Cent'anni di solitudine, le differenze col romanzo di Marquez e la vera protagonista che è una donna

Marquez prima di morire svelò che tutto ciò che aveva scritto lo doveva a una donna e ai suoi racconti fatti di femmine forti, sensuali e intrise di magia. La serie riesce a essere fedele al romanzo?

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Gabriel Garcia Marquez svelò prima di morire che tutto quello che ha scritto nella sua lunghissima carriera lo doveva a una donna. "Allo splendido caos dei racconti della nonna Tranquilina" che gli narrò storie di femmine forti e sensuali, intrise di memoria ma anche di fantasia, magia e di realtà. Risolute, impavide, capaci di trasgredire, per nulla arrendevoli. Perché lui, al contrario di tanti della sua generazione, non ha mai ceduto agli stereotipi raccontandole e ci ha donato personaggi di estremo coraggio. 

La serie come sfida

Non è mai facile girare una serie tv su un libro di grande successo. Spesso risulta complicatissimo trasferire in immagini e personaggi reali, una storia complessa resa unica grazie alla potenza letteraria che crea, attraverso l'immaginazione, una narrazione potente e magnetica. Sono tante infatti le trasposizioni cinematografiche di classici che hanno deluso, fallito sia nella scenografia che nella recitazione. Non è il caso però della recente serie uscita su Netflix, Cent'anni di solitudine. Pareva infatti impossibile portare in tv il romanzo di Gabriel Garcia Marquez, e invece la complessità di Macondo, il mondo magico esoterico e senza tempo creato dello scrittore colombiano, hanno preso visibilità e colore. Un adattamento fedele sotto molti aspetti. La serie riesce a non banalizzare il realismo magico ma concretizzarlo con grande maestria. L'opera è mastodontica e racconta la storia di sette generazioni della stessa famiglia, un secolo di narrazione girata in Colombia con attori colombiani. I registi Alex García López (The Witcher) e Laura Mora (The Kings of the World) si sono divisi la direzione degli episodi, riuscendo a integrare tutti i riferimenti all'onirici. 

Le donne 

Anche nella serie, come nel libro, l’universo femminile si caratterizza per essere in netta opposizione a quello maschile. Gli uomini vengono raccontati come mossi solo dal piacere. Non riescono a fare i padri tantomeno i patriarchi. Mentre la grande protagonista del romanzo infatti è una donna, Úrsula Iguarán, la moglie del fondatore José Arcadio Buendía. Úrsula, al contrario del marito, è ancora alla realtà. È lei che di fatto mantiene la famiglia grazie a una piccola fabbrica di animaletti di caramello. Inoltre vigila affinché la famiglia non incorra in quell'incesto a cui tutti i membri sembrano destinati, e da cui sua madre l'aveva messa in guardia.

La solitudine

La donna è una matriarca attiva e costruttiva, molto diversa dal suo chisciottesco marito, ma come lui è un genitore molto assente, incapace di comunicare amore ai propri figli e nipoti. Sta infatti tutta qui la solitudine richiamata nel titolo. Altre due figure indimenticabili dell'opera messe in scena alla perfezione nella serie sono Amaranta e Rebeca destinate a distruggere tutto ciò che amano. In particolare Amaranta vive in attesa che la sorella muoia ed entrambe distruggono gli amori che suscitano. Opposta a loro due c'è Remedios la bella. La sposa bambina di Aureliano che con la sua infinità grazia e bontà renderà migliore la famiglia Buendìa, anche se per poco, perché il suo destino è segnato. Morrà infatti di parto a soli 10 anni. Importantissimo ancora il personaggio di Pilar Ternera. L’altra grande figura matriarcale, allo stesso tempo opposta e complementare a Úrsula. Lei è l’iniziatrice sessuale dei due figli di Úrsula, José Arcadio il gigante e il colonnello Aureliano Buendía, che da lei avranno entrambi un figlio. Tutt’e due i figli ignorano l’identità della loro madre, ma tutt’è due si rivolgeranno a lei per avere quell'affetto che non hanno ricevuto in famiglia.

La forza della storia 

"Molti anni dopo, di fronte al plotone d'esecuzione, il colonnello Aureliano Buendía avrebbe ricordato quel remoto pomeriggio in cui suo padre lo aveva portato a conoscere il ghiaccio".

Con questo potente incipit inizia anche la serie di Cent'anni di solitudine, testualmente riportato nelle prime sequenze. Tratta dal capolavoro, uscito nel 1967, del premio Nobel per la Letteratura Gabriel Garcia Marquez, come patto di fedeltà sancito con lo spettatore. Gli episodi in tutto sono 16, ma per ora sono disponibili il primi 8 e sono già saliti in vetta alla classifica Netflix. L'opera di Marquez venderà più di cinquanta milioni di copie nelle oltre 40 lingue di traduzione, quarant'anni dopo la sua pubblicazione (nel 1967) Cent'anni di solitudine venne riconosciuto come il secondo libro più importante delle letterature di lingua spagnola, dopo il Don Chisciotte della Mancia di Miguel Cervantes. Una storia universale, un racconto che sa essere ancora attuale e capace di incantare. Con questa serie si spera che i più giovani tornino a leggere questo capolavoro, dove un altro modello di donna è stato riscritto in letteratura.

20/12/2024
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