggiato e diretto, presentato all’ultima Festa del Cinema di Roma, per raccontare la “divina” Eleonora Duse. Tutto questo a distanza di poco più 100 anni dalla scomparsa della grande attrice, la più grande di tutti appunto, la quale rivive in un viaggio inedito, uscirà nel febbraio 2025, distribuito poi da Luce Cinecittà.

Fotografie, spezzoni dell’unico film muto, Cenere, si intervallano qui ad una vera e propria indagine esplorativa sulla sua figura rivoluzionaria, e grazie anche interviste a nomi quali Annamaria Andreoli, Valeria Bruni Tedeschi, Elena Bucci, Ellen Burstyn, attuale Presidente dell’Actor’s Studio che di lei ha ereditato e conserva alcuni oggetti particolari, da Federica Fracassi, Fabrizio Gifuni, uno dei nostri grandi attori (marito della stessa Bergamasco dal 2000, insieme hanno due figlie ndr) a Helen Mirren, Mariapaola Pierini, Caterina Sanvi. E ancora memorie, archivi, contributi video- audio, come quelli di Charlie Chaplin, Lee Strasberg, o Eva Le Gallienne, intervistata nello storico Dick Cavett Show,.

Un ‘opera di ricerca, come la sua carriera

Trent’anni di carriera tra cinema, tv, teatro, Sonia Bergamasco è stata diretta dai migliori registi e registe, Silvio Soldini, Liliana Cavani, Marco Tullio Giordana (ne La meglio gioventù), Bernardo Bertolucci (Io e te). Ma adesso la bellezza della narrazione passa dal suo sguardo. “Questo progetto è frutto di anni di lavoro e avvicinamento” ci racconta “e anche di una rete di persone che ho scoperto, senza prevedere, quanto fossero così vicine a questa figura. Mi hanno arricchito. Avevo la necessità di raccontare questa storia. Io non mi sono mai chiesta cosa c’ha insegnato, non la sento come un passato. Io ci parlo, per me è viva, è presente, è una personalità, una creatura che mi muove e che io immagino riesca a farmi dare il meglio. In lei c’è questo inarrestabile desiderio di altro e oltre”.

Duse icona ancora moderna

“L’avrei tanto voluta conoscere”, dice. “Penso sia stata una persona molto difficile, nevrotica, ma anche simpaticissima e divertente, tutte queste cose insieme, credo di aver potuto tratteggiare solo qualche elemento di una vita di donna e di artista. Non posso pensare di averla capita, sicuramente la amo e attraverso un sentimento amoroso mi sono avvicinata con umiltà e col desiderio di lasciarla parlare e ascoltarla. Mi interessa che venga percepita la linea di luce che lei ancora emana e ci aiuta a essere migliori nel nostro mestiere. I bilanci? Mi fanno terrore, non li faccio. Questo film è un punto di partenza nuovo, non di arrivo. Lo sento tale e spero che il pubblico potrà cogliere questa qualità”.