Speciale Sanremo 2024

“Cicciona, fai schifo!”: a sorpresa BigMama parla all'Onu. Il suo discorso struggente

La rapper e attivista Lgbtq+ è stata invitata a parlare alle Nazioni Unite dove ha portato il suo messaggio di uguaglianza, amore universale e di denuncia di bullismo e body shaming 

Foto Ansa e Instagram

di Redazione

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Nella classifica finale del festival di Sanremo si è piazzata solo al 22° posto ma BigMama, al secolo Marianna Mammone, si è tolta una soddisfazione ben più consistente. Con la voce rotta dall’emozione ma sostenuta dalla solita grinta, la rapper e attivista Lgbtq+ ha portato il suo messaggio di uguaglianza, amore universale e di denuncia di bullismo e body shaming nell'aula dell'Assemblea Generale dell'Onu. Segno che forse anche le istituzioni più paludate e lontane dalla quotidianità stiano cercando di avvicinarsi al sentire popolare, il Palazzo di Vetro delle Nazioni Unite, da cui ogni anno parlano i leader del pianeta, hanno accolto le parole dell’autrice di La Rabbia Non Ti Basta, cantata proprio al Festival di Sanremo.

Le sue parole forti

BigMama è intervenuta in inglese con un’emozione che traspariva da tutti i suoi pori davanti a una platea di duemila liceali venuti da tutto il mondo. "Per tutta la vita mi hanno fatto credere di essere completamente sbagliata. Il mio fisico faceva in modo che la gente mi valutasse come 'non abbastanza' prima ancora che mi si potesse davvero conoscere". Una persona grassa - ha detto BigMama - "nell'immaginario degli altri è una persona svogliata, pigra, non attiva, non intelligente, che non ha voglia di migliorare. Per una persona come me sognare era inutile", ha rievocato la cantante con i ragazzi venuti a New York per il programma di formazione 'Gcmun talks' voluto da United Network, una organizzazione associata al Dipartimento di Global Communications delle Nazioni Unite.

Le tappe della sua storia personale

Per la prima volta nella Grande Mela (dove però era stata vista su un maxischermo di Times Square in collaborazione con Spotify), BigMama ha ripercorso le tappe della sua storia personale: "Vengo da un paese molto piccolo con una mentalità altrettanto piccola. Ho dovuto sopportare anni di bullismo, verbale e fisico. Ogni giorno della mia infanzia e adolescenza lo ricordo pieno di parole di odio. 'Cicciona, fai una dieta, fai schifo'. Ho cercato per anni di evitare la sofferenza stando in silenzio. La prima risposta è stata la rabbia. A 13 anni ho scritto il mio primo pezzo, charlotte, un rap che parla di suicidio e autolesionismo e per tre anni l'ho tenuto tutto per me. BigMama è nata quando ho avuto la forza di metterlo su YouTube".

La malattia e poi la rinascita

All’Onu ha parlato anche dell'esperienza milanese, quando si sentiva "più bella del solito ma aveva ancora paura delle persone", poi della malattia, un linfoma di Hodgkin arrivato quando stava per firmare il suo primo vero contratto discografico e affrontato con 12 sessioni di chemioterapia: "È stato il periodo più buio della mia vita", ha detto: "La musica mi ha salvata davvero. Sono guarita, e quel periodo mi ha insegnato finalmente che io merito il primo posto. Che se non amo me stessa, nessuno lo fa al posto mio. Che se non salvo me stessa, nessuno lo farà per me. Come in La rabbia non ti basta: credere nei propri sogni salva".

Il futuro

Ventiquattro anni da compiere il 10 marzo, un nuovo album Sangue in uscita per la festa della donna, Marianna ha capito che BigMama per lei era "uno scudo e un'arma". Sangue - ha poi detto una volta scesa dal palco Onu - sarà un album "dalle parole meno taglienti" per raggiungere più persone possibili: "Racchiuderà ogni pezzettino della mia vita". E i suoi fan l’aspettano.

23/02/2024
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