Primo piano di Cinzia Marongiu

Benigni, Giorgia Meloni e l’incredibile coincidenza. Il giullare fa boom di ascolti in eurovisione

A volte più che ai complotti bisogna credere alle coincidenze. E magari pure ai sogni. Perché cos’altro è quella di un Benigni in stato di grazia che fa l’elogio dell’Unione Europea nel giorno in cui la premier Meloni “straccia” il manifesto di Ventotene, se non una coincidenza formidabile?

Benigni Giorgia Meloni e lincredibile coincidenza Il giullare fa boom di ascolti in eurovisione

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A volte più che ai complotti, alle dietrologie e alle strategie bisogna credere alle fatate coincidenze. E magari pure ai sogni. Perché cos’altro è quella di un Roberto Benigni in stato di grazia che si incarica di fare l’elogio dell’Unione Europea proprio nel giorno in cui la premier Meloni “straccia” il manifesto di Ventotene, che dell’Europa è la carta fondativa, l’utopia di base, se non una coincidenza formidabile?

Il tempismo perfetto

Con un tempismo perfetto il giullare più famoso d’Italia in due ore e un quarto di diretta su Rai1, ma anche su Raiplay, su Radio Rai e soprattutto in Eurovisione impartisce una lectio magistralis sui valori fondanti della vecchia Europa, il più piccolo dei continenti dove di fatto è nato il pensiero, la democrazia, la filosofia e perfino il concetto di libertà, e colpisce mortalmente uno dopo l’altro tutti gli “ismi” che vanno di gran moda in questo spicchio di secolo nuovo. A cominciare con la demolizione del 'nazionalismo' che altro non è se non "il carburante di tutte le guerre, una fede integralista, un'ossessione, una malattia che si maschera da patriottismo" spiegando invece che essere patriota non è in contraddizione con l’essere europeista e portando l’esempio di Giuseppe Garibaldi: “Chi è più patriota di lui che ha letteralmente fatto l’Italia? Eppure Garibaldi credeva nell’Europa e lo ha lasciato pure per iscritto”.  

Da solo per 2 ore e un quarto in diretta: un mostro di bravura

Benigni va avanti a braccio da solo, senza interruzioni pubblicitarie in quella che resterà una delle più belle pagine di servizio pubblico della Tv di Stato e porta a casa un risultato eccezionale. Oltre 4 milioni e 400 mila spettatori con il 28,1% di share. E non c’è dubbio che uno dei momenti più commoventi e appassionati sia stato quello in cui ha richiamato proprio il manifesto di Ventotene e il coraggio e la lungimiranza di Altiero Spinelli, Ernesto Rossi e Eugenio Colorni “tre eroi, tre intellettuali che mentre erano al confino in una piccola isola sperduta del Tirreno ebbero l’idea di un’Europa unita”.

La premier conosceva il contenuto dello show? Di certo ne ha fatto lo spot

Impossibile non chiedersi se la premier conoscesse il contenuto de “Il Sogno” di Roberto Benigni. E se ne fossero a conoscenza i dirigenti della tv di Stato. Probabilmente no, visto che la bocciatura del manifesto di Ventotene alla Camera dei Deputati orchestrato dalla premier di fatto è stato il miglior spot per la serata di Benigni. Va ricordato che la serata era programmata da tempo ed era stata annunciata dallo stesso Benigni durante il Festival di Sanremo quando tra una battuta sull’amore tra Elon Musk e Giorgia Meloni e un’altra su “Bella Ciao” aveva genericamente parlato di “sogni”. Di certo un monologo di quella levatura non si costruisce lì per lì.

Sono i giullari a rivelare quando il re è nudo

E Benigni, dopo le indimenticabili serate sulla Divina Commedia, sulla Costituzione Italiana e sui Dieci Comandamenti, porta definitivamente a compimento la sua trasformazione in un artista e intellettuale che definire comico è a dir poco riduttivo. Anche se poi è bene ricordare che sono proprio i giullari quelli capaci di smascherare i potenti e di rivelare quando “il re è nudo”. E lui lo fa con la consueta grazia ma anche con una convinzione potente e mai vista prima. E da uomo del popolo si incarica di spiegare meglio di qualsiasi politico a cosa serva l’Unione Europea: “Vi chiedete a che cosa è servita? Ebbene, il risultato è stupefacente: il mio babbo ha conosciuto la guerra, mio nonno, il mio bisnonno l’avevano conosciuta. Io no. La mia generazione è la prima che in Europa non ha vissuto guerre”.

20/03/2025
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