Chiara Buratti: "Non sono ribelli e nemmeno vincenti: le mie quattro donne rock"
Una matematica visionaria, una tennista ribelle, una mecenate del jazz e una portiera di un motel: "A volte sono proprio gli inciampi della vita, le crepe del destino che ci portano sulla nostra strada. Mio marito Massimo Cotto direbbe che sono donne rock perché hanno fatto esattamente quello che volevano. E io le interpreto senza giudicarle”
“Sono quattro donne che sono andate in direzione ostinata e contraria. Non delle vincenti e nemmeno ribelli perché chi è ribelle va contro qualcuno o qualcosa. Loro invece hanno semplicemente seguito le loro inclinazioni, il loro talento. Quando si parla di talento si pensa che sia qualcosa che ci arriva dal cielo. Ma a volte sono proprio gli inciampi della vita, le crepe del destino che ci portano sulla nostra strada, quella che ci fa sentire vive. Ecco, credo che mio marito (l’indimenticabile giornalista e scrittore Massimo Cotto, ndr) direbbe che sono donne rock perché hanno fatto esattamente quello che volevano. E io le interpreto senza giudicarle”.
Mi faccio in quattro ma senza giudicare nessuna
Chiara Buratti, attrice, conduttrice e giornalista, mette tutto il suo entusiasmo nel raccontare “Quattro donne”, uno spettacolo teatrale che proprio il 7 marzo, alla vigilia della Giornata internazionale dei diritti delle donne, arriva sul palco dell’Ariston di Sanremo e che poi, come fa già da qualche anno continuerà a girare per l’Italia. Uno spettacolo che ha la particolarità di essere interattivo perché le quattro donne che Chiara interpreterà sul palco verranno votate dal pubblico in sala: “Sarà il pubblico a decidere quale donna meriti di tornare sulla Terra e c’è un finale diverso a seconda della donna che viene votata e che sarà rappresentato da una quinta donna che le rappresenta tutte perché noi donne siamo un po’ la somma di tutte loro, un po’ folli, visionarie, magari anche vulnerabili, ingenue, sognatrici. Ogni donna contiene questi aspetti, poi dipende da cosa vuoi o puoi tirare fuori, dipende dalle tue esperienze e dal tuo back ground. E giochiamo proprio sul fatto che noi donne alla fine siamo sempre sotto giudizio”.
Chi è Maryam Mirzakhani
Ma chi sono queste quattro donne che hanno stregato la fantasia di Chiara Buratti? “La prima in cui mi sono imbattuta è Maryam Mirzakhani, una scienziata che aveva delle visioni. Lei è stata una matematica iraniana, la prima donna a vincere la Medaglia Fields che è l’equivalente del premio Nobel per la matematica ma a incuriosirmi è stato proprio il contrasto tra la scienza e la spiritualità delle visioni che in lei invece convivevano senza scontri".
Grazie a Pannonica de Koenigswarter che ha permesso al jazz di esplodere
Poi ho scoperto una donna incredibile come Pannonica de Koenigswarter, una donna che ha lasciato i suoi 5 figli perché ha scoperto il jazz: la prima volta che ha ascoltato “’Round Midnight” di Thelonius Monk è rimasta folgorata e si è detta “io devo conoscere quest’uomo, devo capire come suon,a devo vivere questa emozione perché per la prima volta mi fa sentire davvero viva”. E negli anni Quaranta ha lasciato New York per andare a cercare quest’uomo che non poteva più esibirsi nei locali per questioni di droga ed è riuscita a trovarlo sei anni dopo quindi riesce a incontrarlo sei anni dopo. A quel punto Pannonica ha scoperto la situazione difficile di tanti jazzisti di colore dell’epoca che avevano difficoltà a esibirsi e lei, donna ricca e nobile, ha permesso al jazz di esplodere. Chissà, se non ci fosse stata lei, forse s noi non avremmo potuto conoscere e ascoltare tanti capolavori. E il che non abbia visto i suoi figli per tantissimi anni non ha tolto niente alla sua essenza di donna perché poi con la maggiore età alcuni dei suoi figli decisero di andare a vivere con lei”.
Suzanne Lenglen la tennista che diede scandalo
La terza donna è Suzanne Lenglen, una tennista francese rivoluzionaria, che ha vinto tutto quello che c’era da vincere: in otto anni di incontri ne ha perso uno solo. Lei ha ribaltato la moda dell’epoca, quando le tenniste indossavano divise che le facevano sembrare delle crocerossine e lei invece ha creato delle divise corte, lei ha sempre considerato il sistema del successo come una macchina grossa governata da nani, non ha mai avuto problemi a fare scandalo. Ma lei diceva: “Non credo di aver avuto talento mia vita ma che ci sia stata una necessità che mi ha portato a trovare il mio talento. Avevo un’asma molto forte . Mio padre mi ha messo in mano una racchetta e da lì, con allenamenti quasi crudeli e maniacali, ho scoperto che potevo avere talento”. A volte sono proprio degli ostacoli che ti portano a scoprire a che cosa sei portato. E lei, donna fortissima e rude, è successo che scoppiasse a piangere sul campo da tennis dopo aver vinto una partita. E da lì mi è scattato questo contrasto tra una donna così forte e questa fragilità e quindi mi sono detta che anche lei potesse essere una delle mie donne speciali”.
Molly la portiera che si fidava degli sconosciuti
Infine l’ultima, la quarta che invece è una donna immaginaria. “Si chiama Molly ed è la portiera di un motel sperso nel deserto che si è sempre fidata degli sconosciuti e ha sempre offerto accoglienza e soprattutto tempo. Lei era molto giovane che se ne è andata in un modo molto particolare che in realtà non ha ottenuto niente nella vita ma racconta qual era il suo sogno. Insomma credo che queste quattro donne con le loro luci e le loro ombre abbiano ancora molto da dirci”.