"Che tempo che fa" parte col botto. Risultato storico per Fabio Fazio e la Rai resta a guardare
All'esordio raggiunge numeri mai visti, si piazza dietro Rai1 e offre una pagina perfetta di quello che dovrebbe essere il servizio pubblico. E se sul Nove ora c'è il sereno, in Rai si addensano i nuvoloni
Fabio Fazio parte col botto. Anzi, porta a casa un risultato storico perché con la prima puntata di “Che tempo che fa” sul Nove di Discovery totalizza 2,1 milioni di telespettatori e il 10,5% di share che diventano 2,6 milioni e il 13% in simul cast, ovvero considerando gli otto canali Discovery sui quali è stata trasmessa la prima puntata. Un vero e proprio boom soprattutto se raffrontato agli altri canali perché Fazio fa meglio di “Report” su Rai3 (7,6% di share), di “Dritto e rovescio” su Rete4 (6,2%), de “Il Collegio” su Rai2 (4,8%), di “In onda” su La7 (3,2%). Meglio addirittura di Canale 5 visto che lo speciale di “Caduta Libera” con Gerry Scotti arriva all’11,5% di share con 1.622 mila spettatori. Insomma, “Che tempo che fa” si piazza dietro Rai1. E scusate se è poco.
La rivalsa di chi per anni è stato poco supportato e mal sopportato
Certo, c’è l’effetto curiosità, c’è l’attesa, c’è l’evento. Ma anche se nelle prossime settimane è fisiologico che possa calare, resta il fatto che la televisione intera si è riappropriata di un assoluto protagonista, mentre la Rai, in un clamoroso autogol, se ne è privata. Oggi gli umori dalle parti di Viale Mazzini devono essere certamente lugubri e non soltanto per queste cifre che incorniciano se non una vendetta di certo una rivalsa di chi per anni è stato poco supportato e mal sopportato. Ma, al di là dei numeri, ciò che più conta è che “Che tempo che fa” ha dato ancora una volta lezione di come si faccia servizio pubblico, aprendo una lunghissima pagina di attualità incentrata sulla crisi israelo-palestinese con ospiti competenti capaci di non sovrapporre mai le proprie voci (come invece accade regolarmente in tanti altri programmi) ma di approfondire le ragioni di un conflitto che per quanto raccontato h24 ovunque resta sempre misterioso e difficilmente comprensibile. Non solo. A parlare è stata anche la senatrice a vita Liliana Segre (leggi qui), ebrea che ha conosciuto sulla sua pelle la Shoah, e lo scrittore David Grossman in collegamento da Israele che ha offerto una testimonianza di una potenza emotiva unica.
Vero servizio pubblico
E poi ecco la scienza con il virologo Burioni contro un mondo popolato sempre più di terrapiattisti e complottisti, l’intervista ad Andriv Shevchenko che ha avuto il grande merito di ricordare a noi tutti che la macelleria russa in Ucraina, passata ora in secondo piano con indubbia soddisfazione di Putin, continua a mietere vittime. E poi la musica con i The Colors, la satira con Luciana Littizzetto (leggi qui), il buonumore con un’inedita Ornella Vanoni che si è presentata con un pesciolino per il famoso acquario dello studio e con un esilarante taccuino dei propri malanni. Insomma, tv pubblica, tv capace di approfondire e di divertire, tv fatta bene.
''È tutto uguale ma è tutto diverso”
''È tutto uguale ma è tutto diverso”: la sintesi migliore questa volta l’ha fornita Filippa Lagerback, anche lei della compagnia, insieme con Michele Serra al quale è affidato come sempre il monologo iniziale quello che ci chiarisce che tempo faccia. Ebbene, il tempo dalle parti del Nove è sereno, mentre in Rai nuvoloni scuri si addensano sopra il cavallo dal quale ancora oggi non si capisce perché sia stato disarcionato un professionista come Fabio Fazio. A chiudere la serata, come sempre, c’è il surreale “cazzeggio” del Tavolo, che quest’anno si arricchisce della presenza di Ubaldo Pantani. Risate assicurate con Nino Frassica, Paolantoni, la signora Coriandoli, Simona Ventura, la Gialappa’s e Mara Maionchi. Ed è proprio così, è tutto uguale ma è tutto diverso perché indubbiamente l’aria che si respira negli studi del Nove è meno asfittica e tesa di quella che si respirava su Rai3 dove da un momento all’altro ci si attendeva la sparata anti-Fazio del politico di turno. Stavolta il famoso “belli ciao”, con il quale Salvini ha salutato l’addio alla Rai di Littizzetto e Fazio, cambia mittente e destinatari.