Speciale Sanremo 2025

Cristicchi trascinato nelle polemiche da Selvaggia Lucarelli. La risposta è fulminante

"La mia è una canzone più spirituale. Non vuole essere una cartella clinica né vuole raccontare una patologia. È il ciclo della vita"

videointervista a Simone Cristicchi

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“La mia è una canzone più spirituale. Non vuole essere una cartella clinica né vuole raccontare una patologia. È il ciclo della vita e noi non possiamo che assistere, accettare o meno”. Sembra incredibile eppure la meravigliosa canzone di Simone Cristicchi, che ha assestato un colpo al cuore a milioni di italiani e soprattutto un colpo alle coscienze assopite di chi troppo spesso dimentica di restituire ciò che ha ricevuto in termine d’amore da parte dei propri genitori quando questi sono ormai anziani e malati, è al centro di una polemica.

Le accuse di Selvaggia Lucarelli e la risposta fulminante

Certo, è solo un graffio rispetto alla commozione generale con la quale è stata accolta “Quando sarai piccola”, poesia in musica dedicata alla madre colpita dieci anni fa da una grave emorragia cerebrale e caduta in coma per poi risvegliarsi “ma non essere più la stessa”. Selvaggia Lucarelli al DopoFestival ha accusato il brano di “romanticizzare” la malattia, c’è chi parla di “ricatto emotivo”. Cristicchi, però, non ha alcuna intenzione di farsi trascinare in sterili diatribe forte dell’immediato riscontro che sta avendo il brano che è risultato il secondo tra i più trasmessi nelle radio e in cima alla classifiche dei più visti sul web.

 Simone, hai commosso tutta l'Italia. Te l'aspettavi? Che cosa volevi dire veramente con questo racconto di vita vera?

“Volevo raccontare un frammento di vita autentica in una canzone. Lo so che è un'impresa quasi impossibile, ma sembra che io ci sia riuscito e questa è la cosa più bella che potesse accadere. L'obiettivo di questa mia partecipazione al festival è andare oltre. Con questa canzone mi piacerebbe sensibilizzare sul tema degli anziani, dell'invecchiamento e della cura dei più fragili della nostra comunità umana. Credo che la musica possa ancora avere questo ruolo terapeutico che possa anche risvegliare le coscienze addormentate”.

A chi parla di ricatto emotivo, a chi parla del racconto monco di una malattia dove soltanto la parte edulcorata viene descritta, che cosa rispondi?

"Rispondo che forse è un po' presto per tirare delle conclusioni e forse andrebbe riascoltata meglio la canzone. Quando parlo di un dramma non mi nascondo dietro un dito o in versi troppo romanticizzati. Parlo di rabbia, di frustrazione, di impotenza, ma cerco con l'arma della poesia di addolcire tutto. Sto raccontando la mia visione delle cose e noi siamo come dei fotografi. Quando scattiamo una foto con il nostro cellulare la ritagliamo come vogliamo, mettiamo il filtro che scegliamo, la vogliamo in bianco e nero a colori o virato seppia, ma siamo noi l'occhio che decide cosa raccontare".

Tua mamma ha visto la tua performance ieri? qual è stata la sua reazione?

“È stata una telefonata molto confusa, ma ho sentito gioia da parte sua e una grande emozione. Mi dispiace molto che non possa essere qui, però mi sta seguendo”.

Foto Ansa

12/02/2025
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