Caterina Murino: “Il lavoro d’attrice ha ampliato la mia sofferenza. La Sardegna? La terra dell'onestà"
Parla l'attrice: “Essere Madrina alla Mostra? Un regalo immenso, che pensavo non mi spettasse”
Luminosa e impeccabile, fasciata in un bellissimo abito bianco.
Caterina Murino si presenta così all’intervista, a poche ore dal suo “debutto” nei panni di madrina d’apertura, stasera (lo sarà poi anche di chiusura il 9 settembre) dell’80 esima Mostra Internazionale d’Arte Cinematografia di Venezia.
Foto Ansa
Una scelta che, come molti hanno definito, ridefinisce (in meglio) quel desiderio di internazionalità che il Festival si pone da tempo, e che la colloca, fisicamente e simbolicamente, come volto e guida designata. L’ennesimo attestato di fiducia e stima nei suoi confronti, glielo sottolineiamo, ma che arriva in un momento oltremodo felice intenso di carriera, diviso tra progetti mirati di cinema, il palcoscenico dell’amato teatro, le battaglie personali, l’attività di designer, con la sua casa di gioielli. Insomma agenda piena, ma tanta voglia di esserci in ogni dettaglio.
“Spero di non deludere il direttore, Alberto Barbera”, ci dice. “È un ruolo molto particolare. Ogni anno vedevo le altre madrine, eppure ho sempre pensato che non mi spettasse. Quindi è stato un doppio regalo, immenso, l’essere confermata poi in una rosa di 10 attrici che potevano ricoprire”.
Carriera lineare, ma mai scontata, la sua. Dal debutto nel 2002 con Luis Sepùlveda in Nowhere, fino al ruolo di Solange in Casinò Royale al fianco dell’ex 007 Daniel Craig, è passata per lavori indipendenti (diretta da Patrice Leconte, Zanasi) alle collaborazioni con registi come Dini Risi, John Irvin e Pappi Corsicato (ne Il seme della discordia).
Caterina Murino e il suo sguardo l’hanno però portata a giocare la propria partita d’attrice, consapevole, anche nel non prendere per forza strade più semplici.
Sono troppo spugna
“Forse sono peggiorata. Invecchiando si sentono ancora di più i ruoli dolorosi, ed è quello che un po’ soffro tutti i giorni. Sono troppo spugna, in tutto quello che succede nel mondo, ecco forse il lavoro d’attrice ha ampliato questa sofferenza. Ogni tanto, quando faccio tanti ruoli drammatici, sono felice quando arriva invece una commedia (come per Pieraccioni in Se son rose, ndr), in cui posso tagliare questo dolore che mi attanaglia spesso. Mi auguro solamente di continuare a poter regalare: questo per me è l’importanza del cinema, e di poter capire quelle vite che sono lontane dalla nostra quotidianità, rispecchiandole al massimo, per dargli anche giustizia”.
La Sardegna è la terra dell'onestà
La Sardegna rimane però nel cuore e nell’anima, come raccontò tempo fa, “è la terra dell’onestà e dei miei avi, un popolo di sognatori” e non solo, e soprattutto al centro ulteriormente della sua missione creativa, grazie alla Maison di gioielli, la “Caterina Murino Jewellery”, fondata per aiutare l’artigianato sardo. “Sta sparendo. Anche le fedi sarde vengono da una tecnica, la filigrana, che esiste da 1000 anni nella mia terra, su cui si è costruita una intera cultura. Vent’anni fa c’erano 400 artigiani, oggi circa 18. Non deve morire, dunque ho deciso di creare una casa di gioielli per far sì che che gli artisti, gli artigiani, possano continuare, portandoli però in chiave moderna. È un patrimonio, tradotto in nuova visione, affinché i giovani siano spinti a ritornare.”
Vive a Parigi da 20 anni
Prossimi appuntamenti virano verso ancora il teatro, “qualcosa di importante, da cui non posso stare lontana più di un anno. Lì mi sento viva e piena di energia”, racconta. Sperimentato in Italia, ora, da due anni, lo ha fatto anche in Francia, a Parigi, città nella quale vive da 20 anni, e dove la vedremo tagliare altri traguardi importanti, proprio dopo Venezia, il 14 settembre, al Théâtre de la Madeleine. L’ultima scommessa si chiama però The Opera!, il film di David Livemore e Paolo Gep Cucco, con Vincent Cassel e Fanny Ardant. “Interpreto la concierge dell’Hotel Ade, colei che accoglie tutte le anime che arrivano all’inferno. Lì ho fatto delle cose che non mi sarei mai aspettata, sono andata oltre. C’è un orso terrificante che dorme in me, e fa veramente paura, perché ti fa conoscere qualcosa che non sai di te”.