Dalila Di Lazzaro e la storia con Alain Delon: "Feci l'amore con lui dietro la sua roulotte. Ma ho un rimpianto"

L'attrice ricorda il divo francese come "un uomo fragile, inquieto, e determinato. Le donne gli davano la caccia"

di Redazione

"Se avessi potuto salutarlo gli avrei detto: “Ne m'oublie pas”. E portami sempre con te, come io ti porterò con me". Tra i tanti amori di Alain Delon, impossibile dimenticare quello per l'attrice Dalila Di Lazzaro, come rammentato da lei stessa in una intervista al Corriere della Sera e in quella su Vogue. L'attrice ha raccontato che negli ultimi anni ha provato a rivedere Delon, tentando di contattare il figlio Anthony, ma senza successo. Un rimpianto c'è ed è quello di ciò che sarebbe potuto essere se lei non avesse scelto di restare col suo fidanzato dell'epoca.

L'incontro 

Il loro primo incontro avvenne a Montecarlo, durante il Gran Premio di Formula Uno. Di Lazzaro aveva 23 anni, Delon 40. Si videro nella hall dell'Hotel de Paris, davanti all'ascensore, con lei c'era anche Mireille Darc, collega con cui lui faceva coppia. Il secondo incontro avviene a Roma: "Girava Zorro alla Dear, dove oggi si fa televisione. Sperando di rincontrarlo lo vidi al bar. Ero di nuovo con delle amiche. Dandomi del lei mi disse in italiano: 'Verrebbe un attimo nel mio camerino?' Non ricordava di avermi già vista. Lo richiamarono sul set. Chiesi dove fosse il suo camerino e un tipo della produzione a gran voce mi prese a male parole: 'Volete tutte Delon'. Dal nulla sbucò lui, Alain. Mi fece cenno di seguirlo". In poco tempo arrivò la proposta di un film in Francia e un invito a cena, rifiutato: "Era di una bellezza… Io, incantata e intimidita". "Mi disse di truccarmi meno, che sarei stata meglio senza nulla".

La scintilla

Sul set di Tre uomini da abbattere, di Jacques Deray "cominciò una corte silenziosa e magnetica. Si fece dare due stanze comunicanti. Bussò, ero sotto la doccia. Dissi di aspettarmi, lo ritrovai sotto le coperte del letto. Si mise sopra di me. Io, intimidita bofonchiai che aveva un bell’accappatoio. Si innervosì e se ne andò. Di notte tornò. Mi sentii toccare, baciare. Aveva la pelle di velluto, olivastra, da perdere la testa".

Quel mazzo di fiori

"Arrivai a Parigi in questo hangar enorme nel Bois de Boulogne, pieno di ragazze bellissime in lizza per il ruolo. A me però avevano dato un camerino, dentro c'era un mazzo enorme di rose rosse. Quando incontrai Delon poco dopo, mi disse: «Ma non mi ringrazi? Non ti manderò mai più dei fiori in vita mia!». Ma io ero così presa dall'emozione, per me era un'icona: quando avevo 14 anni avevo un suo poster in cameretta"

Un uomo fragile

"Devo ammettere che con altri aveva un carattere esigente, aggressivo. Ma era per via del suo essere scrupoloso. Certe volte faceva grandi scenate". Dalila Di Lazzaro ricorda "Un uomo fragile agitato, inquieto, divertente, l’ho visto offrire champagne alle prostitute per strada. Era fissato con i cani [….]. Un dominatore, un uomo eccessivo. Aveva due guardie del corpo. Le donne gli davano la caccia. Spinse giù dalle scale della sua casa una signora, diceva di essersi persa e questa cosa mi turbò. Con me è stato una perla, con gli altri era una tigre che graffiava. Era focoso, l’ultima volta abbiamo fatto l’amore dietro la sua roulotte-camerino, in piedi, come i ragazzini. A fine riprese ci scambiammo un dono: lui un medaglione, io il suo ritratto. All’anteprima andai col mio fidanzato. Alain mi disse: 'Che te ne fai di uno così normale, tu devi stare con me'. Col senno del poi ho sbagliato. Dovevo restare con Alain".

Il carattere da gattopardo

"Era un uomo appassionato ma spesso anche brusco: mi ricordava quei gattopardo addomesticati, docili ma che da un momento all'altro si possono girare e aggredirti. Ma a me faceva tenerezza. In più era amatissimo e al contempo ossessionato dalle donne, se le ritrovava ovunque. Una notte al termine delle riprese vide delle ragazze di strada e volle a tutti i costi offrire loro dello champagne: «Nessuno ha il cuore grande come il loro», mi disse". E ancora: "Probabilmente questa sua aggressività gli veniva dal passato travagliato, era stato abbandonato dai genitori e poi aveva fatto la guerra in Indocina. Prima di arrivare al successo ha avuto una vita molto dura. Però è vero che l'ho visto anche io perdere la pazienza in modo imbarazzante, anche di fronte al figlio Anthony che all'epoca era molto giovane. Era un uomo dai molti volti".