Catrinel Marlon e quella chiamata shock sulla zia schizofrenica. Dall'infanzia senza genitori ai Nastri d'Argento
Abbiamo incontrato l’ex modella e neo regista rumena alla cerimonia dei Nastri d’Argento. Ecco che cosa ci ha rivelato sulla sua vita e sul difficile ruolo di madre
L’attrice, ex modella e ora regista rumena Catrinel Marlon voleva diventare un’atleta come suo padre, specialista nei 400 metri ostacoli. Per un po’ ci ha provato, poi la sua bellezza è stata notata e ha cominciato a fare la modella, tra la Romania, l’Italia e New York. La moda le stava stretta e così ha iniziato a frequentare corsi di recitazione. A notarla è stato Luigi Lo Cascio per il suo film La città ideale. Nel 2019 spopola a Cannes con La Gomera - l’isola dei fischi e durante la pandemia decide di fare il grande salto, dirigere il primo film, Girasoli. La regista è stata premiata con il Nastro d’Argento Fondazione Claudio Nobis e con il premio Wella Professionals per l’immagine. “Non dormo da una settimana”, ci confessa Catrinel, “è la mia notte prima degli esami. Non mi aspettavo questo premio”.
Catrinel Marlon e la schizofrenia della zia
La storia di Girasoli, ambientata negli anni ‘60, ha un significato profondo per Marlon. Tratta infatti un tema delicato, legato alla vita della regista, come la schizofrenia di una ragazza (Gaia Girace), all'interno di un manicomio. “Potevo esordire solo con questa storia”, ci racconta Catrinel, in questi giorni anche ospite all’Ischia Film Festival, "è un argomento che mi sta molto a cuore, perché coinvolge la mia famiglia. La sorella di mia madre era schizofrenica. Ricordo che avevo 15 anni quando mia madre mi chiamò, mentre ero in ritiro con la squadra di atletica leggera, per dirmi di mia zia. Mi tenne al telefono un’ora parlandomi della vita, prima di darmi la notizia. Fu scioccante. All’inizio è stato difficile, l’avevo presa male. Andavo spesso a trovarla in ospedale”.
Cresciuta senza i genitori
Catrinel da piccolissima ha vissuto senza genitori. Erano troppo giovani per mantenerla. Nella Romania di Ceauescu era vietato l’aborto. “Per due anni e mezzo sono stata in una sorta di orfanotrofio”, ci racconta, “non ricordo nulla. Poi terminata la scuola i miei mi hanno riportato a casa. Quando non hai nulla e non lo sai, non ti rendi conto di che cosa significa avere di più. Non soffrivo, la mia infanzia è stata felice e piena di scoperte, oggi invece i bambini scoprono tutto attraverso i cellulari”.
Catrinel, i figli e l’ossessione per il cellulare
E Catrinel ne sa qualcosa, lei che è mamma di due bambini (un maschio e una femmina). “Provo ad essere una mamma cool, ma preferisco non giudicarmi. La domanda più difficile a cui rispondere è proprio: 'Che genitore sei?’ Faccio del mio meglio". E proposito dell’utilizzo del cellulare da parte dei figli, ci rivela: “Ho la figlia di 5 anni che dobbiamo legare per tenerla lontana dal telefonino. È ossessionata”.