Biancaneve è polemica tra le due protagoniste: Rachel Zegler è pro Palestina e Gal Gadot israeliana
La parola “nano” si può ancora pronunciare? E chi è affetto da nanismo può ancora recitare? A questo si aggiungano le voci di una rottura tra Zegler e Gadot, che hanno opinioni opposte sul conflitto in Medio Oriente: la prima è filo palestinese mentre Gadot è israeliana
Se il primo Biancaneve, quello del 1937, segnò l'inizio dell'universale successo di Walt Disney diventando un fenomeno al botteghino (8 milioni di dollari d'incasso, circa 140 milioni di oggi), dopo 88 anni, la rivisitazione in live action della fiaba rischia di essere una mela avvelenata e un tonfo proprio sul numero di biglietti staccati per la casa di Topolino. Criticato per l'eccesso "correttezza politica" e la sudditanza nei confronti della cultura woke che ultimamente, soprattutto dopo l’elezione di Trump, si trova a malpartito, deve pure registrare tensioni tra le attrici protagoniste.
La premiere non proprio da favola
Il film, costato 270 milioni di dollari, arriva al cinema in sordina e la première di Los Angeles, tenuta nello storico cinema El Capitán dell'Hollywood Boulevard il 15 marzo, ha avuto un carattere anomalo senza la consueta presenza di decine di giornalisti, cameraman e fotografi lungo il tappeto rosso: gli accrediti sono infatti stati concessi con il contagocce per “proteggere le due attrici protagoniste dalle polemiche”.
La polemica sul Medioriente
Quali polemiche? È presto detto: Rachel Zegler e Gal Gadot, rispettivamente Biancaneve e la Regina Cattiva, sono divise da idee contrapposte sulla guerra a Gaza visto chela prima è pro-Palestina e la seconda è israeliana e ha prestato servizio nell'esercito per due anni. Durante la premiere le due si sono limitate a posare per le foto e le interviste sono state riservate alla troupe interna Disney. Si è quindi cercato di evitare gli scontri più duri visto Zegler ha più volte postato su X commenti pro-palestinesi («Free Palestine»); e Gadot idealmente le rispondeva dando il proprio supporto a Israele, specie dopo il 7 ottobre con l’attacco criminale di Hamas, e contestando l’antisemitismo. Questi ultimi due anni sono quindi stati inevitabilmente pesanti, anche in considerazione degli scontri social e degli strascichi.
Biancaneve pro-Palestina, la strega pro-Israele
Le due attrici non si sono mai amate, il che si addice al clima della favola, eppure alla première hanno fatto buon viso a cattivo gioco apparendo sorridenti e cordiali tra loro. Del resto, due settimane fa avevano presentato insieme l'Oscar per gli effetti visivi dimostrando che, se non vanno d’accordo, sanno recitare benissimo.
Critiche anti-wole
Insomma, come ha scritto Variety, la premiere ha subito un deciso "ridimensionamento" dovuto proprio alle polemiche che hanno circondato fin dall'inizio il film diretto da Marc Webb e scritto da Erin Cressida Wilson. Le prime critiche erano arrivate per la scelta di fare interpretare la giovane che i fratelli Grimm descrivono "bianca come la neve" a Zegler, di origine colombiana e con un’epidermide non proprio lattea. La star di 'West Side Story' aveva fatto indignare gli anti-woke ancora di più affermando che il film del 1937 era "datato" e andava aggiornato in modo che la giovane non dovesse "essere salvata dal principe e sognare il vero amore".
Il dolente tasto dei nani
Ma un’altra polemica era nata rispetto a questione “nani”. Sempre nel 2022, la star di Game of Thrones Peter Dinklage, che è affetto da nanismo, ha dichiarato: "Da un lato siete progressisti, molto orgogliosi di aver scelto un'attrice latina per il ruolo di Biancaneve. Dall'altro continuate a raccontare quella storia retrograda di sette nani che vivono insieme in una capanna?". La Disney rispose che, per "non rafforzare gli stereotipi del cartone originale", nel remake avrebbe generato al computer i sette piccoli amici della fanciulla. Nel trailer sembrano infatti creature fantastiche. Ma questa settimana l'attore Choon Tan, anche lui affetto da nanismo, ha detto al Daily Mail che la decisione di utilizzare la computer grafica è stata "assurda e discriminatoria. Non c'è davvero nulla di sbagliato nel dare a una persona affetta da nanismo la possibilità d’interpretare un nano, se raffigurato in modo equo e con rispetto". Insomma, le polemiche ci sono, il pubblico si vedrà.